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Riuscii a riprendermi dal "trauma acustico" un'oretta dopo, a seguito della quale misi finalmente piede fuori dall'edificio, cercando qualcuno con cui passare il tempo. Mi incatenai ad Aurora in modo tale da non rimanere più solo, come invece era accaduto all'inizio della mattinata, pregando che quell'ultimo giorno di scuola finisse in fretta. Altro che giornata indimenticabile, fu la mattina in cui realizzai di aver perduto quasi ogni stretto rapporto col mondo! Mai mi ero sentito così anonimo, così solo, seppur in mezzo a una fittissima folla.

<<Maurizio, chiama gli altri dei Giochi della Chimica e dì loro di venire in laboratorio!>> mi disse a un certo punto Barbara, la prof di scienze, apparsa dal nulla dietro di me.

Vi ricordate del disastro che avevano combinato gli organizzatori dei Giochi e del fatto che avrebbero gettato la spugna? Alla fine, con mio grande dispiacere, non si erano arresi ed erano riusciti a mettere su una gara senza problemi tecnici. Nonostante fosse andata peggio della prima, mi ero aggiudicato il gradino più basso del podio nella regione. La prof, gonfia d'orgoglio, evidentemente aveva voglia di farsi bella col mio successo. Appena uscita la classifica, ero partito a leggere dal primo posto fino ad arrivare al mio nome, sperando di non leggere un infausto "Luigi Nistori" prima di "Maurizio Veggense". Per fortuna, il processo fu molto breve, visto che dovetti scorrere gli occhi solo fino alla terza posizione. Mi fermai lì, non mi interessava sapere quanto fosse arrivato il mio nemico. L'unica cosa importante era che l'avevo battuto di nuovo. Era la quarta volta, quell'anno. Il punteggio segnava 4-1 per me, con un'unica rete subita all'esame di inglese, escludendo per ovvie ragioni le gare a squadre (visto che partecipavamo nello stesso team).

A proposito della gara a squadre, dopo essere arrivati quinti ai quarti di finale, in semifinale la mia prestazione era stata ancora migliore rispetto alla gara precedente, eppure la scuola non era passata per due posizioni. Che mi fregava? Avevo spaccato, c'era solo da esultare. Quella volta ero stato io il vero trascinatore del team, visto che Andrea si era ostinato a voler lavorare senza di me, cascando male. Non che fossi chissà chi, però non mi era andato proprio giù quel suo senso di individualismo.

<<Bravi ragazzi, avete fatto un risultato eccezionale! Mai il liceo si era spinto così in là nelle competizioni a squadre!>> si era messa a urlare la Fassi dopo la gara per mitigare la nostra sconfitta.

Non era vero: sia nel 2018 che nel 2019 la scuola si era qualificata per la finale. Ancora oggi mi chiedo per quale diavolo di motivo la Fassi avesse sparato quella immensa bufala, forse per rincuorarci un pochino. Almeno la notizia non aveva fatto il giro del mondo: niente pubblicità, niente encomi sul gruppo classe, proprio nulla. D'altro canto, il mio bronzo ai Giochi della Chimica era stato acclamato con canti e danze dalla prof d'arte.

<<È l'ennesimo successo dell'anno, Maurizio, devi proprio esserne fiero!>> si era congratulata.

Con mio grande sollievo, aveva avuto la decenza di dirmelo in privato, non davanti alla platea della classe, cosicché l'invidia maligna di Luigi non potesse colpirmi in alcun modo. Purtroppo, però, la prof Barbara aveva deciso di farmi bersagliare proprio quell'ultimo giorno. Ci riunimmo tutti in laboratorio e iniziò a scattare foto a destra e a manca, che sarebbero finite, con ogni probabilità, sulla pagina Facebook dello scientifico per celebrare i risultati dei suoi studenti.

<<Adesso ne voglio una solo con Luigi e Maurizio!>>

Non conoscevo il motivo di quella foto. Magari eravamo i primi due del liceo? Non ne avevo idea, mi ero fermato a scorrere la classifica una volta beccato il mio nome. Ci mettemmo vicini, tentando di non accoltellarci a vicenda. Un bel sorriso tirato e sarebbe passata la paura.

<<E ora, per finire, solo Maurizio!>>

<<Il capo!>> sentenziò uno dei presenti.

Solo nella mia testaWhere stories live. Discover now