4

15 3 0
                                    


Due giorni dopo, arrivò l'email. Vidi la notifica dal cellulare: proveniva da "no-reply@duolingo.com", non potevano che essere loro. Purtroppo, come al solito da parte mia, ero estremamente pessimista. Già mi ero immaginato di leggere "115" (il punteggio massimo sotto la soglia del 120, visto che si andava di 5 in 5), allargare sconsolato le braccia e condividere il mio fallimento con Gaia, scrivendole "Missione fallita, ritirata", non che lei sapesse qualcosa della mia candidatura, comunque. Aprii la email. Tuttavia, mi accorsi subito che non parlava di risultati o punteggi. Lessi l'oggetto. <<Impossibile verificare la tua identità>>.

Non potevo crederci. Esame invalidato, quindi? Aprii il corpo del messaggio.

<<Sfortunatamente, non è stato possibile verificare la tua identità per il seguente motivo: la foto del tuo documento d'identità non era leggibile.>>

<<Dov'è la parte in cui mi dicono che si sono mangiati il mio cinquantone?>> pensai. Continuai a leggere.

<<Puoi inviare nuovamente il tuo documento d'identità entro 14 giorni dalla data dell'esame utilizzando il pulsante "Reinvia documento".>>

Niente paura, quindi. Avrei dovuto semplicemente fare uno scatto migliore, magari non mosso. Presi la mia carta d'identità, la fotografai e la spedii cliccando il famigerato "Reinvia documento", così come mi dicevano di fare nella email. Facile. Venti minuti dopo, una nuova notifica.

<<Il tuo documento di identità è stato verificato!>> tuonava l'oggetto.

Bene, almeno adesso soddisfavo i requisiti minimi.

<<E ora quanto tempo c'è da aspettare? 48 ore sono belle che passate!>> pensai.

La risposta era: non molto. In verità, solo due ore di attesa. Mentre stavo correggendo per l'ennesima volta i mini-essays, andando alla ricerca di minuzie a cui non avrebbero nemmeno fatto caso, sentii il classico rumore di una goccia d'acqua che cade in un lago, meglio conosciuto come suono di default delle notifiche sui dispositivi Android. Era giunto il momento tanto atteso.

<<Sono arrivati i risultati!>> recitava l'oggetto.

Inspirai e poi aprii la email, senza farmi offuscare da troppe fantasie. Mi aspettavo di trovarmi di fronte al numero tanto atteso, ma mi sbagliavo. Non c'era nessun numero. Bisognava fare un altro passo. Cliccare su un bottone.

<<Ma quanto devono farla lunga?>> sbottai.

Posizionai il mio dito su "Visualizza certificato" e mi ritrovai di fronte il mio nome e la mia foto.

<<Maurizio Veggense, 31 dicembre 2020, Duolingo English Test>>.

Alzai le braccia al cielo e urlai: <<Sì, ho vinto! Ho vinto salvando match point! Proprio al limite!>> paragonando le mie normali giornate, come sempre, ad epiche finali di tennis. Ce l'avevo fatta: avevo ottenuto proprio 120. Il punteggio si divideva poi in quattro sezioni: alfabetizzazione (come diavolo si traduce literacy?), comprensione, conversazione, produzione. Avevo ottenuto rispettivamente 135, 120, 105, 125. Il più basso, proprio in conversazione. <<Di sicuro perché mi ero bloccato mentre leggevo ad alta voce quella frase!>> pensai. Ma non aveva più importanza. Era giunto il momento di esibire la mia nuovissima certificazione sulla pagina di candidatura del MIT. Finalmente avrei potuto cancellare quell'obbrobrio di scusa con la quale cercavo di giustificare la mancanza di un certificato. Era anche vero che il minimo sindacale era 120 e io avevo proprio ottenuto quel punteggio, ma diavolo, che inglese sarebbe mai servito per dire parole come "derivata", "equazione", "integrale", che tra l'altro erano quasi identiche all'italiano? Almeno in quel momento avevo una prova concreta di essere decente in inglese. A essere sinceri, ero un po' impaurito di andare negli Stati Uniti completamente da solo con quel modesto livello di lingua. Però, sognavo di potermi inceppare un giorno di fronte al cassiere di un supermercato americano, perché significava essere stati ammessi, avercela fatta, poter andare lì in America e spaccare tutto. Se solo non fosse stato così tremendamente difficile!

Ma dovevo crederci e andare avanti. Passai gli ultimi giorni a curare i dettagli di tutto ciò che avevo fatto, aggiungendo una virgola in più da una parte e togliendola da un'altra. Il 5 gennaio, pagai il totale di 80 euro e inviai la mia candidatura. Fine. Il mio l'avevo fatto, mi sentii estremamente sollevato. Soprattutto, finalmente mi ero liberato di quella noia del rileggere fino alla nausea i miei testi in cerca di errori! 

Solo nella mia testaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora