Confessions

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NEYMAR'S POV
Perchè non mi risponde? Le starà facendo del male? Se ne sarà già andato? Staranno discutendo?
La mia testa è piena di pensieri e mi sembra di impazzire, voglio solo sentire la sua voce e sentire che sta bene, ma ovviamente ha spento il telefono.
Sono seduto sul divano in salotto e sto cercando di capire quale sia la cosa giusta da fare: andare da lei e controllare che sia tutto a posto o rimanere qua e sperare che tutto vada bene.

Mentre continuo a pensare sento Rafa scendere le scale come uno zombie e appena mi vede si precipita da me.
"Dovresti andare a dormire, domani devi alzarti presto per andare agli allenamenti." Dice dandomi una carezza confortante sulla schiena. Ha capito che c'è qualcosa che non va.
"Non risponde. Non riesco ad andare a dormire." Dico con un filo di voce.
"Chi? Stefany?" Dice pronunciando in modo schifato il nome.
"No. Nana. James si è presentato a casa sua ubriaco fradicio e ora sono da soli." Dico sbuffando.
"James è un bravo ragazzo, non le farebbe mai del male neanche da ubriaco. Stai tranquillo, ora saranno sul letto a coccolarsi come una dolce coppietta." Dice facendo una risatina snervante.
"Potevi evitare l'ultimo particolare." Dico annoiato.
"Ti brucia, per caso?"
"No. Semplicemente non me ne importa. Voglio solo sapere come sta, quel tipo non mi convince." Mi alzo stiracchiandomi.

"Nessun ragazzo che si avvicina a Nat ti convince." Dice con tono divertito. La mia sorellona vuole fare la spiritosa stasera.
"Semplicemente perché conosco il genere maschile." Dico avvicinandomi alle scale, non ho voglia di parlare e dopo le parole di Rafa mi è passata la voglia di andare da Nana, sinceramente non mi va di trovarli abbracciati nel letto mentre si baciano come in un nauseante film romantico.
"Ti ricordo che anche tu sei un maschio, quindi stai dicendo che neanche tu vai bene per Nat."
"Mai detto il contrario." Dico chiudendo la porta della mia camera e buttandomi sul letto. Ora ho solo bisogno di dormire e staccare il cervello per un pochino.

NATALIE'S POV
Ho dormito due ore e sono in uno stato pietoso. Le occhiaie toccano quasi a terra e i miei occhi sembrano due palle da golf, sono proprio attraente. I ricordi della sera prima affiorano nella mia mente e fanno molto male. Non riesco a capire come possa aver potuto fare una cosa simile, ma decido di non pensarci troppo o ricomincerei a piangere come una fontana, rischiando di arrivare in ritardo al mio appuntamento con Noah.
Mi preparo cercando di rimediare al casino che ho in faccia, ma ovviamente fallisco alla grande.
Sbuffo e decido di fregarmene dell'aspetto, sicuramente Noah non si metterà a ridere di me.

Alle dieci precise Noah arriva davanti a Starbucks e il suo sorriso si spegne appena si avvicina.
"Cosa ti è successo?" Chiede in tono preoccupato, dandomi un abbraccio fortissimo, ne avevo proprio bisogno.
"È una storia lunga." Dico mentre entriamo nel locale. Ci siamo incontrati perché lui mi doveva parlare e non voglio che i miei problemi rovinino tutto.
"Io ci metto tanto a fare colazione, quindi direi che abbiamo tempo." Dice sorridendomi.

Dopo aver preso i nostri caffè e le nostre brioches ci sediamo in un tavolino vicino alla finestra e io inizio a raccontare quello che è successo la sera prima. Noah mi ascolta senza parlare e noto che ha un'espressione di rabbia dipinta sul volto.
"Che stronzo. Come si è permesso di toccarti in quel modo? Io lo ammazzo." Dice una volta finito il racconto e stringendo i pugni.
"Tranquillo, è tutto passato e sono sicura che ora si senta molto in colpa." Dico rassicurandolo.
"Non me ne frega. Non doveva farlo e basta. Essere ubriachi non è una scusa per fare una cosa simile, mi fa schifo." Gli sorrido e decido di cambiare discorso e farlo calmare, almeno spero.

"E tu cosa dovevi dirmi? Spero siano cose belle." Dico bevendo il mio caffè.
"Diciamo di sì.." dice facendomi un leggero sorrisino. Annuisco per invitarlo a continuare a parlare.
"Tra pochi giorni verrà a trovarmi una persona speciale e volevo presentartela, insomma sei una mia amica e ci tengo molto a te, quindi credo che sia il momento di farti conoscere una delle cose più importanti della mia vita." Dice in totale imbarazzo, evitando di guardarmi negli occhi.
Credo di aver già capito di che "persona" si tratta, insomma di certo non inviti a far colazione  una tua amica per dirle che un tuo semplice amico o parente viene a trovarti, o no?

"Mi farebbe molto piacere conoscerla. Come si chiama la fortunata?" Dico con un sorriso malizioso e ridendo.
Noah inizia a sbriciolare nervosamente un pezzo di brioche e non parla. Non capisco cosa stia succedendo. Ha un nome talmente brutto da non poter essere pronunciato? È qualcuno che conosco e che odio?
"Noah calmati, per favore. Siamo venuti qua per parlare di questa persona, giusto?" Gli chiedo e lui annuisce.
"Quindi dimmi il nome della ragazza che ha rubato il cuore al mio amico." Dico.
"Nat.. non è una ragazza.." dice balbettando. Lo guardo un attimo confusa.

"Sono gay." Dice velocemente guardandomi.
Lo guardo sorridendo, non capisco tutto questo nervosismo, insomma non ci trovo nulla di male nell'amare una persona del tuo stesso sesso.
"Mi hai fatto prendere malissimo, pensavo mi volessi dire che eri un pedofilo o qualcosa di simile!" Dico ridendo, ma lui rimane serio.
"Il problema è che lo sai solo tu. Sto con questo ragazzo da più di cinque mesi e non l'ho neanche mai detto a mio papà per paura che possa reagire male, insomma lui ha sempre voluto che mi trovassi una ragazza con cui dargli dei nipotini e ultimamente era molto pressante su questo argomento, ma io non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. In questi giorni io e il mio ragazzo abbiamo discusso molto su questo argomento e per questo motivo viene giù per aiutarmi a dire alla mia famiglia la verità." Dice con un filo di voce.

Bed of lies |Neymar| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora