capitolo ventinove

84 18 9
                                    

SARAH


Sarah osservò il cancello blu elettrico davanti al quale Blanche l'aveva letteralmente scaricata, intimandole di chiarire la situazione o si sarebbe ritrovata a dormire per strada. Inspirò pesantemente, guardando il verde del giardino e lo sprazzo di casa che riusciva a intravedere: le sue cose erano lì e anche Noir, di cui aveva sentito la mancanza in quei pochi giorni di lontananza.

Il gatto nero non era lì a fissarla e giudicarla come era solito fare, in compenso Blanche ne aveva preso il ruolo.

Aveva ancora le chiavi, sarebbe potuta entrare e cominciare a radunare le sue cose ma aveva paura di incontrare Rafael, rivederlo dopo tutti quei giorni che era stata senza di lui, sentire il suo cuore rompersi di nuovo e, temeva, non si sarebbe più riunito se fosse successo di nuovo.

Scosse la testa, facendo un passo indietro e avviandosi verso la fine della strada, mentre tirava fuori il cellulare e apriva la rubrica: Alex e Suzette erano fuori discussione, non poteva contattarli perché Blanche li aveva avvisati entrambi di non darle riparo.

Chiamare Odette e Fleur? Dire loro che sarebbe tornata nel suo vecchio appartamento?

Avrebbe potuto già farlo, in verità, ma era come mettere la parola fine a tutto quello e dentro di sé non voleva. Non ancora almeno.

Alzò la testa, stringendo gli occhi per colpa della luce del sole che illuminava la strada dal fondo e si avviò verso la fine, tenendo la testa bassa e guardando il selciato: "Sarah?" si immobilizzò, alzando la testa e osservando il ragazzo che stava scendendo la scalinata e teneva lo sguardo addosso a lei.

Rafael scese con calma gli scalini e, a ogni passo che lui faceva, sentiva il bisogno di correre via, di nascondersi per non affrontarlo ancora: "Ciao" le mormorò, una volta che fu giunto alla fine e si fermò vicino al lampione che dominava il centro della scalinata.

"Ciao" mormorò Sarah, guardandolo e trovando quella scena fin troppo simile a uno dei loro primi incontri, quando lui non si era ancora scavato il suo posto nel suo cuore e per lei era semplicemente un ragazzo che si credeva di essere chissà chi.

Inspirò, stringendo la cinghia della borsa e guardandosi attorno, osservando alcuni turisti risalire la scalinata che collegava la zona davanti Sacre Coeur, notando i loro visi rossi e leggermente sudati, continuando a fissarli quando li superarono e continuarono per il loro tragitto.

Non sapeva cosa dire.

Non sapeva cosa voleva dire.

Le parole le morivano in gola e non volevano uscire.

"Perché non mi hai detto niente?" le domandò Rafael, di punto in bianco, facendole portare l'attenzione su di lui e osservandolo poggiato con una spalla al lampione, le braccia conserte e lo sguardo completamente rivolto verso di lei.

"Blanche ha parlato" mormorò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e storcendo le labbra in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso, ma era certa sembrasse una smorfia.

"Al tuo posto sì" Rafael si fermò, sbuffando mentre un gruppo di turisti saliva la scalinata e passava accanto a loro in una cacofonia di voci, mentre la guida teneva alto un ombrello e dichiarava a gran voce quale sarebbe stata la loro prossima destinazione: "Possiamo andare a casa?" le domandò Rafael, facendo un passo verso di lei e indicando la strada da cui lei era appena venuta.

Casa...

Sì, le sarebbe veramente piaciuto andare a casa e cancellare tutti quei giorni, quelle ultime due settimane, con un colpo di spugna: lo seguì in silenzio, vedendolo camminare davanti a lei e notando piccoli dettagli qua e là.

La vie en rose - parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora