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A partire dal 18 maggio, decisi di rifiutare il mio io per dedicarmi completamente allo studio. Ovvero, cominciai a ripassare per gli esami. Quell'ultimo mese di scuola si stava rivelando di dubbia utilità: i professori non spiegavano più e si limitavano a consegnarci fotocopie per i tanto acclamati macrotemi (i temi di discussione per l'esame), come il tempo, l'ambiente e altre banalità varie. Non c'erano più nemmeno interrogazioni o verifiche.

<<I collegamenti con le altre materie, ragazzi! Mi raccomando! A proposito della natura, potreste parlare di geologia e di Plinio il Vecchio, ad esempio!>>

Insomma, roba assolutamente inutile. Pensai quindi che sarebbe stata una buona idea saltare tutti i giorni di scuola rimanenti, eccetto l'ultimo, per prepararmi al meglio per l'esame e per lo STEP. Nonostante studiassi mattina e pomeriggio tutto il tempo, non era poi così stancante. Ero motivato dal fatto che, finita quella maledettissima maturità, mi sarei potuto dedicare finalmente a tutti miei hobby: video, programmazione, lettura. Purtroppo, sviluppare un'applicazione, un gioco o qualsiasi altro progetto di grosse dimensioni durante l'anno scolastico era una vera follia: avrei avuto bisogno di giornate da 48 ore. Poi, odiavo come non mai dover interrompere il mio lavoro per dare priorità alla scuola o magari perché era ora di andare a dormire, avrei volentieri spaccato ogni oggetto intorno a me per la rabbia. In estate, d'altro canto, non c'erano quei problemi. Avevo tutto il tempo del mondo, potevo dedicarmi alle mie cose mattina e sera, sette giorni su sette. Avete presente PingApp, no? Ecco, mi aveva tenuto impegnato per tutta l'estate 2020 e anche i primi due mesi di scuola del quinto. Sono un tipo da "o tutto o niente". Non mi piace dover interrompere un'attività se in quel momento mi sto divertendo. Dover limitare il mio tempo libero per via di un impegno di maggiore priorità mi manda totalmente in bestia. Preferisco non avere per niente tempo libero per poter lavorare ai miei progetti personali, piuttosto che averne poco, perché il rammarico che mi accompagna ogni volta che devo smettere è una vera tortura. Per non parlare di quante volte osservo l'orologio, sperando che il mio tempo non passi troppo in fretta! No, impossibile. Durante l'estate, per fortuna, sono libero come un uccellino, libero di essere me stesso, libero di spendere tutti i miei giorni chiuso nella mia stanza davanti al computer a coltivare i miei hobby. Un discorso analogo vale per i libri. Se un romanzo mi sta facendo impazzire dalla gioia, dover interrompere la lettura mi uccide l'anima. Non capisco come faccia la gente a dire: <<Beh, se leggi mezz'ora al giorno, a lungo andare lo finisci!>>. Ma se i miei occhi scintillano come diamanti a ogni parola letta su quelle pagine, come diamine faccio a smettere e dedicare così poco tempo a ciò che mi rende ultrafelice? Se un libro mi piace, lo prenderei tra le mani e mi metterei a leggerlo per ore e ore di fila, se potessi. È da quando ho 14 anni che sono costretto a rimandare. Imparare quel framework per lo sviluppo di videogiochi con Java? No, ora non ho tempo, ma potrò farlo in estate. Realizzare quel video che hai già creato nella tua testa? Ora non posso, magari a luglio. Ogni anno la solita storia. Beh, nel 2020 e nel 2021 ero stato abbastanza fortunato, visto che alcuni dei compiti che ci assegnarono furono proprio dei video, come quelli di Carola o di Mariano, ma generalmente la mia vita proseguiva sempre in questo modo: ora no, in estate sì. E comunque è traumatico, perché in estate sono terrorizzato dallo scorrere del tempo, dall'esaurirsi della mia libertà. A giugno ho paura che arrivi luglio, a luglio che arrivi agosto e così via, fino a quel maledettissimo settembre. Ho sempre pensato che, se fossi normale come le altre persone, sarei più felice, perché mi farei molti meno problemi. Ma questo sono io, cosa posso farci? Purtroppo, la mia idea di felicità è la seguente: avere tempo infinito per potermi dedicare a tutto ciò che mi piace e magari scoprire anche nuove cose. Utopico, vero? Lo so, è ciò che vorrebbero tutti. E invece no, devo sempre fare i conti con il tempo, il tempo di qua e il tempo di là. "Non ho tempo", "Sto perdendo tempo", quante volte ho ripetuto in vita mia queste frasi? Troppe. In quinto più che mai avevo il terrore dell'università, perché ero sicuro che sarebbe stato il periodo in cui avrei smesso definitivamente di sognare, di potermi dedicare a me e ai miei hobby.

Solo nella mia testaWhere stories live. Discover now