capitolo trenta

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RAFAEL


"Preso tutto?" Rafael si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia e osservando la ragazza che vagava per la stanza ormai vuota: era strano vedere quell'ambiente privo di ogni particolare che riguardava la vita di Sarah.

Il piccolo appartamento che aveva sempre vibrato di energia e amore per Parigi, adesso, sembrava completamente asettico: era come se Sarah non avesse mai vissuto lì, il suo passaggio non aveva lasciato alcun segno in quel piccolo appartamento.

"Sto controllando" mormorò Sarah, guardandosi per un'ultima volta intorno e poi uscendo dall'appartamento e sorridendo alle due donne anziane che stavano aspettando sulla soglia: "Grazie per tutto" dichiarò loro, consegnando il piccolo mazzo di chiavi.

Erano due tipe particolari e completamente l'opposto una dall'altra: quella che aveva ricevuto le chiavi sembrava una donna pratica e scattante, un'impressione forse favorita dal caschetto in cui erano stati tagliati i capelli grigi e la camicia bianca con i jeans che indossava.

L'altra...

L'altra sembrava completamente persa nel suo mondo, con i lunghi capelli bianchi che le arrivavano a metà schiena, il lungo abito nero che lasciava completamente le braccia nude e lo scialle bianco gettato con disattenzione sulle spalle.

Lo fissò, con il sorriso sulle labbra dipinte, quasi scandagliandolo con lo sguardo celeste: "Finalmente conosco Monsieur tombeur de femmes" cinguettò, tamburellandosi le dita sulla guancia.

Tombeur de femmes? Beh, almeno non l'aveva chiamato Trombator.

"Sarah?" domandò, voltandosi verso la ragazza al suo fianco e osservandola alzare le mani con i palmi rivolti verso di lui.

"Sono innocente, lo giuro!"

"Scusala, adora dare soprannomi alla gente" dichiarò la donna pratica, scuotendo il capo e allungando una mano verso di lui: "Rafael, vero? Sono contenta di conoscerti, dopo aver sentito tanto parlare di te da Sarah e Alex."

"Anche io" dichiarò, anche se non sapeva se stava stringendo la mano di Fleur o di Odette: Sarah e Alex avevano parlato delle due donne, ma senza andare tanto nel dettaglio.

In verità, se dava retta a tutto quello che sapeva di loro, dovevano essere un'unica entità con due teste.

"Oh là là! Che pacco, ci credo che Miss America voglia venire a vivere con te!" dichiarò l'altra, battendo le mani e facendo tintinnare i numerosi braccialetti che aveva ai polsi: "Lo farei anche io, se fossi più giovane e mi interessasse quell'ortaggio lì..."

Rafael stirò le labbra, schiarendosi la voce: era abituato ai commenti, abituato agli apprezzamenti anche da parte di donne più grandi di lui, solo non così tanto più grandi e, cosa più importante, non davanti a Sarah.

Si portò una mano alla nuca, massaggiandosela e sentendo il bisogno di nascondersi dietro Sarah così da non mostrare ulteriormente i suoi attributi alla donna.

"Odette, andiamo" sospirò quella che doveva essere dunque Fleur e poi voltandosi verso Sarah, allargando le braccia e stringendola nel suo abbraccio: "Sarah, vieni a trovarci quando vuoi" lasciò andare la ragazza, voltandosi verso di lui e allungando una mano, carezzandogli la spalla: "Anche tu, Rafael."

"Grazie" mormorò Rafael, vedendo Odette prendere il posto di Fleur e stringere a sé Sarah: "Miss America, mi raccomando, divertiti parecchio" dichiarò, ridendo e poi lasciando andare la ragazze sorridendogli: "Monsieur tombeur de femmes, mi raccomando, falla urlare di piacere."

La vie en rose - parte 2Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu