Never again

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"Ei." Mi stupisco del tono acido che uso per salutarlo.
"Mi stai stalkerando? Dopo la partita ti ritrovo anche in casa mia." Ride e mi viene voglia di tirargli un pugno dritto in faccia.
"In realtà sono venuta qua per Rafa. E poi come fai a sapere che ero alla partita se non mi hai guardata neanche una volta." E detto questo ora il pugno mi vien voglia di darlo a me stessa.
"Mmh controllavi anche dove guardavo, stalker professionista." Mi sorride in modo malizioso e si avvicina a me, mentre io indietreggio.

"E comunque ti ho vista, piccola. E devo ammettere che quella canottiera grigia ti donava molto." Si lecca le labbra squadrandomi, mi sento andare a fuoco.
"Ma se era una canottiera normalissima, insomma sembravo una barbona." Cerco di ricompormi.
"Te l'ho sempre detto, tu riusciresti a rendere sexy anche un sacco di patate." Arrossisco.
"Emh.. grazie." Abbasso lo sguardo per non fargli notare il rossore sulla mia faccia.
"È solo la verità. Lo sai che effetto mi fa il tuo corpo." Mi appoggia le mani sui fianchi e mi guarda negli occhi. Sento le ginocchia cedere e questo non va per niente bene.
"E in questi mesi sei diventata ancora più sexy piccola."

Inizia ad accarezzarmi i fianchi piano, lo stronzo sa tutti i miei punti deboli.
"A te sono cresciuti i muscoli invece." Gli guardo i muscoli che si intravedono dalla maglietta bianca che indossa e mi accorgo solo dopo di quello che ho appena detto.
"Oh grazie, puoi toccare se vuoi. Non mi offendo, anzi.." si avvicina alle mie labbra e io giro il viso di lato.
"No grazie. Sto bene così."
"Che peccato.. avremmo potuto divertirci entrambi." Sento le sue mani scendere verso il mio sedere, quindi mi metto contro al muro per impedirgli di farlo.

"Non fare la ritrosa. Ti ricordo che fino a sei mesi fa ti piaceva quando facevo così." Ghigna e si lecca le labbra. Odio come le sue parole mi rendono vulnerabile, se fosse stata un'altra persona a quest'ora gli avrei già lasciato una cinquina sulla guancia.
"Devo entrare. Rafa mi sta aspettando." Gli metto le mani sul petto per spostarlo, ma lui rimane impassibile.
"Rafa può aspettare ancora un po'. Io no." Si avvicina al mio collo e inizia a lasciare una scia di baci dall'incavo della mia spalla fino alla mia guancia.
"In questi mesi sei stato benissimo senza di me, puoi aspettare ancora." E detto questo rientro in casa.

Ovviamente lui entra insieme a me, come se le mie parole non l'avessero neanche minimamente toccato, ma cosa mi aspettavo? È uno stronzo, una semplice frase non può fargli nessun effetto.
Mi siedo difianco a Rafa e noto che mi sta guardando.
"Tutto a posto?"
"Sì." Annuisco facendo un mezzo sorriso, ma lei non se la beve.
"Racconta. Cos'ha fatto?"
Le racconto tutto e lei scuote la testa.
"Appena lo becco gliene dico quattro."
"No. Tu non dirgli niente. Significherebbe solo giocare al suo gioco, ed è l'ultima cosa che voglio fare."

Lei sbuffa e continua a guardare la tv, ma si nota che è nervosa, anch'io la sono.
Mi accorgo che è diventato molto tardi e così decido di tornare a casa, saluto tutti, tranne lui ovviamente, è andato in camera appena è entrato in casa e non è più uscito.
Esco di casa e mi incammino per il vialetto che conduce al cancello.

Sento la porta sbattere e qualcuno che corre dietro di me, mi giro aspettandomi di vedere Nadine che mi rimprovera per aver decido di andare a casa a piedi in piena notte, ma invece mi ritrovo Neymar con in mano le chiavi della macchina. Starà andando da qualche ragazza per farsela. Continuo per la mia strada.

"La mia macchina è di qui piccola."
"Lo so, infatti." Accellero il passo apposta.
"Ti accompagno a casa io." Mi ferma tenendomi per il polso.
"No grazie, ho voglia di fare una passeggiata." Cerco di liberarmi, ma niente da fare.
"Non è una richiesta, è un ordine." Ringhia.
"E io ho rifiutato lo stesso." Sorrido.
"Lo sai che se tu vai a piedi io ti seguo? Quindi preferisci andare a piedi e avermi difianco per tanto tempo? E non ti posso assicurare che nei vicoli bui cammineremo e basta." Ghigna.
"Apri la macchina." Sbuffo ed entro in macchina.

Per i primi minuti il viaggio è molto silenzioso. Guardo fuori dal finestrino e sospiro.
"Strano, l'ultima volta che sei stata in questa macchina la tua bocca lasciava sospiri diversi." Ride e mi mette una mano sulla coscia, che io sposto prontamente.
"Sei un porco." Scuoto la testa.
"Oh piccola non fare la santerellina. Ti devo ricordare le cose che mi hai fatto su questa macchina?" Si lecca le labbra.
"Ero stupida ai quei tempi, tranquillo che non succederà più." Incrocio le braccia al petto.
"Scommettiamo?" Una leggera risata lascia le sue labbra.
"Non ci tengo. Conosco i tuoi giochetti. E comunque puoi lasciarmi anche qui. Il resto del tragitto lo faccio a piedi."
"Queste non sono delle belle strade da fare a quest'ora, soprattutto se sei una ragazza." Diventa serio all'improvviso.

"So badare a me stessa." Mi difendo.
"Lo so. Ma non mi fido delle altre persone. Ne approfitterebbero subito." Stringe il volante con le mani.
"Ok.." Decido di non continuare la conversazione e mi accoccolo alla portiera, sono stanchissima.

"Eccoci qua piccola." Mi sorride stranamente in modo dolce.
"Grazie.. ci vediamo.." esco dalla macchina e accenno un sorriso.
"Lo spero, magari in una situazione diversa e con meno vestiti." Mi fa l'occhiolino e parte ridendo. Scuoto la testa e rientro in casa. È il solito coglione.
Passo davanti allo specchio e mi do un'occhiata, ho una luce diversa. Sembro più felice, come quando stavamo insieme. Il mio cervello cancella subito quel pensiero, non devo pensare più a lui in quel modo. È uno stronzo e ormai tra noi è finita da un pezzo. Devo andare avanti e dimenticarmi definitivamente di lui.

Bed of lies |Neymar| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora