Cap. 5

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Bea

Mi alzo piena di collera e provo a spalmarmi da sola la crema, ma il bastardo l'ha messa sulla parte alta della schiena e mi viene male.

Sono arrabbiatissima con la mia presunta amica per avermi lasciata da sola perché non smette di fare gli occhi dolci a quel maledetto nanetto e sono proprio incazzata nera con quello stronzo e rozzo siciliano che si permette di prendersi gioco di me e di umiliarmi ad ogni occasione.

Percorro la passerella di legno provocando un rumore fastidioso, ma non ci faccio caso più di tanto, sono troppo concentrata a controllare la mia voglia di schiaffeggiare quel tipo. Anzi, forse dovrei lasciar perdere il controllo e sfogarmi. Dopotutto sono una cliente! È inammissibile che mi tratti così, uno come lui poi...

Lo vedo di spalle mentre parla con due ragazze più piccole di qualche anno. Loro sorridono alle sue parole quasi come se non si rendessero conto d'avere davanti il cavernicolo più zotico e retrogrado del mondo.

Oh merda. Sono isterica. Stavo pure inciampando.

Busso sulla sua spalla con forza,attirando la sua attenzione e due occhiate fulminanti da parte delle due mocciose.

-Ho bisogno di parlarti,- esordisco impettita.

Lui alza gli occhi al cielo e sbuffa urtato. Dice qualcosa a... quelle e mi afferra per un braccio costringendomi a seguirlo più avanti.

-Ehi mollami,-borbotto liberandomi dalle sue luride mani.

-Che cosa vuoi?Cosa ti serve adesso? Un'estetista?-

-Sei un vero maleducato!-

-E tu una vera rompipalle. Perché non andavi in un hotel a cinque stelle, invece di portare il tuo raffinato culo su questa spiaggia?-

-Non posso credere che tu sia così poco rispettoso verso le clienti!- Mi stringo le braccia al petto cercando di mantenere solida la mia corazza.

-Non sono così verso tutti i clienti, solo verso quelli che mi danno sui nervi e che mi trattano come uno sguattero...-

-Oh, poverino! Ti senti sfruttato?- Chiedo intonando una cantilena odiosa prima di tornare al tono incazzato. -E comunque ho visto che fai particolarità, quelle due bambocce hanno ancora la bava alla bocca.-

Lui sbuffa con un sorrisetto irritante. Si passa la mano sul mento coperto da una barba incolta, provocando un rumore quasi impercettibile che però mi fa distrarre e, senza capire nemmeno perché mai, mi fa avvampare perfino.

-Che cavolo ridi? La tua ragazza lo sa che flirti con delle poppanti?-

-Che cosa?- Mi guarda sbigottito, confuso.

-Fai il finto tonto, tipico dei bruti come te. Glielo dirò io.-

-Non ci capisco più niente. Ma di che stiamo parlando? Tu sarai pazza. Starti dietro è impossibile.-

-Tranquillo, stavolta ti farò incazzare io come si deve, le dico che cafone sai essere con alcune clienti e che pollastrello diventi con altre.- Saetto in avanti, verso il chiosco, ma mi afferra la mano facendomi fare marcia indietro.

Si avvicina, troppo.

I suoi occhi verdi sembrano tingersi di riflessi color giada alla luce del sole e sono così vicini ai miei che non posso non notarli. Lo fisso qualche istante di troppo mentre un ciuffo scuro gli cade sulla fronte.

Mi manca il fiato.

Ha l'aria irresistibilmente... selvaggia.

Oddio.

Non posso crederci. Forse sono davvero pazza se penso queste cose senza porre un freno.

-Da chi stai andando esattamente?-

-Ehm...- Prendo tempo per riprendermi dal match interiore che ho appena avuto con me stessa. -Dalla tua ragazza. Dalla brunetta della reception,- rispondo di getto e lui si butta la testa indietro per liberare una risata sfarzosa.

-Che ti prende imbecille? Perché ridi?- Oh porca...ho come l'impressione che intorno ci guardino tutti.

-Rido perché la brunetta della reception,- riprende le mie parole, -è mia sorella.-

Mi pietrifico.

-Cosa?-

Che figura di merda. Oddio. Quando imparerò a tenere la bacca chiusa. Possibile che questo macaco deve sempre averla vinta? Lui continua a ridere e a prendersi gioco di me. Oltre la vergogna che praticamente mi sta divorando, sento anche la rabbia di prima riaccendersi come una miccia corta, cortissima, che tra poco farà esplodere una bomba distruttiva.

-Sei proprio strana. Più t'incazzi più diventi buffa.-

-Non ti azzardare!Non prendermi in giro, perché...-

-Perché cosa?- Il suo tono sa di sfida. Si avvicina di nuovo troppo, mentre alza quel maledetto sopracciglio.

-Io...- Perdo le parole. Ma stiamo scherzando? Io che perdo le parole? Tutta colpa di questo cretino e di questo caldo infernale. Dovrei fare un bagno per calmarmi. Chiudo gli occhi, prendo e butto l'aria un paio di volte per placare la mia ira e poi me ne vado.

Dopo aver spintonato una signora ed insultato due o tre persone, raggiungo l'area con i tavoli. Sofia è seduta con Salvo e stanno guardando qualcosa sul tablet. Che scenetta sconcertante.

Mi catapulto da lei per sfogare la mia rabbia.

-Sof! Andiamo devo parlarti.-

-Ciao Beatrice! Vuoi qualcosa da bere? Dì pure che mettano sul mio conto.- Il nano mi fa un sorriso che sembra sincero, ma sono troppo imbufalita per accettare gentilezze.

-Non voglio niente, specialmente da te! Anzi voglio solo il mio telefono come nuovo! Altrimenti a te e al tuo amico cavernicolo faccio un culo così!-

Lui sgrana gli occhi senza capire il motivo della mia sfuriata. Sof, accanto a lui, si copre la faccia con le mani per l'imbarazzo.

-Bea, ti prego calmati,- mi prega con un filo di voce.

Forse ho parlato a voce troppo alta ma non m'importa. Che sentano tutti in che modo schifoso siano cominciate le mie vacanze in questo posto.

-Certo, certo.- Mi rassicura lui. -Ieri sera hai sentito il tecnico, servono giorni,forse qualche settimana ma l'I-phon tornerà come nuovo.-

Gli punto un dito con fare minaccioso. -Sarà meglio per te.-

-Disse la bimba viziata,- sghignazza qualcuno alle mie spalle. Una voce che purtroppo riconosco subito.

Rido nervosa. -Vuoi piantarla di ossessionarmi?-

Salvo scatta in piedi e la sua altezza rispetto a quando era seduto, non cambia molto di più.

-Che è successo?- Chiede serio all'amico.

Lui se ne sta fermo, impalato con le braccia conserte ed una risata strafottente stampata su quella faccia dai tratti mediterranei. -E' un po'isterica.-

-Ma che diavolo dici?-

-Tony che le hai detto?-

-Io? Niente. È lei che è sempre in mezzo alle scatole con la sua aria prepotente. Semplicemente non accetta il fatto che io non abbassi la testa come un cagnolino ad ogni suo ordine.-

-Ma se continui ad irritarmi, facendolo di proposito!- Smetto di guardarlo e indirizzo lo sguardo alla mia amica che se ne sta accanto al nano senza capelli, senza dire nulla. Mi guarda con i suoi occhioni languidi con un'espressione da finiscila, ti prego.

La soddisfazione del cretino, anche se non posso guardarlo in faccia, è palpabile e diventa concreta quando abbandono quella scenetta da "scuola dell'infanzia" e sento la sua risatina infernale alle mie spalle che per il breve tragitto dai tavoli al chiosco non fa altro che far aumentare la mia voglia di spaccargli la faccia.






Come Sole & Neve {COMPLETA} (In Revisione)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن