Whit you? Everything.

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Siamo in sala d'attesa da circa venti minuti, i dottori, dopo averlo visitato, ci hanno detto di attendere qualche minuto per i risultati.
Sono molto preoccupata, se avesse qualcosa di serio magari non potrebbe giocare per qualche tempo e la colpa sarebbe solo mia.
Neymar sta facendo avanti e indietro per il corridoio, è al telefono e, dalla sua espressione, capisco che è Stephany.
"Certo piccola, va tutto bene." Sembra un robot mentre pronuncia quelle parole, nonostante il piccolo sorriso che gli occupa le labbra.

Mi arrivano una serie di messaggi e li apro, ovviamente è mia mamma alle prese con quelle catene che si invia con le sue amiche. Sospiro e le rispondo, dicendo che non deve inviarmele ogni volta.
In quel momento Neymar si siede di fianco a me, ha finito la telefonata e ora mi sta guardando.
"Hai già trovato un nuovo ragazzo?" Mi chiede ridendo.
"Assolutamente no, ho chiuso con l'amore." Dico convinta e lui si limita a fare un leggero sorriso, come se lo avessi offeso.
Mi acciglio.
"Tutto a posto con Stephany?" Chiedo gentilmente, anche se sinceramente non mi interessa molto.

"Sì." Annuisce e distoglie lo sguardo, facendomi capire che c'è qualcosa sotto. Decido di non insistere, se ne vorrà parlare lo farà di sua spontanea volontà, sicuramente non lo obbligherò a parlare della sua ragazza/oca.
"Ti fa ancora male?" Chiedo accarezzandogli piano la mano.
Lui in risposta la ritrae subito, come se il mio tocco l'avesse bruciato. Lo guardo confusa e i nostri occhi si incontrano, la tensione fra di noi è palpabile e per un momento sento come se qualcuno mi stesse spingendo verso di lui. I miei occhi sono incatenati alle sue labbra, il suo respiro mi scalda il viso, procurandomi i brividi.

"Stephany ha un ritardo." Annuncia tutto d'un fiato, spezzando quel che si era creato.
Rimango sorpresa, alzando le sopracciglia e non sapendo cosa dire, non ha già fatto il test vero? Non è nulla di certo?
"Wow.." mi limito a rispondere.
"Insomma non lo sa ancora, ma ho paura. Io non voglio un figlio da lei, ci conosciamo da poco!" Si copre il viso con le mani e dal tono mi sembra disperato, come dargli torto?
Ha già vissuto in parte questa situazione e so che ha sofferto, e non poco, avere un figlio da una persona che non ami non è il massimo e averne due da due persone che non sono sicuramente l'amore della tua vita deve essere devastante.
"Magari è solo un falso allarme. È successo anche a me, ricordi?" Chiedo ripensando all'ansia che ho provato quei giorni.
"Sì, ma era diverso." Ora si guarda le scarpe che sfregano freneticamente una contro l'altra, producendo un suono quasi rilassante.
"E come mai?" Ero confusa, in cosa le due situazioni erano diverse? Anch'io avevo un ritardo, anch'io pensavo di essere incinta e l'avevo quasi subito detto a Neymar in un momento di ansia assoluta.
È tutto perfettamente identico, no?

"Io un figlio da te lo volevo."
Il tempo per un attimo si ferma, riesco solo a sentire quelle parole, i rumori circostanti non esistono più e il mio cuore inizia a battere più forte del solito.
Una frase del genere vale più di qualsiasi ti amo o qualsiasi altra dichiarazione d'amore esistente. Ed è per questo che ora sono più confusa che mai.
Forse avevo un'espressione sconcertata perché lui si schiarisce la gola in totale imbarazzo.
"È... una cosa carina." Ecco l'unica cosa che esce dalle mie labbra. Mi sento una completa idiota in questo momento e se potessi sotterrarmi lo farei molto volentieri.
"Già." Dice prima di alzarsi e continuare quel suo giro infinito nel corridoio, forse pensa che se cammina il tempo passa più velocemente.

Il mio telefono sta scoppiando di messaggi da parte di quasi tutti i nostri amici, sono preoccupati per Ney e non li biasimo.
La più agitata è, giustamente, Rafa, quasi ogni minuto mi invia un messaggio, chiedendo se ci sono novità, implorandomi di dirle subito il risultato della visita.
Finalmente il dottore che ha visitato Ney esce da una stanza, scruta il corridoio e poi si avvicina a lui, così mi alzo e li raggiungo.

Potrei svenire da un momento all'altro.
"Bene signor Santos, ho analizzato a lungo i suoi esami. Per fortuna non c'è nulla di grave, è solo una botta. Però, ovviamente, dovrà stare almeno una settimana a riposo. Non possiamo permettere che il tutto peggiori, provocando anche danni molto più seri. Ci siamo intesi?" Sta parlando molto velocemente, probabilmente ha altre cosa da fare e non può dilungarsi troppo con noi, faccio quasi fatica a stargli dietro e capire quello che dice.
Neymar continua ad annuire, stringendo fra le mani un piccolo braccialetto di corda con una croce di legno come ciondolo.

"Va bene, grazie mille." Dice sfoggiando un sorriso a 32 denti e guardandomi.
Mi abbraccia fortissimo e mi solleva da terra, facendomi fare una giravolta.
La mia risata riempie l'aria e lo imploro di mettermi giù, per non rischiare che la mano si affatichi troppo.
"Sono felicissimo! Per un momento ho pensato che fosse rotta. Avrei dovuto rinunciare al calcio per un po' di tempo, ti rendi conto?" Mi chiede scuotendo la testa mentre ci dirigiamo alla hall per firmare le ultime scartoffie.

"Sarebbe stata una tortura." Commento facendo una breve risata e lui si unisce a me.
"Scusa, in tutto questo tempo non ti ho chiesto nemmeno una volta come ti senti." Era visibilmente preoccupato e questa cosa mi fece molto piacere, sotto sotto ci teneva ancora a me.
"Passerà." Faccio spallucce. "Sinceramente non ho voglia di pensarci troppo, è successo quello che doveva succedere. Ora penso solo ai miei amici e al mio lavoro." Sorrido annuendo.
"Beh, spero di essere incluso negli amici." Risponde mentre l'infermiera gli dispone davanti un mucchio di fogli da leggere e firmare, anche se ho seri dubbi che lui faccia la prima cosa.

"Come non potresti esserlo?" In realtà questa è una battuta ironica, non ho mai pensato veramente a Ney come un mio amico, è quasi impossibile farlo.
Ne abbiamo passate troppe per poterci definire normali amici, però non so se esiste un termine appropriato per la nostra situazione.
Non siamo neanche semplici "ex", insomma, per me lui è sicuramente qualcosa di più che una storia passata.
"Allora spero che tornati a Barcellona dedicherai un po' di tempo al tuo amico, visto che non usciamo quasi più insieme. E ogni volta che lo facciamo succede sempre qualcosa." Stacca un attimo gli occhi dal foglio per posarli su di me, invitandomi a rispondere, visto che sono rimasta in silenzio per qualche secondo buono.

"Ehm, certo. Cosa ti andrebbe di fare?" Chiedo totalmente in imbarazzo.
"Con te? Tutto."
Quelle parole mi colpiscono in pieno, la mia mente cerca di non fare pensieri strani, non sarebbe salutare, ma con una risposta del genere è praticamente impossibile.

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