XX

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"Stupid girl, I should have known. I should have known.

I'm not a princess, this ain't a fairytale,

I'm not the one you swip off her feet, and lead her up the stairs."

Narratore esterno.

"So cosa stai pensando.

Pensi che io sia un codardo. Pensi che non abbia il coraggio di venire da te perché ho paura.

Beh, è così. Ho paura.

Ho paura perché li conosco. So cosa ti faranno se continuerò a vederti.

Ti ho mentito, Taylor, riguardo agli altri ostaggi. Non è vero che sei la prima a cui io abbia mai parlato.

C'era una ragazza, Charlie. E' passato qualche anno, ormai, ma la ricordo alla perfezione. Era così fragile e spaventata, avresti dovuto vederla, e allora ci parlai. Le dissi il mio nome e mi tolsi la maschera. Pensavo di aver fatto la cosa giusta per lei, ma non era così. Non sono stato attento, e loro lo hanno scoperto.

L'hanno uccisa.

Aveva solo otto anni, e loro l'hanno uccisa.

E' per questo che ho paura. Non posso permettere che succeda di nuovo quello che è successo a Charlie, o che è successo a mia madre.

Non a te, Taylor.

Perché è vero, ti ho mentito dicendo di aver parlato solo a te, ma devi fidarti di me quando ti dico che sei la sola a cui io sia stato davvero legato, e non potrei sopportare di perderti.

Ti giuro che non è passato nemmeno un secondo senza che io abbia pensato a te, lì da sola, al freddo.

Giuro che per un momento ci ho creduto davvero. Ho creduto davvero a questa nostra favola. Ho creduto di poter cambiare vita. Ho creduto di poter scappare da qui con te. Ho creduto che saremmo stati al sicuro. Ho creduto che avremmo avuto un futuro insieme.

Ma sono stato solo un illuso.

So quanto sia difficile adesso, e quanto tu abbia paura, ma se farai esattamente quello che ti diranno di fare starai bene. Sei qui da ormai tanto tempo, e posso assicurarti che non manca molto al tuo rilascio. Tornerai a casa e niente, assolutamente niente, potrà ferirti di nuovo. E' una promessa.

Cerca di stare bene, e sappi che se mai avessi bisogno di me, io sono proprio qui. Non andrò da nessuna parte.

Buon Natale, Taylor. Resta viva.

PS: distruggi il messaggio."

Taylor sentì il suo cuore stringersi nel petto, fece fatica a respirare. Una morsa le attanagliò lo stomaco, mentre il suo sguardo scorreva tra le righe di quella lettera. Il fatto che non fosse firmata non era importante, perché lei sapeva perfettamente chi fosse il mittente. Lui.

E lui le mancava.

Capì che in tutto quel tempo non era stato solo il freddo a farla stare male, era stata la sua mancanza. Ogni giorno con lui era sempre stato vivibile, e ora che si ritrovava sola tutto sembrava più buio. Ma non era solo questo, il problema. Avrebbe potuto rimanere sola e sopravvivere, ma essere sola e senza di lui la spaventava a morte. Forse quell'individuo così misterioso significava più di quanto avrebbe dovuto per Taylor, e lei non aveva la minima idea di come affrontare la cosa.


giorno 144 di prigionia.

Taylor aveva ricominciato a contare i giorni da quando le avevano fatto chiamare sua madre. Quello era successo il 24 Dicembre e, essendo passata una settimana, doveva essere il 31, l'ultimo giorno dell'anno. Rimase sveglia fino a tarda sera. Sentiva gli uomini al piano di sopra festeggiare, e attese la mezzanotte. Quando questi urlarono, capì che era ufficialmente entrato il nuovo anno. Taylor chiuse gli occhi e pregò. Non lo faceva spesso, perché in realtà non aveva mai creduto in Dio, ma pregò comunque, quella sera. Non rivolse la sua preghiera a nessuno in particolare, sperava solo che qualsiasi entità celeste fosse mai esistita, la stesse ascoltando. Taylor pregò per la salute dei suoi genitori. Pregò che stessero bene e non perdessero le forze. Pregò di essere liberata presto, per poter tornare a casa. E poi pregò per lui, soprattutto per lui. Lui che quasi sicuramente era qualche piano sopra di lei, nella sua stanza vuota, solo. Pregò perché trovasse il modo di scappare da quel posto e farsi una vita. Una vera, stavolta.

wonderland. ✩ justay » book 1Where stories live. Discover now