capitolo sette

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SARAH


"Non pensavo che sarei stata felice di tornare a lezione" sospirò Sarah, prendendosi il volto fra le mani e guardando la cattedra ancora vuota, prima di lasciar andare un nuovo sospiro e facendo spaziare lo sguardo sull'aula che si stava piano piano riempendo, mentre alle sue orecchie giungeva il brusio delle chiacchiere che avvenivano attorno a lei: "Non voglio più fare esami."

"Avremo una nuova sessione a giugno" decretò Suzette, mettendo davanti a lei un blocco e poi recuperando il proprio cellulare: "Ah, ti devo far vedere una cosa: lui è BonBon!" disse con una punta di orgoglio nella voce, mentre le metteva sotto mano il telefono dove la foto di un cucciolo di cane faceva bella mostra di sé.

Una piccola palla di pelo castano, su cui risaltavano gli occhietti scuri, mentre veniva stretto da un braccio maschile, forse appartenente al padre di Suzette: "Ma che carino! Non mi hai detto che volevi prendere un cane..."

"Infatti non volevo, è capitato per caso" Suzette sorrise, osservando la foto del cucciolo sul suo cellulare e giocherellando con una ciocca di capelli sfuggita allo chignon improvvisato e tenuto malamente insieme da un paio di bacchette: "è dolcissimo, gironzola per casa tutto fiero e ha la camminata da bulletto: lo vedi con quelle zampettine tutto spavaldo..."

Sarah sorrise, vedendo lo sguardo di Suzette perdersi nella foto del cucciolo: "è un amore!" dichiarò, guardando ancora la piccola palla di pelo: "Voglio incontrarlo!"

"...l'avranno già fatto?"

Sarah si voltò appena, notando le due ragazze sedute una fila dopo quella in cui si erano accomodate lei e Suzette, riconoscendo i loro volti: erano le due ragazze con le quali era andata la prima volta a La Cigale, coloro che le avevano accennato per la prima volta il nome di Trombator e che poi erano morte di sospiri per lui tutto il tempo che erano state nel locale.

"Stiamo parlando di Trombator" dichiarò una delle due, alzando la voce sul nomignolo di Rafael in modo che fosse sicura che lei lo sentisse: "Sicuro che si è già fatta sbattere in ogni modo possibile. Quello che non capisco è perché lei?"

"Magari ce l'ha dorata" commentò la seconda, ridacchiando forte: "Di certo si annoierà presto..."

Sarah fissò davanti a sé, socchiudendo gli occhi e stringendo le labbra: non sapevano di quello che parlavano, non conoscevano lei e nemmeno Rafael, non sapevano quello che c'era fra loro.

Però...

Però faceva male uguale e ogni cosa che veniva detta si insinuava dentro di lei: non avevano fatto ancora nulla di quello che dicevano le due tipe, il loro rapporto era ancora a un punto abbastanza platonico per quanto baci e carezze non mancavano.

Rafael si sarebbe stanco di lei? O forse appena ricevuto ciò che voleva, l'avrebbe lasciata?

No, Rafael non era così. Lo sapeva.

"Ignorale" mormorò Suzette, prendendole le dita e stringendogliele, mentre guardava le due da sopra la spalla: "Si tratta di invidia: Rafael è il loro sogno proibito e poi..." Suzette sorrise, schiarendosi la voce: "Magari qualcuno non ha avuto nemmeno il piacere."

"Suzette!" disse Sarah, rimanendo a bocca aperta del tono più alto che l'amica aveva usato e con il quale era riuscita a zittire le altre due.

"Vogliono sparlare facendosi sentire? Possiamo farlo anche noi" commentò Suzette, scrollando le spalle e guardandosi indietro, piegando le labbra in un sorriso: "Lasciale perdere, finiranno se non dai loro soddisfazione."

"Parli per esperienza?"

"Più o meno" commentò la ragazza, giocherellando con una ciocca di capelli e arrotolandosi i ricci rossi al dito: "Nel mio caso erano altri motivi per cui sparlavano" si fermò, puntando lo sguardo davanti a sé e poi scuotendo la testa: "Ricordati sempre che hai un ragazzo dolcissimo che ti può coccolare e consolare. Inoltre adesso abbiamo lezione con suo padre e..."

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now