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Di nuovo di fronte al solito schermo. Lo amavo, in realtà, ma il monitor non poteva mica essere abbracciato e riempito di baci come Ivi. Capivo bene che la situazione pandemica non era delle migliori, ma il governo non aveva alcun diritto di allontanarmi da Gaia in un modo così brusco. Soprattutto, dopo avermi fatto assaporare solo quattro giorni di felicità. Cercai di non pensarci troppo. Almeno, messo a tacere il cuore, avrei dato più spazio alla testa: c'era da pensare al test d'ingresso dell'Imperial College. Non ero nervoso, non eravamo nemmeno controllati in alcun modo. Volendo, quindi, si poteva pure barare, ma decisi di non farlo, la mia candidatura sarebbe stata genuina al cento per cento, eccetto per quella bugia sul C1 che Mat di HelloTalk mi aveva consigliato di aggiungere. Il giorno della prova, andò tutto liscio come l'olio. 45 minuti per rispondere a 10 domande di matematica. Una passeggiata, più o meno, a parte una grandissima indecisione sull'ultimo quesito. Stando a quanto avevo letto sul gruppo Discord dell'università, era giunto il momento di armarsi di pazienza e nervi saldi e sperare che mi chiamassero a un colloquio. Parallelamente, anche il MIT si fece sentire con una email, chiedendomi i voti del primo quadrimestre, che ancora però non erano saltati fuori da nessuna parte. Zero ansia, avevo fino al 28 febbraio per inviare la mia pagella agli americani e poi sapevo già che i miei professori non mi avrebbero fatto uno sgambetto. Purtroppo, la supplente di italiano aveva una gran voglia di sbandierare a destra e a manca il mio sogno, cosa che ovviamente a me non piacque.

<<Veggense, tu sei particolarmente agitato per l'uscita dei voti, non è così? Mi hanno detto che ti servono per quell'università straniera!>>

Mi impietrii. Come aveva osato quella trippona rivelare il mio segreto di fronte a tutta la classe? Colpa di Loredana, sicuro. Non ci si poteva proprio fidare di quella prof.

Tanto per la cronaca, il nostro vero insegnante di italiano, due giorni prima di quella breve riapertura delle scuole, si era fatto prontamente sostituire da una grassona neolaureata per paura di beccarsi il Covid e mandare all'aldilà i suoi genitori. Saggia scelta, se non per il fatto che per un cavillo burocratico non sarebbe potuto tornare in attività prima dell'inizio di marzo, nonostante fossimo in dad come prima. Quel gigantesco pezzo di lardo era pure peggio del prof d'italiano, spiegava così male che dopo la prima settimana smisi di ascoltare le sue lezioni per disperazione. E per giunta mi aveva pure smascherato di fronte ad una ventina di persone.

<<Ehm...no>> le risposi imbarazzato, mentre intanto scrollavo la lista dei partecipanti pregando di non leggere il nome di Luigi. Soprattutto lui non doveva conoscere quel segreto. Il fato fu cattivo e buono allo stesso tempo. Infatti, Luigi non si era collegato, ero salvo, e inoltre nessuno dei presenti fece troppo caso alle parole della paffuta docente. Nemmeno Aurora nominò la faccenda. Purtroppo per me, Loredana, durante la lezione di inglese del pomeriggio in preparazione al B2, fece la stessa tiritera.

<<Maurizio, sono sicura che un eccellente risultato al B2 ti darà un bello slancio per essere ammesso al MIT o all'Imperial College!>> disse verso l'inizio, non sapendo che quella certificazione all'estero valeva quanto un pezzo di carta con sopra scritto "Sono bravo in inglese". Fortunatamente, si ripeté la storia di quella mattina. Luigi non c'era e nessuno dei presenti diede peso al suo sproloquio. Doppio salvataggio. Mi chiesi per quale razza di motivo fosse così difficile chiudere la bocca e semplicemente disinteressarsi della questione. Era pur sempre la prof che aveva scritto la lettera di raccomandazione per entrambe le candidature, ma ciò non le permetteva mica di mettersi a sbandierare la mia roba personale. Intanto, i miei genitori erano ancora all'oscuro della faccenda. Loredana aveva saltato i colloqui per grazia divina e gli altri insegnanti erano stati discreti abbastanza da non mettermi nei guai. Carola, in particolare, riuscì a tenere la bocca chiusa. Già tre volte avevo sventato il pericolo, la dea bendata era decisamente dalla mia parte. Peccato che in amore mi riservò una mazzata micidiale. Con il ritorno della dad, ricominciarono anche gli incontri su Google Meet con Ivi. La sua amica Laura Tamburo era sempre più presente ai nostri ritrovi, ma la cosa non mi dava fastidio, anzi, rendeva il tutto più divertente. Io ero solito entrare nell'aula virtuale del professore di religione dopo l'uscita di quest'ultimo, mentre Gaia e Laura semplicemente non dovevano fare altro che rimanere lì e non cliccare su "Abbandona riunione". Ormai la nostra era una routine settimanale. Un sabato di metà febbraio, feci il mio ingresso nel bel mezzo di una conversazione tra loro due. Un dialogo che non avrei mai voluto ascoltare.

Solo nella mia testaWhere stories live. Discover now