Cap. 3

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Bea

Ho fissato il mio telefono rotto per mezz'ora. Ho ripensato all'incontro avuto con quei due, a tutta la rabbia che avrei voluto scaraventargli addosso e alla mia euforia di qualche ora fa, ormai svanita.
Che razza di inizio di vacanze! Possibile che doveva capitare proprio a me? Proprio al mio  telefono! Comincio quasi a pensare che quei due lo abbiano fatto apposta!
Basta non devo più pensarci!

Dopo questi lunghi momenti di autocommiserazione e di assoluto odio verso quel luogo e i suoi rozzi abitanti, decido di smetterla, convincendomi che nessuno, dico nessuno potrà rovinare la mia vacanza.
Dopo aver chiamato mia madre col telefono di Sofia prendo i vestiti dalla valigia e li sistemo nell'armadio della mia spaziosa camera.
Scelgo un costume; quello nero si addice molto al mio umore di oggi. Poi scelgo un look da spiaggia, indossando un top bianco ed un pareo grigio con degli strass.
Nonostante i miei dubbi e contro ogni mia aspettativa, il nanetto, quel tale Salvo, ha richiamato davvero. Ci ha dato appuntamento per le sette per portare il cellulare da un tecnico. Avrei voluto mandare all'incontro solo la mia amica per non vedere di nuovo quel pirla,  ma non posso lasciarla sola nelle mani di quell'uomo di Neanderthal. 

Ci penserò dopo, prima però ....voglio godermi un po' di mare. E dare inizio alla mia vacanza!

Camminiamo sulla ghiaia rovente e mi rendo conto che è dolorosissimo camminare con delle semplici infradito. Le pietre oltre ad essere dure, sono caldissime.  Sembrano conficcarsi nella carne ad ogni passo. Ripenso alle mie Hogan; in fondo non erano poi così ridicole, almeno con quelle non avevo questi problemi! E inevitabilmente mi ritorna in mente quel ragazzo dai capelli neri ribelli. Muovo la testa cacciando la sua immagine dai miei pensieri. Mi irrita rivederlo, anche solo nei ricordi!

Un paio di metri più avanti della nostra casa c'è un lido con ombrelloni rossi e bianchi che si chiama Stella di Mare. Il padre di Sofia è stato così gentile da affittarci le sdraio per tutta la nostra permanenza. Indirizzo lo sguardo lontano, sentendo l'entusiasmo tornare e farsi  di nuovo strada dentro me.
In realtà tutta la costa è piena di lidi. Si alternano pezzi di spiaggia libera, a pezzi di spiaggia circondati da staccionate e ombrelloni monocolore perfettamente allineati.
Entriamo passando su una comodissima pedana di legno.  

Finalmente!  Camminare sulla ghiaia è una tortura!

Arriviamo all'ingresso e diamo i nostri cognomi alla ragazza minuta  che sta dietro il bancone e che rapidamente prepara gelati e fa pagare conti. È piccoletta, ma molto veloce e sveglia, in poco tempo smaltisce una ventina di persone. Ha lunghe ciglia e i capelli neri ricci e cortissimi sono fermati da una fascia nera. La maglietta rossa forse, un po' troppo grande per lei, è legata da un lato con un nodo e le maniche sono attorcigliate lasciando le braccia totalmente scoperte.

-Apertura ombrellone quindici,- annuncia al microfono mentre ci dà una pass che da quel momento in poi dovremmo mostrare all'ingresso.
Si guarda intorno sperando di vedere qualcuno dello staff che ci accompagni.

-Dovrebbe esserci il mio ragazzo in giro, vi aprirà l' ombrellone, intanto cercate il numero quindici. I numeri sono scritti sui tavolini. Io sono Giulia se avete bisogno di qualunque cosa fate affidamenti su di me! Buone vacanze ragazze! -
Ci mostra  un caloroso e sincero sorriso e poi torna al suo lavoro.

-Simpatica vero?- chiede la mia amica.

- Si...- sbuffo poco convinta, anche se la ragazza mi ha davvero fatto una bella impressione.

-Non vedo l'ora di fare il bagno!! - Esulto subito euforica voltandomi indietro verso la mia amica che cammina dietro di me.

-Attenta Bea!-
E in un attimo mi ritrovo a sbattere contro qualcuno. Alzo lo sguardo e noto con piacere che si tratta di un figo pazzesco. Un biondo da paura, con gli occhi grigi e un piercing nel sopracciglio.

Come Sole & Neve {COMPLETA} (In Revisione)Where stories live. Discover now