XXXII

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Justin's POV.

Non ero pronto a vedere Taylor morire. Non potevo neanche pensare a cosa le avrebbero fatto solo perché adesso conosceva il mio viso.

Lei non se ne rendeva conto. Rimase lì, inginocchiata vicino a me ad abbracciarmi, anche se ero io la sola causa di tutti i suoi guai.

James camminò verso la porta chiusa a chiave e la aprì, così Buck, Dom e Claudius si catapultarono nella stanza. Osservarono la scena, fulminando la ragazza tra le mie braccia con uno sguardo di fuoco. Lei abbassò la testa.

- ho voglia di fare un gioco con voi, vi va? Dato che, per tutto questo tempo, voi non avete fatto altro che giocare con me. -

James parlò, osservando distrattamente la pistola tra le sue mani. Passai una mano sulla schiena di Taylor, come se questo avrebbe potuto salvarla.

- siamo io e te ad aver incasinato le cose, non lei. Lasciala fuori da queste stronzate. -

Dissi a James, che schioccò la lingua sul palato.

- oh, ma ovviamente, ragazzino. Il gioco è tra me e te, lei sarà solo la nostra spettatrice d'onore. -

Con un cenno della testa rivolto agli altri, Claudius venne spedito su di noi, chinandosi per afferrare la ragazza dal busto. Taylor urlò, afferrando le mie braccia, ma mi feci indietro.

- sta calma, Taylor. Va tutto bene. -

Dissi rimettendomi in piedi a fatica. La vidi mentre la posizionarono tra gli altri tre uomini. Rimase in piedi a fissarmi, e il suo sguardo bruciava la mia pelle. Mi sentivo spoglio, vulnerabile, debole davanti a lei.

- dunque, questo gioco lo abbiamo fatto anche con tuo padre circa, quanto è passato? 22 Anni? Già, 22 ani fa. In questa pistola c'è un solo proiettile. Non so nemmeno io dove sia esattamente. -

Continuò James, come se fosse estraneo a quello che succedeva tra me e Taylor.

- sparerò tre volte. Se non troverò il proiettile, vivrete entrambi. In caso contrario, beh, diciamo solo che tuo padre l'ha trovato eccome il proiettile. -

Strinsi i denti, costringendo me stesso a non cadere a causa della debolezza.

- perché non mi uccidi e basta? -

Chiesi, e James non reagì nemmeno.

- diamo il via al nostro gioco? -

Disse, alzando la pistola al livello della mia testa. Sussultai, mordendomi il labbro. In quel momento sentii Taylor urlare di nuovo e cadere in ginocchio, sorretta per le braccia dai gemelli che la costringevano a rimanere in piedi.

- lasciatelo stare! Giuro che non vi creerò problemi per questo, mi dimenticherò di tutto quello che ho visto qui dentro ma, per favore, lasciatelo stare. -

Odiavo quanto lei stesse soffrendo, e probabilmente fu solo allora che mi pentii di tutto quello che le avevo fatto. Se non mi fossi mai preoccupato per lei, se non lei avessi mai parlato, se non l'avessi mai baciata, lei non avrebbe dovuto assistere ad un omicidio in puro stile da esecuzione. Però, purtroppo, le avevo fatto tutto questo, e non potevo tornare indietro.

- andrà tutto bene, te lo prometto. -

Le dissi, ma continuai a guardare la pistola puntata su di me, rifiutandomi di incrociare lo sguardo della bionda che piangeva.

James tolse la sicura alla pistola, mentre mi guardava con occhi completamente spenti, come se puntare un arma alla testa di qualcuno non gli facesse assolutamente nessun effetto. Non mi mossi, non abbassai lo sguardo, non chiusi gli occhi. Dovevo essere forte per lei, che urlava ininterrottamente di fermare quella messa in scena. Non potevo apparire spaventato, e non volevo. Non mi importava di morire, ma allo stesso tempo non volevo farlo davanti a lei.

wonderland. ✩ justay » book 1Where stories live. Discover now