Back in Barcelona

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Purtroppo, o forse finalmente, è arrivato il momento di ritornare a casa. Sono tutti tristi, a parte Ney che non vede l'ora di riabbracciare Davi e ricominciare a giocare, ed io, visto che voglio allontanarmi il più possibile da New York, l'ho anche ribattezzata "la città maledetta".
Sto finendo di preparare i bagagli mentre Rafa è beatamente coricata sul divano con le gambe appoggiate allo schienale che canticchia qualche canzone a caso, inventando anche le parole.

"La tua valigia?" Chiedo ricordandomi di dover prendere il biglietto aereo dal comodino vicino al letto.
"Ha già fatto tutto Lucas. Sai quanto odio fare la valigia." Si lamenta indicando il suo bagaglio che giace solitario in mezzo al salotto.
"E quindi hai deciso di sfruttare il tuo povero ragazzo." Commento facendola ridere.
"Quando andremo ad abitare insieme sarà lui che si occuperà dell'organizzazione valigia, si deve abituare." Annuisce convinta e io scuoto la testa.

Lei e Lucas formano una bellissima coppia e il pensiero di vederli convivere felici mi riempie di gioia, almeno lei avrebbe il suo tanto desiderato lieto fine.
"Tra quante ore dobbiamo essere là?" Mi chiede alzandosi e dirigendosi in bagno.
"Mezz'ora." Dico alzandomi di scatto e rendendomi conto di essere in un mostruoso ritardo.
"Ah bene, ho tempo per truccarmi." Risponde armandosi della sua porchette stracolma di trucchi di ogni tipo.
"Truccarti per andare su un aereo?" Chiedo facendo una smorfia di confusione, non ricevendo una risposta, è troppo presa dal disegnare una linea perfetta con l'eye-liner.

Dopo due orette siamo già tutti a posto con i check in, hanno controllato la valigia a Lucas che è andato totalmente in panico, visto che pensava che la polizia lo volesse arrestare senza motivo.
Sono seduta su una sedia scomodissima quando noto che Sam mi sta fissando, è proprio di fronte a me e sembra voglia dirmi qualcosa.
Cerco di far finta di non averla vista e continuo a scorrere la mia home di Twitter totalmente invasa dalle foto di Ney, un giorno, quando stavamo insieme, mi aveva rubato il telefono e aveva iniziato a seguire innumerevoli pagine dedicate a lui, così ora so tutti i suoi spostamenti.

Finalmente la vocina metallica annuncia che il nostro volo è in partenza, così ci avviciniamo tutti come una mandria verso il nostro areo.
Quando salgo controllo il numero del mio posto e una scossa mi pervade il corpo, quando abbiamo prenotato i biglietti io e James stavamo ancora insieme, quindi abbiamo preso i posti vicini.
Un fortissimo senso di nausea mi colpisce e sinceramente vorrei correre fuori e rimanere a New York fino al prossimo volo diretto a Barcellona, ma decido di fare la ragazza matura e accettare questa mia sorte.

Ovviamente ho posto il vicino al finestrino, così potrò fissare fuori per tutto il viaggio, evitando di guardare la sua faccia.
Mi siedo e tiro fuori il telefono, armandomi delle mie amate cuffiette a forma di gattino.
Di James non c'è neanche l'ombra e una piccola parte di me è preoccupata.
Mi guardo intorno cercandolo con lo sguardo, ma vedo solo sconosciuti, visto che i miei amici sono tutti distribuiti in vari posti a caso.
Mi alzo leggermente e punto lo sguardo sull'entrata dell'aereo, aspettando di vedere la sua figura entrare.

Come si dice "parli del diavolo e spuntano le corna" in due secondi fa ingresso tutto sorridente. Quello che però noto è che sta tenendo per mano Sam, la quale guarda in basso, forse in imbarazzo.
Alzo gli occhi al cielo e mi ributto sul mio sedile, maledicendomi per essermi anche solo minimamente interessata al mio ex ragazzo.
"Mi stavi per caso cercando prima?" Mi giro per guardarlo meglio e alzo un sopracciglio. Che insolente.
"No. Stavo aspettando la ragazza con gli snacks." Rispondo secca.

"Non è giusto che stai vicino al finestrino! Ci sei stata anche all'andata." Si lamenta mentre si siede, facendomi sbuffare sonoramente.
"James. Non c'è bisogno che fai finta di volermi parlare. Lo sai benissimo che sono incazzata, quindi lasciami stare. Quando mi passerà potremo discutere sul fatto che sono stata in entrambi i viaggi vicino al finestrino, ma ora piantala." Rispondo mettendomi le cuffiette, lasciandolo di stucco.

Sinceramente non so da dove ho trovato tutta quella forza per dirgli quelle cose, di solito preferisco stare zitta ed evitare di creare discussioni, ma sono stufa di questa situazione. Sono stufa di dover sempre subire è mai attaccare, di fare la figura della povera ragazza che nessun ragazzo vuole, che tutti scaricano.
Probabilmente ho qualcosa che non va, che non piace ai ragazzi o che li allontana dopo un certo periodo, ma ormai non m'importa più. Non mi apprezzano? Bene, affari loro.
Sono fermamente convinta che la mia anima gemella sia da qualche parte, pronta per amarmi e farmi sentire giusta, al mio posto.
Probabilmente in questo momento è in giro per il mondo, magari con qualche altra ragazza che lascerà appena si accorgerà della mia esistenza, ma so che il tempo mi ripagherà di queste sofferenze, la troverò.

Forse è più vicina di quanto credi. Risponde quella noiosa vocina nella mia coscienza, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Non vedo l'ora di scendere da questo aereo.

-spazio autrice-
Scusate se fa schifo, ma è un capitolo di passaggio, più avanti succederanno cose più interessanti, tranquille.
Detto questo, adios!
Ah, in bocca al lupo a chi sta facendo la maturità o qualche altro esame!

Bed of lies |Neymar| Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon