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Cominciamo a guardarci un film insieme, per poter passare il tempo e riesco a vedere Jackson che quasi non si dà pace per quello che è successo, cominciando così a far rimbalzare il ginocchio più e più volte.

Poggio una mano sul tessuto ruvido dei pantaloni e sussurro «Tutto bene?» lo sento emettere un leggero cenno col capo e poggia la sua mano sulla mia.

Mi rifiuto di lasciarlo andare così e mi faccio avanti, portando il busto verso di lui e potendo assaggiare le sue labbra ancora una volta.

Sento la mano di Apo sul fianco, avvicinandosi subito dopo dietro il mio orecchio, lasciandomi sentire il suo breve respiro.

Separo le mie labbra da quelle di Jackson, lasciandogli assaggiare porzioni della mia pelle scoperta grazie alla camicia. Rivolgo il volto alle mie spalle, incontrando il volto desideroso del corvino che si tuffa nella mie labbra poco dopo.

Le loro mani viaggiano per il mio corpo, regalandomi sensazioni sempre nuove e brevi. Inevitabilmente la mia mente ne chiede di più, sempre di più, non appena arriviamo nella nostra stanza.

«Sicuro di volerlo fare?» il tono preoccupato e curante del moro mi sorprende, così mi limito ad annuire semplicemente, sentendo le labbra di Apo viaggiare per la mia nuca e il collo.

[…]

Cominciamo a liberarci dei vestiti, mentre il  corvino mi sussurra «Facciamo che mi siedo, godendomi lo spettacolo e voi fate da soli.» si allontana, prendendo posto su una poltroncina vicino al materasso.

Mi ritrovo solo con Jackson, mentre Apo si limita ad osservare da lontano, massaggiando la sua erezione. Il suo sguardo mi fa sentire la cosa più proibita al mondo, la cosa più bramata di tutte.

Arriviamo al materasso senza alcun indumento, mentre la voce del moro mi richiama nuovamente «Meglio se guidi tu.» offrendomi il preservativo, ancora nel suo involucro, che apro subito.

Mi metto a cavalcioni su di lui, spingendo la sua erezione nella mia entrata, portando poi la testa in alto una volta entrata tutta. Grazie alla visione periferica riesco a vedere Apo che comincia a masturbarsi, godendosi lo spettacolo, non appena accenno a dei piccoli movimenti di bacino.

Sento le dita di Jackson che affondano nella carne delle mie cosce, incoraggiandomi sempre di più. Aumento il ritmo man mano che il cervello ha bisogno di quel piacere così intenso ma breve.

Lascio andare l'erezione di Jackson che rimbalza contro il suo stesso addome, spostandomi poco dopo. Dopo qualche secondo il corvino si avvicina e decide di unirsi a noi.

«Reggiti contro lo schienale.» mi mostra la poltroncina dove era seduto poco fa, sentendolo dopodiché accarezzare la mia entrata con la sua erezione.

Faccio come mi ha detto e lo sento dentro di me, facendomi gemere alla sensazione. Riesco a vedere Jackson avvicinarsi alle spalle di Apo ed entrare in lui, costringendo a quest'ultimo il compito di dover muovere il bacino.

Poche spinte dopo, le braccia del moro mi raggiungono e stringono me e Apo al suo corpo, emettendo un ringhio. Nella stanza si respira soltanto il momento di lussuria e di passione incandescente.

I nostri corpi sembrano fondersi insieme e comincio a sentire le labbra far male dai continui baci e morsi da parte degli altri due. Il calore esterno non è per nulla paragonabile a quello interno alla stanza, né tantomeno a quello emanato dai nostri corpi.

Ci separiamo poco dopo, sbarazzandosi dei preservativi e potendo continuare fino al loro culmine. Il primo a venire è Jackson, emettendo un ringhio ancora più forte, seguito da un sospiro a denti stretti, facendo venire anche me al solo sentire.

Il corvino continua a masturbarsi, ma non appena il moro gli prende il volto tra le mani e assaggia le sue labbra, viene subito dopo, gemendo contro le labbra dell'altro.

[…]

«Hai finito?» sento la voce di Jackson che subito fa capolino dalla soglia della porta. Finisco di allacciarmi le scarpe e mi alzo soddisfatto «Ora ho finito.» gli sorrido, uscendo dalla stanza.

I ragazzi stanno ancora dormendo, siccome è ancora molto presto, la casa sembra vuota. «Dove andiamo di bello?» gli chiedo non appena esco di casa

Si è svegliato presto e doveva andare a sbrigare qualche faccenda, così gli ho chiesto se potessi andare con lui. Entro in macchina, allacciandomi subito la cintura di sicurezza e aspetto che entri anche lui.

«Cosa ne dici se facessimo colazione insieme?» mi chiede una volta aver messo a moto, uscendo sulla strada. Annuisco energicamente, poi aggiunto «Solo io e te? Non viene anche Apo?».

«Ci sta già aspettando lì. Dobbiamo incontrarci per poter parlare di una cosa.» continua a guidare, incollando gli occhi sulla strada, senza permettendo a nessuno e niente di distrarlo.

Mi siedo al tavolino del bar per poter fare colazione con Apo che già si è messo comodo. «Ce ne avete messo di tempo.» il corvino esordisce con una risata, guardando l'orologio.

«È stata colpa mia. Mi sono unito all'ultimo minuto.» mi assumo tutte le responsabilità che devo prendermi, poi mi metto comodo. Dopo qualche minuto faccio la mia ordinazione e prima che arrivi, mi alzo «Devo andare un attimo in bagno».

Una volta chiusa la porta incontro Beom Seok intento a lavarsi le mani, che mi rivolge uno sguardo sorpreso. «Andrea, che bella sorpresa.» mi fronteggia poco dopo, cominciando a scrutarmi meglio.

Non gli parlo minimamente, mantenendo il silenzio del luogo, ma non vale anche per lui. «È un peccato che il nostro rapporto non sia durato tanto. Dopotutto già avrei dovuto capirlo, prima della tua partenza.» continua a parlarmi, magari si aspetta che in qualche modo mi possa ferire da dentro, ma si sbaglia.

«Forse anche prima di Natale, ma non so se ricorderai quei fiori che sono stati mandati a Jungkook.» si interrompe, avvicinandosi sempre di più, poi sussurra «Sono stato io a mandarli. Sai perché?».

Continuo a rimanere in silenzio, non avendo nulla da dirgli, non capisco nemmeno perché me lo sta dicendo. «Mi annoiavo. Avete litigato poi? Mi dispiace tanto.» si risponde da solo, ma prima che esce dal bagno, si lascia con un commento «Sta' attento a quello che fai».

[…]

Continuiamo a parlare, scherzando anche, dopodiché mi arriva una chiamata dal numero misterioso. Mi alzo e mi precipito fuori al bar per poter rispondere.

«Cosa vuoi? Chi sei? Dimmelo una volta per tutte. Chi diavolo sei?» mi ero promesso di non perdere la pazienza, dopotutto è quello che vuole, ma non sono riuscito a mantenere la calma.

«Calma Andrea. Volevo dirti che voglio mostrarmi, ma dovrai venire a Jeju per potermi incontrare.» risponde con la sua solita voce camuffata, chiudendo subito dopo.

Jackson e Apo corrono fuori il bar e controllano che la situazione sia al suo posto, ma mi lascio con un commento «Dobbiamo andare a Jeju.» scaturendo la loro curiosità e la loro confusione in un attimo.

Will We Make It?Where stories live. Discover now