capitolo nove

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SARAH


"Sono venuta a prenderti!" esclamò, saltellando vicino al ragazzo e vedendolo sobbalzare leggermente, riprendendo subito il controllo di sé e sistemandosi gli occhiali da vista scivolati sul naso.

Alex la fissò, guardandosi poi attorno prima di riportare l'attenzione su di lei: "Dov'è il tuo gemello siamese?" le domandò, prendendole la guancia con il pollice e l'indice, tirandola leggermente: "Difficile vedervi separati. Sto rimpiangendo Lo Steve, sai? Ed io lo odiavo!"

"Hai finito?" dichiarò Sarah, dando un lieve schiaffo alla mano dell'amico e piegando le labbra in un broncio.

Alex ghignò, mentre stirava le braccia verso l'alto, avviandosi poi verso le scale automatiche che portavano verso il piano superiore di Les Halles, quello che per Sarah era diventato il Centro Commerciale con entrambe le C maiuscole.

Il fatto che Alex lavorasse proprio lì le forniva un'ulteriore occasione per andare e perdersi, nel vero senso della parola, per l'intricato labirinto fatto di negozi che si estendeva sottoterra.

Beh, in verità non era così complicato, semplicemente lei aveva la facoltà di perdersi come se niente fosse.

"Sì, dovevo solo sfogarmi un attimo..." Alex lasciò andare un lungo sospiro: "La vecchietta di Madagascar è stata dura da gestire: due ore a farle capire che un monitor di un pc non è un televisore."

"Stavo pensando di offrirti un po' di finto sushi" mormorò Sarah, voltandosi verso l'amico e sorridendo, mentre vedeva l'espressione dell'amico illuminarsi.

Poche cose rendevano felice Alex: ogni videogioco esistente, ogni manga o anime esistente e il sushi.

Beh, anche le ragazze asiatiche ma non ne aveva una sottomano al momento, ma dal signor Cheng c'era Xiang e...

Beh, l'avrebbe vista bene al fianco di Alex.

"Adesso come adesso mi andrebbe bene qualsiasi cosa" decretò Alex, prendendola per le spalle e camminando abbracciato a lei: "Com'è andata la tua giornata? Ti sei divertita con il tuo bellissimo modello? Hai finalmente..."

"Sono stata a lezione e poi dalla psicologa" Sarah sospirò, lasciando che Alex la guidasse: viveva a Parigi da meno di lei, ma era decisamente più abile a orientarsi: "Rafael l'ho sentito per telefono perché è stato sequestrato da Fifì."

"Puoi smettere di distruggere i miei filmini mentali? Non ho vita sociale e l'unica che può collimare questo vuoto..."

"Dovete smetterla di campare sulla mia vita amorosa" bofonchiò Sarah, lasciando andare un sospiro: anche Suzette, quella mattina, le aveva detto qualcosa di simile.

"Io e chi? Quello dietro di me?" le chiese Alex, lasciandola andare e voltandosi, come per assicurarsi che ci fosse qualcuno dietro di lui.

"No, Suzette."

"Oh, la tua amica che ancora non conosco. La tua amica rossa con cui ti fotografi e metti sempre le foto su instagram, la tua amica..."

Sarah lasciò andare un sospiro, ascoltando Alex elencare tutte le cose che lei faceva con Suzette e sentendo l'accusa nella sua voce: "Vedrò di fartela conoscere" mormorò, decidendo di coprire quella grave mancanza il prima possibile e, soprattutto, prima che Alex potesse rinfacciarle ancora una volta di avere amici che non conosceva anche lui.

Se poi le sarebbe piaciuta o meno, quello era un'altra questione. Lui doveva conoscerla, quasi come se fosse stato un padre apprensivo.

"I tuoi amici sono i miei amici" decretò Alex, battendosi la mano sul petto e poi passandole nuovamente il braccio attorno alle spalle, riprendendo la loro camminata: "A parte Lo Steve. Lui non l'ho mai digerito."

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now