capitolo dodici

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RAFAEL


"Sì, questo è lo sguardo di un uomo che ha fatto del buon sesso" Rafael lasciò andare un sospiro, sistemando la bottiglia che l'altro gli aveva passato e mettendola con l'etichetta in bella mostra.

Quante volte aveva fatto quell'affermazione? Aveva perso il conto dopo le prime, ma contando che era lì da un paio di ore, forse aveva superato la decina o la ventina.

"Sono solo felice perché finalmente ho di nuovo la mia libertà a casa" borbottò, allungando la mano e ignorando il sorriso sardonico che piegava le labbra di Alain, strappandogli quasi dalle mani la nuova bottiglia e sistemandola accanto alla precedente: "Mio padre è una presenza noiosa, quando ci si mette: sei lì che cucini e lui comincia a parlarti di popolazioni indigene che mangiano serpenti."

Il simposio sulla cucina di alcuni popoli aborigeni dell'Australia e sui loro piatti a base di carne di serpente, gli avevano rovinato l'appetito per un paio di giorni.

Per quanto non avesse problemi a stare con suo padre, aver ritrovato la sua tranquillità era di certo una cosa che lo rendeva felice.

"Sì, ma quella luminosità nel tuo sguardo è perché hai fatto sesso" commentò Alain, ghignando come un bambino e recuperando l'ennesima bottiglia.

"Come fa tua moglie a sopportarti?"

"Con tanta pazienza" decretò una voce femminile, facendolo voltare verso l'ingresso del locale e vedendo la donna sulla soglia: una versione più giovane e prosperosa di Fifì lo fissava con il sorriso sulle labbra.

Monique si avvicinò al bancone, usando i grossi occhiali da sole che portava a mo' di fascia per i capelli e gli sorrise, mentre si sedeva e tamburellava le dita sulla pietra: "Giusto per sapere, cosa è successo qualche sera fa? C'è stata una recensione negativa e chi l'ha scritta dice che è stato quasi picchiato da un orso di educazione" domandò, appoggiando il viso contro il pugno chiuso e facendo vagare lo sguardo da lui ad Alain.

"Lui" decretò subito Rafael, indicando il colpevole di quello spiacevole incidente avvenuto qualche giorno prima: lo ricordava benissimo, perché si era goduto l'intera scena mentre shakerava un cocktail per Daniel, uno di quelli con talmente tanta roba dove non capivi il gusto di niente: "Il tipo che ha detto che il tuo cocktail faceva schifo..." aggiunse, quando Alain lo fissò con lo sguardo assottigliato mentre stringeva i pugni.

Lo vide sbattere le palpebre e poi massaggiarsi il mento coperto dalla barba, prima di annuire con la testa: "Ah, quello che poi ci ha provato con quella tipa e non capiva il 'no' come risposta."

"Dovevi dirmelo, come tua social media manager e tua moglie sono obbligata a sapere certi dettagli per prevenire di mandare a quel paese il lavoro che ho fatto negli ultimi anni" Monique lasciò andare un sospiro, scuotendo il capo e poi spostando la sua attenzione su Rafael: "Ovviamente tu non potevi fermarlo, eh? Sicuramente eri con la tipa in magazzino o in bagno..."

"Sono impegnato" decretò subito lui, incrociando le braccia al petto e alzando il mento: come poteva anche solo pensare che avrebbe tradito Sarah in quel modo? Non ci pensava minimamente e, se anche solo avesse provato a farlo, era certo che la ragazza lo avrebbe ucciso a suon di calci.

"Non stai lavorando, Rafael" decretò Monique, tenendo lo sguardo su di lui.

Possibile che Alain non l'avesse informata? Beh, si trattava di un cavernicolo idiota quindi sì, era possibilissimo.

"No, sono impegnato ovvero ho la ragazza" precisò, sorridendo e inclinando il capo: "Non la tradirei mai."

"Aspetta" Monique alzò una mano come a fargli cenno di non andare oltre, poi indicò Alain che stava ghignando accanto a loro: "Non mi prendeva in giro quando mi ha detto che avevi la ragazza?"

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now