capitolo ventotto

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RAFAEL

Storse la bocca al profumo forte che gli arrivò alle narici, quasi ringhiando una rispostaccia alla ragazza che gli aveva offerto una sveltina nel bagno e guardandola andandosene impettita sui tacchi, mentre la sua agente entrava nel locale e sventolava un pezzo di carta rettangolare, tenendolo con l'indice e il pollice: "Sia chiaro, questa è l'ultima volta che te lo porto" bofonchiò Fifì, poggiando l'assegno sul bancone e sorridendo, mentre lui recuperava il compenso di uno degli ultimi servizi fotografici e lo infilava in tasca: "Raggio di sole, che cosa hai?" dichiarò Fifì, tirando fuori il suo pacchetto di sigarette e infilandosene una in bocca.

"Fifì, non è aria" dichiarò Alain, fermandola prima che l'accendesse e salvandola dalla rispostaccia che Rafael aveva sulla bocca: quella sera non aveva proprio voglia di avere a che fare con lei, che sembrava ben decisa ad alimentare la rabbia che era montata dentro di lui da quando Sarah lo aveva lasciato con un calcio nelle palle e la consapevolezza che per lei non era mai stato niente di serio.

Non poteva esserlo, se lei non si fidava di lui e alla prima occasione lo lasciava.

"La fidanzatina l'ha lasciato?"

"Fifì, fatti i cazzi tuoi per una volta" ringhiò Rafael, posando entrambe le mani sul bancone e chinando la testa, respirando profondamente e trattenendosi dallo strozzare la donna.

Non sapeva per quanto ancora sarebbe stato capace di farlo, però.

Una parolina di troppo e Fifì avrebbe detto addio al mondo.

"Uao. Ci ho preso" mormorò Fifì, ridacchiando: "Andiamo, hai diciotto anni. Non è la fine del mondo..." esclamò, battendo forte la mano sul bancone: "Morta una fidanzatina, se ne fa un'altra."

"Io continuo a chiedermi come cazzo hanno fatto i tuoi a fare te e poi Monique..." sospirò Alain, mentre Rafael continuava a concentrarsi sul suo respiro: doveva farlo o, seriamente, si sarebbe pentito delle sue azioni.

"Lo so, quella venuta meglio sono io" trillò Fifì, sistemandosi su uno degli sgabelli del bancone e sorridendo, mentre schioccava le dita e lo guardava con insistenza: "Forza, merdina! Non hai perso il grande amore della tua vita..."

"Fìfì, seriamente..." ringhiò Rafael, alzando la testa e puntando lo sguardo sulla donna, vedendo il sorriso pieno di divertimento che le piegava la bocca: avrebbe potuto minacciarla, rendersi pericoloso, ma quella non l'avrebbe mai preso sul serio.

Esattamente come Sarah che non aveva mai pensato che lui potesse essere serio verso di lei.

"Fammi un Martini, bello" esclamò Fifì, puntando il dito verso Alain e ridacchiando: "Stasera mi diverto!"

Rafael aprì bocca, pronto a gettare merda addosso alla sua agente ma si bloccò, notando una ragazza dai capelli biondi entrare nel locale: il nome di Sarah balzò subito nella sua mente, ma svanì il secondo successivo quando riconobbe la nuova arrivata e la vide marciare verso di lui.

Blanche era sul piede di guerra, a quanto pareva.

Perfetto, aveva proprio bisogno di sfogarsi su qualcuno...

"Bene, parliamo" decretò la ragazza, piazzandosi davanti a lui e tamburellando con le unghie sul bancone: Rafael sbuffò, recuperando uno straccio e passandolo sul piano di marmo, facendole spostare le mani.

"No" dichiarò sbrigativo, riponendo lo straccio e dando una veloce occhiata al volto dell'amica: Blanche non si sarebbe accontentata di quella risposta e il sorriso che le piegò le labbra fu semplicemente la conferma della sua affermazione.

"Davvero? Sei veramente convinto che mi arrenda così?"

"Cosa cazzo vuoi, Blanche?" sbottò Rafael, mettendosi le mani sui fianchi e fissando l'altra in volto.

La vie en rose - parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora