XXI

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Taylor's POV.

- buonasera, tesorino. -

Lo avevo sentito arrivare. Mi ero messa in piedi sul letto, come se potessi sfuggirgli, ma sapevo di non poter andare da nessuna parte. L'uomo con il volto coperto era proprio davanti a me, al centro della stanza.

- cosa vuoi? -

Dissi con voce tremante. Non era l'orario dei pasti, quindi non era di certo venuto a portarmi da mangiare.

- come, non sei contenta che sia venuto a trovarti? -

Scherzò facendo dei lenti passi verso di me, e allora scattai.

- stammi lontano! -

Dissi urlando, e sentii i miei occhi diventare lucidi. Non volevo che mi toccasse, ne ero terrorizzata. Non era solo per il dolore fisico, ma anche quello morale. Sentirsi nelle mani di qualcuno, alla sua totale mercé, incapace di difendersi, era qualcosa di abominevole, ed io non ero in grado di sopportarlo.

L'uomo si arrestò e rise.

- pensavo ti piacessero gli uomini misteriosi. -

Continuò con voce euforica. Io non volevo fare altro che piangere. In realtà avrei voluto essere forte, gridargli quanto fosse disgustoso e quanto lo odiassi, e non essere così debole da piangere; ma era più forte di me.

- voglio che tu te ne vada. -

Spiegai cercando di mantenere la calma, ma in realtà tremavo.

- oh, piccola, così mi ferisci. -

Sussurrò lui portandosi le mani sul cuore, sempre che ce lo avesse un cuore. Camminò ancora verso di me ed io mi schiacciai contro il muro. Arrivò alla base del mio letto e mi guardò dal basso.

- perché non giochiamo un po' insieme? Ti va? -

Disse allungando le braccia verso di me. Quella volta, invece di piangere o urlare, lo colpii. Spinsi il piede dritto sul suo petto, proprio al centro, e lui barcollò all'indietro. Saltai giù dal letto,verso la porta della stanza che non era stata chiusa, ma subito due braccia mi afferrarono, spingendomi a terra, quindi urlai.

- sei proprio una cattiva ragazza. -

Sibilò l'uomo cercando di tenermi ferma a terra, spingendo le mani sulle mie spalle. Quando cercai di dimenarmi mise un ginocchio sulle mie gambe, così che non potessi muoverle più. Non capivo perché lo stesse facendo: mi avevano lasciata in pace da quando mi avevano portata al piano di sopra, e prima di allora nessuno di loro mi aveva mai aggredita in quel modo senza motivo. Forse quello era semplicemente un pazzo in cerca di divertimento, ma mi rifiutavo di crederci. Non poteva star davvero succedendo a me.

- lasciami andare! -

Gridai, e lui rise.

- dovrai essere punita per essere così cattiva. -

Gridai di nuovo, sperando di avergli perforato un timpano, ma quel verme non faceva altro che ridere da sotto la sua maschera e passare le sue luride mani addosso a me. Cercai di afferrargli le braccia per spostarle, ma non ci arrivavo, quindi mi aggrappai alla sua maglia, non facendo caso che fosse sporca di sangue. Lo strattonai più volte, anche se inutilmente.

- woah, hai già così tanta voglia di togliermi i vestiti? -

Commentò lui, continuando a farmi sentire quella sua risata da psicopatico. Per quanto cercassi di colpirlo, lui mi faceva sentire sempre più piccola e inutile, in quanto non sembrava sentire alcun dolore. Gli ripetei di lasciarmi stare e di andarsene almeno un milione di volte, ma ovviamente lui non lo fece. Rimase lì addosso a me, a schiacciarmi contro il pavimento come se fossi un vecchio mozzicone di sigaretta.

wonderland. ✩ justay » book 1Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum