capitolo sei

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RAFAEL

Sospirò, osservando il campo da basket vuoto mentre lasciava cadere la borsa su una delle tante sedie verdi che circondavano il perimetro: sapeva che erano tutti dei ritardatari cronici eppure eccolo lì, in anticipo.

Era stato addestrato troppo bene da Fifì, ormai era impossibile per lui arrivare in ritardo o all'orario prestabilito. Sempre in anticipo. Come avesse fatto poi, era un mistero anche per lui, dato che Daniel l'aveva avvisato solo mezz'ora prima di quella partita perché se n'era dimenticato.

Lasciò andare un sospiro, mentre si sedeva su una delle sedie e si guardava attorno: Sarah era lì a correre? Guardò un paio di corridori attraversare uno dei vialetti che delimitavano il campo ma di lei nessuna traccia.

Forse era già stata lì o forse era in una zona distante del parco.

Sbuffò, recuperando il cellulare e aprendo la chat di messaggi, selezionando il contatto di Sarah e guardando la conversazione della sera precedente: se le avesse scritto lei lo avrebbe letto oppure avrebbe aspettato di essere a casa? Sempre se era lì...

Chiamarla forse? Sì, decisamente era la soluzione migliore.

Aprì la rubrica, trovando il contatto di Sarah subito all'inizio: era entrata a far parte dei suoi preferiti da subito, facendo compagnia a quelli dei suoi genitori e di Alain.

Stava per premere il pollice sull'icona gialla quando un rumore di passi gli fece distogliere l'attenzione dallo schermo, voltandosi verso la persona che si stava avvicinando e sbuffando.

Perché lui?

Perché di tutti quelli che dovevano giocare, proprio il cazzone era quello che era arrivato per primo?

"Fabre, come va?" lo salutò Julien, sistemando la borsa sulla sedia vuota accanto a quella dove Rafael si era seduto e torreggiandolo dall'alto, con le braccia incrociate e il sorriso dipinto sul volto.

"Male ogni volta che ti vedo, cazzone" decretò Rafael, infilando il cellulare in tasca e alzandosi: erano alti uguale ed erano più o meno della stessa corporatura, quindi non lo preoccupava più di tanto per la sua presenza fisica: "Pronto a perdere come sempre?"

Julien incassò la domanda senza alterare il sorriso che aveva, scrollando poi le spalle: "Sono solo partitelle" decretò, sciogliendo le braccia e continuando a fissarlo con quell'insopportabile espressione in volto: "Come sta andando la tua vita 'di coppia'?"

"Non vedo come possano essere cazzi tuoi" decretò Rafael, tenendo le mani nella tasca della felpa e chiudendo le dita a pugno, contando mentalmente fino a dieci per mantenere a freno il bisogno di togliergli quell'espressione sul volto.

"Beh..."

Julien si fermò, fissando un punto alle sue spalle e Rafael si voltò, osservando la ragazza in abbigliamento sportivo che si avvicinava a loro correndo a un ritmo sostenuto: la lunga coda di capelli oscillava a ogni passo e Sarah gli sorrise, fermandosi a pochi passi da lui, proprio sul limitare del campo di basket: "Ehi" lo salutò, regalandogli il suo solito sorriso luminoso e facendo scivolare poi lo sguardo al ragazzo dietro lui, accennando solo un movimento del capo come segno di saluto.

"Ehi" le mormorò Rafael, avvicinandosi a lei prendendole una mano, carezzandole il mignolo e tenendo lo sguardo in quello nocciola di Sarah.

"Non mi avevi detto che oggi avevi una partita" Sarah fece un passo verso di lui e gli lasciò andare la mano, posandogli le dita sui fianchi e guardandolo con il mento poggiato sul suo petto, mentre lui le sorrideva e le sistemava il berretto in modo da poterle vedere il viso.

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now