Goodbye pt.1

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Le due settimane sono ormai passate. Oggi è il giorno in cui Neymar deve scegliere, anche se so già come andrà a finire.
Sono le nove del mattino e non faccio altro che controllare continuamente il telefono, sperando di vedere un suo messaggio o una sua chiamata, ma niente, il vuoto più totale.
Mi aspettavo che sarebbe finita così, è da quel maledettissimo giorno in cui ho trovato il test che non faccio altro che pensare a quanto sarei stata male nel rendermi conto che ormai lui non avrebbe più fatto parte della mia vita. Il problema è che immaginare questa situazione faceva molto meno male che viverla.

Da quel momento ho deciso che dovevo prendere in mano la mia vita e non aspettare più niente, dovevo ricominciare da zero.
È per questo che ora sono in aeroporto diretta verso la città che è già stata sfondo di uno dei periodi più brutti della mia vita, una città nella quale ho lasciato una parte di me stessa: New York.
Con una mano tengo stretta la mia valigia, mentre, con l'altra, continuo ad aggiornare le mie chat, aspettandomi di sentire il piccolo squillo che da il segnale di un nuovo messaggio, ma niente.
Probabilmente lui ora sarà nel letto con Stef, pronto a cominciare una nuova e vera vita con lei, senza me tra i piedi, libero e felice.

Avranno anche un figlio insieme, cosa possono desiderare di più?

Restare qui a Barcellona e vederli stare insieme ogni giorno, mi avrebbe letteralmente uccisa, non sono pronta a vedere Neymar totalmente felice con un'altra ragazza, il mio amore per lui è ancora troppo vivo per poterlo lasciare andare così.
Mancano ancora pochi minuti e finalmente mi sarei imbarcata e avrei detto addio a questa città.
Devo fare un'ultima chiamata, devo sentire la voce dell'unica persona che è sempre stata al mio fianco, colei che mi conosce meglio di tutti: Rafa.
Risponde al primo squillo e mi porta a chiedermi se stesse aspettando questa chiamata.

"Nat, dimmi che non lo stai facendo davvero." Dice quasi in lacrime, le avevo parlato di questa mia idea qualche giorno fa, lei ovviamente non era d'accordo, ma non poteva impedirmi di farlo.
"Sto per imbarcarmi." Taglio netto il discorso, facendole capire che non potevo più tornare indietro, ormai la mia scelta era diventata definitiva.
"Magari ora lui è davanti a casa tua! Magari ti sta cercando!" Dice disperata, cercando di farmi venire qualche ripensamento.
La sola idea di Neymar che mi cerca mi stringe il cuore, ma devo abituarmi al fatto che non torneremo più quelli di una volta, lui ormai è di Stef, lei ha nella pancia suo figlio.
"Rafa, smettila. Per favore." La imploro mentre mi avvicino all'uscita del gate, vedendo da lontano l'aereo che mi avrebbe portata via di qua, la mia salvezza.

"Puoi dirmi cosa ti ha fatto cambiare così drasticamente idea?" È esausta e si sente chiaramente dalla sua voce, farebbe qualsiasi cosa per farmi rimanere e questa è una delle poche ragioni per cui un po' mi dispiace partire.
Prendo un grande sospiro, non ho mai detto a nessuno quello che avevo trovato quel giorno, mi sono tenuta dentro questo segreto per giorni, mentre mi uccideva dentro, ma a lei devo delle spiegazioni.
"Ho visto il test, Rafa. Era positivo. È incinta." Dico mentre sento le ginocchia tremare, devo sedermi, voglio salire su quel dannato aereo ora.
"Come hai fatto a vederlo? Te l'ha dato lei?" È sorpresa.

"No. L'ho preso di nascosto quel giorno in cui ero a casa tua." Ammetto imbarazzandomi leggermente, mi sento una psicopatica.
"Dove... dove l'hai trovato?" Non capisco perché le interessino tanto questi particolari, la cosa importante è che suo fratello diventerà padre, che lei diventerà zia.
"Nel suo comodino! È incinta! Capisci?" Alzo poco la voce, cercando di portare la conversazione sul punto di partenza, facendo capire alla mia amica la ragione per cui non potevo rimanere lì.

"Nat. Quello non era di Stef." La sua voce ora è meccanica, sembra un robot e quasi mi spaventa. Non capisco cosa sta dicendo e per un attimo credo di non aver sentito bene per via dei rumori intorno a me.
"Cosa intendi?" Chiedo timorosa della risposta.
"È mio." Mi blocco. Sono paralizzata. I miei occhi sono spalancati e non riesco a proferire parola. "Sono incinta. Quando l'ho scoperto sono andata in panico e ho nascosto il test nel primo posto che mi è venuto in mente, lo avrei buttato via appena avrei potuto. Non te l'ho detto perché avevo paura, non lo sa neanche Dani, non lo sa nessuno." Rafa è in lacrime, la sua voce è spezzata e sento chiaramente che chiude la porta della sua stanza, evitando di farsi sentire dai suoi genitori.

Cerco di prendere coscienza di quello che mi ha appena detto per risponderle. La mia migliore amica è incinta e io sto partendo per New York, Neymar non diventerà papà e probabilmente lascerà Stef. E io sto partendo per New York.
"Signorina. Deve spegnere il telefono, stiamo per partire." L'hostess mi risveglia da questo stato di trans.
"Un attimo, per favore." Dico velocemente.
"No, mi dispiace. Lo spenga." Insiste irritandosi.

"Rafa devo andare. Mi dispiace, ti chiamo appena atterro. Ti voglio bene, affronteremo anche questa cosa, insieme." Dico prima di spegnere il telefono, mentre la ragazza mi rivolge un sorriso cordiale, la voglia di prenderla a pugni è molto forte.

E poi piano piano realizzo tutto, realizzo che sto per iniziare una nuova vita, sto per abbandonare tutto questo, sto per ritornare a New York per ricominciare a vivere, ad amare.
Guardo fuori dal finestrino e ripenso a tutti i miei amici che sto lasciando, a tutto quello che ho passato in questi mesi e scoppio in un pianto disperato, non riesco a fermarmi, è più forte di me.
Piango, piango, finchè non finisco le lacrime, fregandomi di quello che stanno pensando gli altri passeggeri.

L'aereo inizia a muoversi, segno che stiamo partendo. Piano piano tutte le persone e gli edifici iniziano a sparire, ad allontanarsi.
"Addio, Barcellona." Sussurro guardando la città sparire tra le nuvole.

Bed of lies |Neymar| Where stories live. Discover now