capitolo otto

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RAFAEL


Cinque minuti.

Rafael sospirò, guardando il cellulare e notando l'orario: i suddetti cinque minuti erano passati già da dieci minuti ma di Sarah ancora nessuna traccia. Non gli aveva aperto, quando aveva suonato, dicendogli che aveva bisogno solo di altri cinque minuti.

Pensava che quella scusa fosse solo una diceria, una lamentela fatta da persone fin troppo impazienti, ma a quanto pare non era così.

Il rumore del portone che si aprì lo riscosse, facendolo sobbalzare appena e voltarsi, sistemandosi la giacca e il maglione mentre il suo sorriso scemava alla vista del volto di Alex, seguito dall'anziano condomino di Sarah: "No, non siamo la tua bella" decretò Alex, sistemandosi gli occhiali e stringendo poi a sé l'altro uomo: "Siamo solo due maschioni che vanno a godersi la notte di Parigi..."

"Lo porto solo un po' fuori, prima che si metta a fare la manicure con Odette" sospirò l'anziano, scuotendo il capo e dando una lieve spinta a Alex: "E si guardino di nuovo Casablanca."

"Le mie unghie però sono perfette" decretò Alex, mostrandole a Rafael e l'unica cosa che lui osservò fu come riflettevano la luce dei locali che li circondavano.

Annuì, non sapendo bene cosa dire: come modello era stato truccato e aveva indossato lo smalto anche lui, però non era per niente esperto del settore, di solito si affidava alle assistenti di Fifì e lasciava fare tutto a loro.

Il portone si aprì di nuovo e Sarah comparve sulla soglia ed era semplicemente bellissima: il suo trucco non era pesante ma semplicemente enfatizzava gli occhi e il suo sorriso luminoso, i lunghi capelli biondi le incorniciavano il volto e cadevano in morbide onde sulle spalle. Indossava un cappotto di lana marrone chiaro sotto al quale...

Sotto al quale la signorina aveva dimenticato di mettersi qualcosa, dato che non credeva che quel maglione gigantesco che le arrivava a metà coscia, potesse essere un vestito.

Gli piaceva parecchio l'abbinamento con gli stivali neri che superavano il ginocchio ma il maglione era troppo corto.

"Oh la la. Madamoiselle, stasera siamo bellissime" dichiarò Alex, incrociando le braccia e ammiccando con gli occhi, dando poi a Rafael una lieve spintarella.

"Aristide sei autorizzato ad affogarlo" sbottò Sarah, fissando l'amico e ignorando completamente Rafael al suo fianco.

"Posso abbandonarlo da qualche parte?"

"Aristide, non darle corda" Alex piagnucolò, indicando la ragazza con l'indice: "è cattiva nell'anima."

"Vuoi che ti affoghi io?"

Ah, le minacce di Sarah. Era divertente quando non erano rivolte a lui.

Beh, in verità le trovava divertenti anche quando erano tutte per lui.

"Aristide, andiamo" Alex prese l'uomo per le spalle, girandolo verso il vicolo che serpeggiava per le case e facendo poi un passo, alzando un braccio verso l'alto: "La notte è giovane e le signorine aspettano solo noi."

Rafael guardò la strana coppia allontanarsi, avrebbe dovuto dire qualcosa a Sarah, salutarla ma in verità aveva solo una domanda da fare: "Non ci sono problemi a mandarli da soli?" domandò, voltandosi verso di lei e vedendola tenere lo sguardo sui due che si allontanavano sempre di più.

"Al massimo, domattina Alex si ritroverà da qualche parte, in mutande" mormorò Sarah, scrollando le spalle e facendo oscillare le ciocche mentre al naso di Rafael arrivava il dolce profumo di miele che lei emanava sempre.

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now