XIV

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"Untouchable,

burning brighter than the sun,

And when you're close I feel like

coming undone."

Narratore esterno.

Taylor non c'era.

Justin scattò in piedi. Il suo sguardo scivolò in ogni direzione intorno a lui, e tutto ciò che vedeva erano alberi. Solo alberi. Il suo cuore batteva così forte che gli sembrava quasi di sentirne il suono. Lei se n'era andata. Come poteva essere stato così stupido? Era ovvio che una volta fuori lei avrebbe tentato di andarsene, ed ora l'aveva persa. Come avrebbe fatto quando James sarebbe tornato? Come avrebbe sopportato la sua esistenza senza di lei?

- ben svegliato! -

Prima che potesse avere un attacco di panico, Justin sentì quella voce. Si voltò verso la radura, e Taylor era lì, seduta tra l'erba che lo salutava da lontano. Justin sospirò profondamente. Era tutto okay. Camminò velocemente verso di lei, che era circondata di mazzi di fiori.

- che stai facendo? -

Chiese con tono severo Justin.

- delle ghirlande di fiori. Ne vuoi una? -

- mi sono spaventato, credevo fossi scappata. Perché non mi hai svegliato? -

Continuò lui rimproverandola. Taylor spalancò gli occhi, restandosene zitta a guardare Justin dal basso verso l'alto. Il ragazzo sospirò e si passò una mano sul viso.

- scusami. Ho solo avuto paura, mi dispiace. -

- non fa niente. Scusami tu. -

Rispose lei confusa. Il pensiero di scappare le aveva attraversato la mente dal primo momento in cui aveva visto Justin dormire, ma non gli avrebbe mai fatto una cosa simile. Sapeva che lo avrebbe messo nei guai fino al collo.

- vieni, è ora di rientrare. Sta iniziando a piovere. -

Taylor si alzò in piedi. Mise una ghirlanda di fiori intorno al collo, lasciando il resto sul prato. Entrambi si avviarono sulla strada per il ritorno, ma immediatamente quella pioggia sottile divenne un acquazzone. Sotto la pioggia battente la via per arrivare al casolare sembrò tremendamente lunga, ma a nessuno dei due importava. Si ritrovarono a correre sotto la pioggia, bagnati come due pulcini a ridere a crepapelle. Senza motivo, solo perché quella pioggia li aveva messi di buon umore, e ciò la diceva lunga su quei due.

Si erano incontrati nel momento peggiore delle loro vite, e nel posto peggiore del mondo, eppure, insieme, riuscivano ancora ad essere felici. Avevano trovato il loro Paese delle meraviglie personale, e niente glielo avrebbe tolto. Perché loro, nonostante la pioggia, trovavano il modo per ridere ancora.

- sei sicuro di non esserti perso? -

Chiese Taylor correndo dietro a Justin, cercando di non inciampare nel fango.

- conosco questi boschi, non mi sono perso. -

Ma forse lo erano, dato che continuarono a girare a vuoto tra gli alberi per più tempo del previsto. Quando il casolare di mattoni fu avvistato all'orizzonte, Justin afferrò la mano di Taylor per l'ennesima volta, quel giorno, e corse verso la casa. I due rientrarono, allagando inevitabilmente l'entrata con acqua e fango, ma nonostante tutto non riuscivano a smettere di ridere.

- sta zitta, il bestione potrebbe svegliarsi. -

Sussurrò quindi Justin quando ritrovò un po' di lucidità, ma ciò non fece che far ridere Taylor di più. La sua risata contagiò anche il ragazzo, che dovette poggiare una mano sulla bocca di lei per farla stare zitta.

wonderland. ✩ justay » book 1Where stories live. Discover now