Faded.

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Mancano ancora quattro giorni alla "fatidica" scelta, io e Neymar ci siamo visti il più possibile, facendo insospettire anche Stef.
Ormai sono un fascio di ansia, non penso ad altro e faccio fatica a concentrarmi quando devo svolgere qualsiasi mansione, come in questo momento.
Sono a casa di Ney per aiutare Rafa a preparare i bagagli per la vacanza in Italia che farà con Dani tra qualche giorno, ovviamente lei è troppo casinista per fare una valigia come si deve, così ogni volta chiede il mio aiuto.
Ci troviamo in camera sua mentre sta letteralmente svuotando l'armadio, buttando tutto a caso sul letto, mentre io riordino tutto senza proferire parola, l'unico argomento di cui riuscirei a parlare è questa situazione e non sarebbe molto carino se Stef ci sentisse.

"Mi hai sentita?" Chiede la mia amica mentre tiene in mano una maglietta coperta di lustrini gialli.
"No, scusami." Sussurro scuotendo la testa, alzando, poi, lo sguardo verso la sua direzione e rivolgendole un piccolo sorriso.
"Per fortuna che tra quattro giorni ritornerete insieme e riusciremo finalmente ad avere una conversazione normale." Dice ridendo, mentre io le tiro un paio di jeans addosso.
"Taci! Potrebbe sentirci e poi non è mica detto che sceglierà me." All'ultima frase abbasso il tono di voce lanciando uno sguardo alla porta, speranzosa di non vedere Stef spuntare con una padella in mano pronta ad uccidermi.
"È nel piano di sotto a fare la sua seduta giornaliera di yoga." Rafa alza gli occhi al cielo, ritornando a scavare nel suo povero armadio.

"Yoga? L'ultima volta che ho provato a fare una posizione stavo per spaccarmi una clavicola." Commentai ironicamente, pensando al fatto che durante quell'episodio ero con Neymar. Eravamo andati a fare una lezione di prova, volevamo trovare un "hobby di coppia" un po' diverso dal solito. Il risultato non è stato quello sperato.

"Stef ha tutte le sue idee." Fa spallucce evitando di approfondire il discorso, sa benissimo che sarebbe sprofondata in un buco nero fatto di mie paranoie e ansie.
"Neymar è con lei?" Azzardo a chiedere, l'idea di scendere e vederli ridere insieme per qualche posizione strana che dovevano fare non mi allettava molto.
"No, è uscito con Dani. Aveva bisogno di una giornata di soli uomini. Che ne dici di andare a prendere il succo che c'è in cucina? Andrei io ma ho le gambe letteralmente a pezzi dopo la corsa che ho fatto ieri." Ovviamente a questo discorso unisce anche i suoi occhioni da cane bastonato ai quali è difficile dire di no. Quella ragazza sa come conquistarmi.

"Va bene. Tu intanto fai una piccola pausa o rischierai di farti venire un esaurimento." Le consiglio alzandomi, dandole, poi, una piccola carezza sulla spalla.
Esco dalla stanza e percorro il lungo corridoio che termina con le scale.
Passo di fianco alla stanza di Ney e mi accorgo che è stranamente aperta, lui ama tenere la porta chiusa per evitare che qualcuno possa toccare le sue cose.
Do una piccola sbirciatina e mi accorgo che ormai quasi metà della stanza è invasa di cose di Stef.
Alzo gli occhi al cielo vedendo che sul comodino ha esposto una loro foto, sono di spalle e si tengono per mano mentre camminano in un prato pieno di fiori gialli. Sembra la classica foto Tumblr che tutti scaricherebbero per mettere come sfondo del telefono, ma sinceramente a me non fa impazzire, forse perché, se fosse per me, i due soggetti non dovrebbero minimamente sfiorarsi.

La curiosità ha la meglio su di me ed entro nella camera, non voglio toccare niente, solo guardare.
Forse sono masochista e amo farmi del male, è come se il mio corpo volesse condurmi dentro quella stanza per vedere le loro foto, il letto dove ogni sera dormono insieme e la finestra dove probabilmente guardano il panorama al tramonto insieme.
Mi trovo davanti al suo comodino, è tutto sistemato con una precisione quasi maniacale, cosa che mi mette quasi ansia, nessun scontrino buttato a caso, nessun portapenne pieno di qualsiasi cosa.
Quello che cattura la mia attenzione, però, è un altro particolare.
L'ultimo cassetto è mezzo aperto, lasciando intravedere quello che sembra un bastoncino di plastica.

La mia mente mi consiglia di andarmene di lì e farmi gli affari miei, ma quando mi avvicino meglio mi si mozza il respiro, quello è un test di gravidanza.
Voglio e non voglio vedere il risultato, grazie a quello avrei saputo in anticipo la decisione di Ney, se fosse stato positivo avrei potuto dire addio al mio sogno di ritornare con lui, mentre se fosse stato negativo avrei aumentato le mie speranze.
Con un coraggio quasi disumano apro del tutto il cassetto e afferro quel bastoncino. Tengo gli occhi chiusi, sto quasi per svenire dall'ansia, vorrei solo non aver visto niente e vivere nella più totale incoscienza ancora per qualche giorno.

Ma poi lo faccio, apro gli occhi e guardo il piccolo rettangolo. Il mondo si spezza in due, vengo investita da una sensazione di vuoto totale, la testa inizia a girarmi e posso giurare di aver smesso di respirare per qualche secondo.
È positivo. È incinta. Neymar diventerà padre.
Scuoto ripetutamente la testa, sussurrando parole sconnesse, le mani mi tremano e qualche lacrima mi riga il viso.
La sensazione che provo ora è indescrivibile, non è tristezza ne rabbia, è una cosa che non ho mai provato e che mi auguro di non provare mai più nella vita.

I miei occhi continuano e fissare quelle linee, come se potessero cambiare dal nulla, come se da un momento all'altro qualcuno spuntasse fuori dall'armadio e urlasse "SCHERZOOO" e mi dicesse che in realtà Stef non è incinta.
"NAT MA SEI MORTA?" Ecco la mia migliore amica che mi riporta nella realtà, facendomi capire che non posso stare come un'idiota nella loro stanza, prima o poi mi avrebbero scoperto.
"Ho fatto una telefonata, scusa." Sussurro prima di scendere per andare in cucina, non posso presentarmi a mani vuote, avrebbe sicuramente sospettato che qualcosa non andava.

Una lacrima solitaria scende sulla mia guancia e tiro un lungo sospiro per evitare di scoppiare in un pianto disperato mentre passo vicino al salotto.
Vedo la sua immagine riflessa sullo specchio, sta ancora facendo yoga e devo ammettere che nonostante il sudore che le impregna la pelle, è bellissima.
Cerco di non fare troppo rumore, non voglio intrattenere una conversazione con lei, sinceramente non voglio parlare con nessuno.
Afferro il succo dal bancone della cucina e affretto il passo sperando di non dare troppo nell'occhio, però la fortuna oggi non gioca dalla mia parte.

La porta d'ingresso si spalanca e quasi non mi scontro con chi l'ha aperta. Alzo lo sguardo e quasi faccio cadere la bottiglia quando mi accorgo che è Neymar. Questa non ci voleva.
"Nat." Dice sorpreso, soffermandosi a guardarmi. "Cosa è successo?" Ovviamente si riferisce al mio aspetto disperato, ai miei occhi rossi e spenti.
"Niente." Dico distogliendo lo sguardo, cercando di superarlo.
"Dimmelo." Il suo tono è fermo e mi afferra un polso per evitare di farmi scappare al piano di sopra.

"Non è successo niente. Fai come se io non esistessi, ok? Vai dalla tua ragazza, stai con lei, raccontale comè andata la tua giornata, passa del tempo con lei. Io... devo andare." Probabilmente questo discorso non aveva senso, ma per me ce lo aveva, per me quelle parole avevano un significato molto più grande di quello che lui poteva immaginare.

Bed of lies |Neymar| Where stories live. Discover now