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Rimango alla ricerca del mio fiato non appena concludiamo, cercando di calmare la respirazione. Vedo Jackson alzarsi per poter andare in bagno, lasciando la porta rigorosamente aperta.

«Devo ammettere che vederti fumare, mi eccita.» ammetto a voce alta, assicurandomi che possa sentirmi. Percepisco la sua risata e non appena ha finito, torna in stanza, mi si avvicina per stringermi a sé per poi sussurrarmi «Hai fatto male a dirmelo».

«Può darsi, ma non m'importa.» replico mantenendo il tono silenzioso, volendo rispettare la quiete dopo quello che abbiamo fatto.

Lo vedo abbastanza stanco, così cambio argomento e subito santo al dunque. «Cosa succede?» gli faccio poco dopo, ma il suo atteggiamento non presagisce nulla di buono.

«Niente, sono solo stanco. Non ho dormito per niente stanotte.» la risposta mi sembra leggermente troppo evasiva, ma riesco ad accontentarmi, o almeno faccio finta per non peggiorargli la situazione.

Gli afferro il volto tra le mani, quando poi mi faccio avanti per baciarlo, lo tranquillizzo «Sai che puoi contare su di me, vero?» mostrandogli un sorriso subito dopo.

Annuisce, lasciandomi intravedere un piccolo sorriso, ma poi ritorna normale spostandosi al mio fianco. «Cosa ne dici se ci guardassimo un film?» propongo, volendo passare più tempo con lui e fortunatamente accetta l'idea, così possiamo sistemarci sul divano e guardarci un film.

«Sicuro che non vuoi dirmi cos'hai fatto ieri sera?» cerco in qualche modo di scoprire la verità, però continua a darmi risposte sempre più ambigue. «Non ne voglio parlare. Meglio se ci guardiamo il film.» replica subito dopo aver impostato la televisione.

[...]

Non siamo nemmeno a metà film che noto Jackson cominciare a dormire, poggiando la testa sulla mia spalla. «Quanto devi essere stanco?» gli chiedo senza aspettarmi una risposta, cercando solo di dare voce ai pensieri.

Lo lascio riposare mentre i miei occhi non accettano di guardare oltre se non il suo volto dormiente. Dopo nemmeno qualche minuto, sento la porta aprirsi e subito vedo Apo che entra con delle buste da spesa.

«Hey Andrea. Cosa ci fai qui? Non dovresti trovarti sulla spiaggia?» mi sorride non appena poggia le buste sulla tavola, poi nota Jackson che dorme e continua «Vedo che sta finalmente dormendo.» ridacchia, sedendosi su una poltroncina.

Guardo il moro, poi ritorno con lo sguardo sul corvino e decido di interrogare lui su quello che è successo con Jackson. «Perché finalmente? Non ha dormito ieri sera?» subito gli chiedo, senza nemmeno rispondere alle sue domande.

«No. È stato tutta la notte sveglio, ha bevuto e fumato, dopo essersi arrabbiato al telefono.» finalmente riesco ad ottenere qualche informazione, poi aggiunge «Volevo parlargli del bacio che mi diede quando abbiamo fatto sesso insieme.» continuo a guardarlo per voler sapere di più «Ma non appena ho accennato al fatto, ha voluto subito fare sesso».

«Avete fatto sesso?» chiedo e mi domando perché non me abbia voluto parlare prima di addormentarsi. Annuisce, mandando giù un sorso d'acqua, poi aggiunge «Ha voluto farlo 3 volte. Non era ubriaco, ma era abbastanza per poter sentire il gusto del suo drink sulla lingua».

«Non so perché, ma l'alcol gli fa uno strano effetto, oppure perché ho parlato di sesso, magari era solo la combinazione delle due cose.» continua poco dopo, dando una sbirciata al film. Prendo un bicchiere d'acqua e non appena prendo il primo sorso, quasi non mi strozzo «Avete fatto sesso, giusto?».

Mando giù il sorso e comincio a tossire, ma lo sguardo del corvino è completamente consapevole. «C'è qualcosa che non va?» mi chiede, alzandosi e avvicinandosi divertito. «Pensavo fossimo in una relazione a tre.» continua ad avvicinarsi, finché non finisce con il sussurrare «Potremmo fare sesso anche io e te».

Mi si avvicina e cerca di baciarmi, ma lo fermo dal petto, facendogli sapere «Io non sono Gulmi.» dal suo sguardo non riesco a percepire se sia sorpresa o confusione. «Lo so e scusami se te l'ho fatto pensare.» si scusa, massaggiandosi dietro il collo.

«Credo sia meglio che vada.» il tono della voce fortunatamente è abbastanza alto per essere ascoltato, così lo saluto ed esco dalla stanza, quasi disperandomi.

[...]

Tutte le ragazze sono uscite, lasciandomi da solo in stanza e finalmente posso godermi qualche musical, recuperandomi quelli non conclusi.

«Che la serata dedicata a me stesso, cominci.» clicco il pulsante sul telecomando senza alcuna pietà, volendo concentrarmi completamente sullo spettacolo.

Non riesco a raggiungere nemmeno la metà del film che subito bussano alla porta, così sono costretto ad aprire la porta. «Cosa ci fate qui?» chiedo subito vedendo entrare i tre moschettieri con varie buste.

«Siamo venuti qui per mangiare con te.» esordisce Chan tutto contento, mentre Jungkook aggiunge «Abbiamo saputo che le ragazze non c'erano e siamo venuti qui.» poggiando le buste piene di cibo sulla tavola.

«Non ce n'è bisogno, posso mangiare anche...» cerco di rassicurarli, ma non vogliono sentire ragione. Chan mi zittisce subito sotto le risate degli altri due «Siamo qui, abbiamo comprato il cibo e ora lo mangiamo tutti insieme. Un po' come i vecchi tempi».

Mi siedo insieme a loro, dopodiché cominciamo a mangiare tutti insieme tra risate e chiacchiere. La sensazione che provavo all'inizio ritorna, facendomi intuire di quanto li abbia trascurati nell'ultimo periodo, principalmente da quando sono tornato dopo le vacanze di Natale.

«Scusatemi.» ritorno serio per un attimo e, non appena mi rivolgono la loro attenzione, continuo «Scusatemi per tutto. Per tutto quello che ho fatto e detto. Jungkook scusami per non averti creduto sui confronti di Beom Seok; Yunho scusami per averti dato quello schiaffo a casa di Seo Hyeon, mi ha raccontato tutto».

Mi fanno cenno di non preoccuparmi con un sorriso, ma aggiungo «Ho sbagliato e voglio chiedervi scusa, per non parlare dei guai che ho causato da quando ho messo piede a Seoul lo scorso Settembre.» ripenso a tutto quello che è successo in tutto questo tempo, che sembra essere passato in un battito di ciglia.

«Non è stata colpa tua. È sbagliato prendersela con se stessi, non serve a niente.» mi parla Yunho, mentre la mia mente richiama il ricordo della sua guancia rossa e gli occhi lucidi dovuti al mio schiaffo.

Chan mi afferra la mano e subito mi conforta «Ci sono cose che non possiamo controllare e il passato è una di queste. Ora pensiamo soltanto al presente, va bene?» annuisco facendo sorgere un sorriso lentamente sulle mie labbra.

Will We Make It?Onde histórias criam vida. Descubra agora