Cap 17

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Bea

Tre settimane.

Sono passate tre settimane da quando siamo arrivate in Sicilia.
Tre settimane da quando quella mattina il mio cellulare si è schiantato contro la ghiaia e quel ragazzo bruno dal ciuffo ribelle e dagli occhi verdi è entrato nella mia vita e nella mia testa.
Non capisco cosa mi succede, ma non riesco a smettere di pensarlo. Non riesco a non pensare a lui anche quando, volutamente, provo ad avvicinarmi a qualcun'altro.
Non ho mai provato niente di simile; quando sono con lui non mi importa più niente di tutto il resto. Paradossalmente anche quando litighiamo mi sento al mio posto e preferisco di gran lunga litigare con lui che passare del tempo senza vederlo.
La cosa più devastante in assoluto è sapere che a lui non frega niente di me.  Se siamo lontani, a quanto pare, non gli importa nulla e se è nei paraggi fa l'indifferente ignorandomi del tutto. E questa sua indifferenza é letale, mi annienta, mi provoca un senso di rabbia e di malessere che non riesco nemmeno a spiegare. Ed è tutto così fastidiosamente insolito per me.
Forse ha semplicemente ragione Sofia; forse la mia è solo diventata una questione di principio. Una smania di vincere, di avere ciò che non posso avere. Non sarà un caso che tra tutti i fighi che ci stanno qui, io mi sia ostinata ad inseguire l'unico che nemmeno mi guarda!
Nonostante alcuni momenti tra noi siano stati decisamente forti, (o almeno questo è quelo che io ho percepito) spesso ci ritroviamo faccia a faccia come due perfetti estranei. Anzi non solo sembriamo perfetti  sconosciuti,  addirittura non nascondiamo il disprezzo  ingiustificato che proviamo l'uno per l'altra.
Non capisco.
La situazione adesso è  delle peggiori; mi  ignora da giorni, esattamente da quel giorno in cui abbiamo litigato a causa di quelle due cretine che volevano giocare al biliardino.
Certo, sono stata molto impegnata con Sof e sua zia, che si è preoccupata di portarci un po' in giro, approfittando dei nostri giorni out che ci costringevano a  stare lontano dal  mare. Quindi abbiamo avuto davvero poche occasioni per vederci, ma tutte le volte che ci siamo incontrati  lui trovava puntualmente qualcosa da fare o qualcuno con cui parlare o un modo come un altro per evitarmi.
Sono io a voler insistere, ma so benissimo che quel ragazzo mi disprezza.
Eppure in certi momenti ho creduto di sentire quell'elettricità tra noi, che mi faceva ben sperare che stesse per cedere.  Ovviamente mi sono illusa.
Non lo avrò mai.
Tuttavia non posso restare così a torturarmi con domande che mi avvelenano l'anima. Devo affrontarlo. E decido si farlo subito.
Mi avvicino alla spiaggia, sapendo benissimo di trovarlo li. Infatti noto compiaciuta che è nella sua  postazione.

-Ehi,- dico avvicinandomi.
-Ehi, ciao.-

È chiaramente sorpreso di vedermi e forse anche agitato a causa della mia presenza.  Si passa una mano tra i capelli e poi si alza di scatto sistemando l'elastico del costume.

-Non ci becchiamo da un pezzo...- Azzardo, molleggiando da un piede all'altro. 

Perché sono così nervosa?

- Si,  io sono stato molto occupato...ma anche tu ti sei fatta vedere poco...-

Ah! Allora lo ha notato? Ottimo.

-Sono stata un po' in giro con Sof e sua zia. -
-Oh, magnifico. Senti mi dispiace dover interrompere la discussione,  ma devo proprio andare,  devo sbrigare del lavoro quindi..-
-Devi andare proprio adesso?- Chiedo mentre istintivamente gli sfioro il braccio con le dita.
Lui fissa il punto di contatto tra noi, così io allontano subito la mia mano, lasciandolo.
-Ehm, si.-
-Tony, mi stai evitando per caso?-

Meglio arrivare dritti al punto.  Non posso permettere che vada via così.

-No. No.- Si affretta a rispondere lui.
-Allora perché quando ci sono io nei dontorni ti allontani o scappi proprio come stai facendo ora?-
-Ho del lavoro da sbrigare, non sto scappando.-
-Okay... senti io non ti conosco benissimo ma so che qualcosa non va,  sei nervoso, distratto e poi te lo leggo negli  occhi che c'è un problema. Se è per quella volta, per la scenata del biliardino, sappi che io l'ho già dimenticata. Sono abituata alle scene melodrammatiche. -

Sorrido cercando di sdrammatizzare. Lui si sforza di imitarmi,  ma lo fa in maniera pessima.

-No. Non c'entri tu, anzi per quella volta...mi dispiace. Sono stato frettoloso nel giudicare. Mi dispiace averti trattata in quel modo.-
-Tranquillo! Ci vuole ben altro per buttarmi a terra! Quindi puoi stare sereno,-
-Okay. È solo un brutto periodo, ho diverse cose che mi ronzonano per la testa. Tutto qui.-
Si siede sulla sedia ed io faccio lo stesso, appoggiandomi sulla spiaggia.

Porca vacca!

È bollente!
Il sole ha riscaldata la ghiaia e per poco non mi brucio il culo.

-Merda!- Strillo e mi alzo di scatto.
Lui ride e mi fa cenno di avvicinarmi a lui.
-Siediti qui dai, vieni sotto l'ombrellone.-

Prendo posto di fronte a lui, così posso vederlo meglio. Ha i capelli scompigliati dal vento, gli occhiali da sole che lo fanno sembrare ancora più attraente,  le braccia rilassate appoggiate ai braccioli della sedia e le gambe comodamente larghe.

Ammazza, che gli farei...

Mi schiarisco la gola e poi riprendo a parlare. 
-Grazie. Comunque stavo dicendo che, se ti va, con me puoi parlarne.-
-E perché dovrei mai?-
-Beh...perché siamo amici?-
-Quando mai siamo stati amici noi due?-
-Eh va bene, non lo siamo. Però sai che molte volte è più facile sfogarsi con un estraneo piuttosto che confidarsi con un amico. Quindi se vuoi...-
-Grazie. Per adesso va bene così.- Taglia corto con la palese intenzione di voler concludere questo discorso.
-Dai spara il tuo problema! Hai dimenticato come si nuota?-
Scoppia a ridere, e quel suono mi riempie di gioia.
-No, grazie al cielo non è un problema così grave. -
-Oh, meno male! Avrei dovuto trovarmi un altro bagnino e invece lo sai bene che... io voglio solo te.-

Accenna un sorriso, ma credo sia forzato anche questo. Qualcosa lo frena e mi piacerebbe sapere cosa.
Improvvisamente guarda l'orologio e si alza, di nuovo. 
Io faccio come lui anche se con qualche difficoltà in più.

-Devo andare davvero adesso.-
-Certo, non ti trattengo più. -
Si porta il ciuffo indietro, si guarda a destra e a sinistra poi domanda disinvolto:

-Stasera ci sarà la discoteca sotto le stelle, verrai?... Ehm tu e Sofia intendo,- si sbriga a precisare

Credo di sentire il mio cuore esultare, inaugurando un concerto di battiti doppi. Non posso crederci. È una specie di invito quello che ha appena formulato?

Oh, certo che ci sarò, magari sarà la volta buona per arrivare a te, penso maliziosamente.

Inclino la testa portando i miei capelli da un lato e lo guardo assottigliando gli occhi.

-Non potrei mai mancare.-

È nervoso, lo noto perché continua a portare  i capelli indietro.

-Bene, allora a stasera.-
-A stasera,- rispondo speranzosa, sapendo che quel saluto nasconde  due promesse: una più innocente, fatta a lui ed una più maliziosa fatta a me stessa.

Come Sole & Neve {COMPLETA} (In Revisione)Where stories live. Discover now