XXVI

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"The darkest nights

never felt so bright

with you by my side."

giorno 159 di prigionia.

Taylor's POV.

Sentivo un delicato tocco sfiorarmi i capelli, e non volevo svegliarmi. Era un sogno che al mio risveglio era finito troppe volte.

Nonostante volessi continuare a dormire, però, aprii gli occhi. Non sarò mai in grado di descrivere la gioia che provai quando, una volta sveglia, realizzai che quello non era un sogno.

Il ragazzo era davvero seduto vicino a me, stava davvero accarezzando i miei capelli, chiamava davvero il mio nome per farmi svegliare.

Sorrisi istintivamente alla vista dei suoi occhi raggianti, e nemmeno il freddo mattutino mi avrebbe messa fuori gioco. Non potevo vedere le sue labbra, ma sapevo che anche lui stava sorridendo.

- buongiorno. -

Mormorò appena aprii gli occhi. Mi tirai su e tesi le braccia all'indietro, sentendo i legamenti indolenziti delle mie ossa scricchiolare.

- buongiorno a te. -

Dissi io.

- mi dispiace per averti svegliata, ma volevo salutarti prima di tornare di sopra. -

Il mio sorriso si affievolì. Era stato bello far finta di poter restare con lui per tutto il tempo.

- oh, capisco. Non preoccuparti. Ci vediamo. -

Il ragazzo ridacchiò di fronte al mio comportamento deluso e si grattò la nuca.

- posso restare ancora un po', non cacciarmi così presto. -

Anche io ridacchiai. Svegliarsi così ogni giorno non mi sarebbe dispiaciuto per niente.

- hai dormito bene? -

Gli chiesi, alludendo al fatto che 1) eravamo in due in un letto microscopico e 2) sapevo, per esperienza, che quel materasso era dannatamente scomodo.

- quando sono con te è impossibile dormire male, piccola. -

Avrei voluto sparire in quel momento, dato che ero perfettamente consapevole di essere tremendamente arrossita per colpa di una sola parola. Odiavo essere così debole per lui.

- smettila di chiamarmi in quel modo. -

Dissi stringendomi nelle spalle.

- perché? -

- perché mi rendi nervosa. -

Risposi sinceramente - come se non se ne fosse già accorto da solo. Il ragazzo rise. Posò gentilmente la mano sulla mia gamba, avvicinando il viso al mio, e ciò decisamente non mi aiutava a calmarmi.

- oh, davvero? Io ti rendo nervosa, piccola? -

Sussurrò con voce roca, ed era così sexy che avevo voglia di prenderlo a pugni.

- finiscila! -

Dissi coprendomi il viso con le mani per nascondergli il rossore sulle mie guance. Questo non fece che farlo ridere di più, e, anche se si stava prendendo gioco di me, non avrei potuto desiderare niente di più che farlo stare bene.

- che c'è, piccola? Perché te la prendi così tanto? -

Disse afferrando le mie mani, così che le togliessi dal viso. Mi trattenni dallo scoppiare a ridere, fingendo di essermela presa.

wonderland. ✩ justay » book 1Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum