capitolo ventisei

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RAFAEL


"Devo ammetterlo" bofonchiò Rafael, contro la gola e succhiando appena la pelle morbida: "Mi mancava fare pausa durante il lavoro" continuò, infilando le mani sotto la stoffa leggera del vestito e massaggiando il sedere pieno, che gli riempiva completamente le mani.

Sentì Sarah ridacchiare, rabbrividendo al contatto delle dita di lei sulla sua nuca: "Dovrei venire tutte le sere?" gli domandò, allontanandosi un poco da lui e dandogli un bacio a stampo sulle labbra, gemendo appena quando lui fece scivolare un dito dentro le sue mutandine.

"Sì" le bisbigliò lui, mentre la carezzava fra le gambe e le leccava le labbra: "Almeno avrei un po' di riposo da quello schiavista di Alain."

"Povero, costretto a lavorare così tanto..." bisbigliò Sarah contro il suo collo, mentre faceva scivolare una mano fra loro, carezzandolo da sopra i jeans.

Rafael mugolò, allungando la testa all'indietro e socchiuse gli occhi, godendosi quella carezza: "Meraviglia, non sei di aiuto se mi tocc..." mormorò, mentre le massaggiava il sedere, stringendolo poi con forza e trattenendosi dallo slacciare i pantaloni: "Sarah. Non resisto ancora per molto."

"Chi ti ha detto di resistere?" gli domandò Sarah, ridacchiando e continuando la sua opera di tortura: doveva averla. Subito.

Non gli interessava se non si era portato nessun preservativo dietro e, cosa più importante, erano nel magazzino del locale.

"Ho creato un..."

"Mostro. Sì, penso che abbiamo superato questa fase" concluse per lui, ridacchiando e arricciando il naso.

"Giuro, come torniamo a casa ti faccio sparire quel sorrisetto, meraviglia" dichiarò, togliendo le mani dalle sue mutandine e dandole un lieve bacio sulla bocca, mentre la prendeva per i fianchi e la imprigionava fra gli scaffali e lui stesso.

"Che paura!" cantilenò Sarah, allacciandogli le braccia dietro al collo e dandogli un bacio leggero, succhiandogli poi il labbro inferiore.

Rafael gemette, aumentando la presa e facendo nuovamente scivolare le mani fino al sedere di Sarah, palpandolo con forza mentre intrecciava la sua lingua a quella di Sarah, assaporandola e divorandola: "Dovrei tornare da Blanche..." bisbigliò Sarah contro la sua bocca, prima di tornare a giocare con le loro lingue.

"Fidati, non ti aspetta" le rispose Rafael, posando la fronte contro quella di lei e respirando contro la sua bocca, socchiudendo gli occhi alle mani di Sarah che gli carezzavano le spalle e i pettorali.

"E qualcuno dovrebbe tornare al lavoro" decretò Sarah, dandogli un lieve colpo al naso con il dito indice e poi un nuovo bacio a stampo.

"Alain non mi aspetta" mormorò Rafael, stringendola e facendola aderire al suo corpo, posandole la bocca sul collo e risalendo verso l'orecchio, succhiandole il lobo e sentendola mugolare: "Secondo me dovremmo andare a casa e basta" decretò, stringendola più a sé e facendole sentire la sua erezione.

Oh sì, dovevano solo andare a casa e...

Rafael sbuffò, osservando Sarah allontanarsi da lui quando avvertì il rumore della porta che si apriva, mentre qualcosa come un metaforico secchio di acqua gelata si versò su di lui, facendo calmare il suo corpo: "Fantastico! Siete ancora vestiti" trillò Blanche, indicando poi le sue mani ancora sui fianchi di Sarah: "Mollala, questa è una serata tra ragazze e io sono tornata da poco, ho bisogno di aggiornamenti."

"Una cosa doveva fare Daniel, tenerti impegnata" decretò Rafael, sentendo da solo la stizza che aveva nella voce e guardando male per un attimo Sarah che aveva appena ridacchiato, dandole un lieve pizzicotto sul fianco.

La vie en rose - parte 2Where stories live. Discover now