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Il giorno dello sfogo era arrivato. Il 10 agosto 2021 avrei avuto casa libera per tutta la mattina, visto che i miei genitori sarebbero partiti molto presto per andare in montagna, mentre il pomeriggio mio fratello sarebbe tornato a casa dal mare. Non vedevo l'ora di assaporare il piacere in tutte le sue parti. Benché fossi quasi impazzito del tutto, avevo ancora un po' di raziocinio. Perciò, nelle ore che precedevano quel succoso momento, mi misi a cercare su Internet quanto fosse pericoloso navigare su quei siti, perché non volevo prendermi un virus gigantesco sul telefono, che magari avrebbe fatto apparire dal nulla foto di signorine svestite o cose del genere. Quello era il mio incubo numero uno, altro che Luigi. Come quella volta che nel 2017 un mio amico mi aveva inviato a tradimento un video che mai potrò dimenticare. I primi cinque secondi erano normali, mostravano semplicemente un'intervista di Cristiano Ronaldo, malgrado l'audio fosse un po' bassino. Caddi nella trappola: alzai il volume per sentire meglio. Non l'avessi mai fatto. Le parole del calciatore, passati quei famosi cinque secondi, vennero soppiantate dai rumorosissimi gemiti di una coppia, che si diffusero in tutta casa. Orgasmi, tanto per intenderci. In quattro e quattr'otto portai l'audio a zero, ma purtroppo ormai quei versi erano già giunti alle orecchie di mamma, nella stanza accanto.

<<Che è questo chiasso?>> chiese.

<<Mi sono sbagliato!>> le risposi.

Mi sono sbagliato. Non sapevo che dire, ero allibito, esterrefatto, schifato, arrabbiato. Da quel giorno in avanti, ebbi una matta paura che una situazione simile potesse accadere di nuovo. Andando su quei siti, forse sarei stato infettato da un virus simpaticone che si sarebbe divertito a farmi un altro scherzo del genere! No, non potevo rischiare così tanto, dovevo prima informarmi. Andai su Reddit, la voce del popolo. Anche se molti dei commenti assicuravano che non sarebbe accaduto nulla di male, la mia attenzione cadde solo su due di quelli.

<<Mah, se non tocchi gli annunci pubblicitari, secondo me sei apposto.>>

Accidenti, dunque quei siti non erano minimamente sicuri. Se avessi per sbaglio cliccato lì, avrei dovuto cestinare il mio telefono? Meglio non provare. Ero un po' deluso, a essere sinceri. Ma magari avrei trovato una smentita.

<<Milioni di utenti di Pornhub sono stati infettati da...>> recitava un altro.

No no no, non se ne parlava. Non potevo anteporre un effimero piacere carnale alla sicurezza del mio cellulare e quindi ai miei dati personali. Il piano cambiò leggermente: il giorno dello sfogo sarebbe rimasto, ma avrei fatto uso delle mie antiche tecnologie, piuttosto che collegarmi a quelle pagine web e infettare il telefono. L'autocontrollo, prima di tutto. La sera prima ero quasi emozionato, come se il giorno successivo ci fosse stato un esame o un appuntamento con la mia cotta. Non vedevo l'ora. Me ne vergognavo come un matto, ma poco potevo farci. Pregai addirittura che la mensola sopra il letto non mi cascasse sopra proprio quella notte. Il mattino seguente, mi librai in aria come una libellula, o forse dovrei dire come un diavoletto. I miei genitori erano già partiti. Feci colazione tranquillissimo, cercando di non pensare a quello che avrei fatto poco tempo dopo, mi lavai i denti e, nel giro di 40 minuti dalla sveglia, ero ufficialmente pronto per il giorno dello sfogo. Era da una ventina di giorni che fantasticavo su quanto me la sarei spassata e finalmente, giusto il tempo di prendere il telefono, mi sarei trovato di fronte agli occhi il piacere assoluto, seppur nella sua forma più becera e oscena. Passai ben venti minuti a curiosare online. Manco fossi un drogato, ne volevo ancora, ancora e ancora, ma il mio cervello era così pieno di dopamina che quasi riuscivo a sentirla muoversi: era il tempo di svuotarla. Mi infilai nella doccia, aprii l'acqua e diedi inizio alle danze. Tutto nel giro di un minuto, sperimentai il godimento più totale e, poco dopo, una tristezza e delusione mai provate prima.

Solo nella mia testaWhere stories live. Discover now