Liar

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Quanto ritorno in negozio Noah mi riceve alzando le mani al cielo e lamentandosi come suo solito.
"Possibile che per prendere un po' di latte ci hai messo mezz'ora?" Ovviamente noto subito quel suo sorriso appena accennato che cerca di nascondere, facendomi capire che non è per niente serio.
"Scusa." Dico semplicemente, facendolo bloccare in mezzo al locale con la bocca aperta.

"Ok, è successo qualcosa. La Nat che conosco mi avrebbe risposto per le rime. Spara, amica mia." La sua mano si posizione sulla mia spalla e per un momento sto quasi per raccontargli tutto, ma non ci riesco, le parole mi muoiono in bocca, il respiro quasi mi si mozza e potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro.
"Sto bene." Sussurro prendendo i due pacchi di latte e dirigendomi in magazzino, facendo capire al mio migliore amico che avevo bisogno di stare un po' da sola con i miei pensieri.
Mentre sistemo le parole di Stephany si ripetono continuamente nella mia testa, l'immagine di lei con in mano quel maledettissimo test mi uccide, sento che da un momento all'altro potrei scoppiare.

Cerco di calmarmi, mi fermo e mi guardo intorno, cercando di ricacciare dentro le lacrime che ormai mi stanno riempendo gli occhi.
È come se sentissi che Neymar si sta allentando sempre di più da me, ogni volta che mi sembra di essere ritornata a qualche anno fa qualcosa di brutto accade, facendomi capire che ormai l'ho perso, che ormai ci siamo persi.
Probabilmente tra nove mesi avrà una famiglia nuova, con una ragazza che ama, in grado di dargli tutto quello di cui ha bisogno, cosa che io non sono riuscita a fare.

E poi il colpo finale arriva: la mia mente immagina Neymar con in braccio un neonato, Stephany al suo fianco che sorride felice di aver creato tutto ciò. E io? Io che guardo la scena in un angolino fingendo di essere contenta di questa situazione, mentre un coltello trafigge il mio cuore, uccidendomi.
Un singhiozzo esce dalle mie labbra nel momento in cui Noah fa ingresso nella stanza.
In pochi secondi si precipita ad abbracciarmi, accarezzandomi la testa e stringendomi fortissimo, facendomi sentire al sicuro.

Le lacrime ora scendono a fiumi, i miei singhiozzi riempiono la stanza, mentre il mio amico mi sussurra cose come "ci sono io, stai tranquilla piccola".
"L'ho perso." Ammetto guardando Noah negli occhi, voglio sfogarmi con lui, dirgli cosa provo per Neymar, cosa sto passando in questi giorni.
"Cosa ti fa pensare questa assurdità?" Chiede sorpreso.
"Stephany forse è incinta." Ed ecco che riscoppio a piangere, appoggiando la testa alla sua spalla. Mi manca il fiato, ma non riesco a fermarmi, è come se non riuscissi più a controllare il mio corpo.
Noah non risponde, si limita a stringermi come prima, forse neanche lui sa cosa dire di questa situazione, forse non vuole ammettere che ho ragione.

"Perchè non possiamo essere felici insieme? Perchè devo stare così male? Io voglio lui!" Quasi urlo, per la prima volta riesco ad ammettere che il mio cuore vuole solo Una persona, che in tutto questo tempo non facevo altro che nascondere quello che provavo, forse per paura di finire come sto ora.
"Lo so piccola.." sussurra con sguardo triste, noto che delle piccole lacrime gli scendono dagli occhi.
"Ma ti giuro che anche Neymar ti vuole, non ho mai visto un ragazzo guardare una ragazza come fa lui con te. Quando non ci sei ti cerca, a volte mi scrive per chiedermi se stai bene, se al bar qualcuno ti da fastidio! Se questo non è amore allora io ho sbagliato a sposarmi." Cerca di sdrammatizzare aggiungendo l'ultima frase, facendomi spuntare un piccolo sorriso.

Poi mi soffermo su quello che ha detto su Neymar, le lacrime piano piano si fermano e finalmente riesco a respirare a pieni polmoni.
"Davvero..?" Chiedo sussurrando.
"Te lo giuro su quello che vuoi." Ammette mettendo una mano sul cuore e usando un tono "solenne".
"E allora perché non lascia Stephany e viene da me? Perchè dobbiamo continuare a soffrire? Cosa gli ho fatto per meritarmi questo?" Chiedo sentendo la rabbia ribollirmi nelle vene.

Come mi sento ora? Un miscuglio indefinito di emozioni pronte a scoppiare in qualsiasi momento. Prima piango, poi sorrido e poi mi arrabbio, ma l'amore fa anche questo, giusto? Ci fa impazzire, perdere la testa, fare cose impensabili, pensare cose improponibili, ma è questo il bello di questo sentimento. Molto spesso fa capire che persone siamo veramente, ci fa comprendere che siamo capaci di lottare fino allo sfinimento anche solo per dire un semplice "ti amo", che poi così semplice non è.

"A volte prima di ottenere quello che vogliamo dobbiamo soffrire un pochino. Pensa a una donna incinta, quanto soffre prima di poter abbracciare suo figlio? La vita ci fa questi scherzi, ci fa cadere, inciampare, ma noi dobbiamo rialzarci e continuare a correre verso quello che amiamo, senza fermarci mai. Non fermarti mai, Nat. Non abbatterti così, reagisci, lotta, urla, scappa, ma non ridurti a un ammasso privo di emozioni, vivi!" Queste parole mi fanno venire la pelle d'oca, non avrei mai pensato che Noah potesse essere così profondo.

Lo guardo negli occhi e lui mi asciuga una lacrima solitaria che stava scendendo dalla mia guancia. L'ultima lacrima che verso per questa storia.
"Hai ragione." Ammetto annuendo. "Probabilmente io e Neymar siamo destinati a stare insieme, o forse no. Ma sai cosa? Io continuerò a correre per la mia strada e lui andrà per la sua, se poi ci incontreremo sarò felice, se no mi godrò il panorama della mia vita." Sorrido fiera di quella forza che avevo appena tirato fuori.

"Così si fa!" Noah ora è entusiasta, mi batte il cinque e quasi non fa cadere uno scaffale di marmellate mentre saltella.
"Basta soffrire per persone che non fanno niente per te!" Quando sono felice tendo a straparlare, dicendo cose anche assurde, me ne rendo conto.
"EI! Se non fosse stato per lui io e te non ci saremmo mai incontrati!" Urla il mio amico offeso, incrociando le braccia al petto e facendo labbruccio.

"Stai impazzendo?" Chiedo piegando la testa come i cani e scoppiando a ridere, sicuro sta scherzando, o almeno lo spero.
"No! Chi ti ha fatto trovare il lavoro? Hai la memoria come i pesci rossi!" E lì mi fermo, paralizzandomi.
Non è stato James a parlare di me al papà di Noah, ma Neymar.
E io che l'ho anche ringraziato, mentre lui, ovviamente, ha fatto finta di niente.
Stringo le mani a pugno, facendomi quasi male.
"Mi prendo un'oretta di permesso, se non ti dispiace." Dico uscendo dal magazzino, pronta a fare, finalmente, i conti con il mio ex che, per la seconda volta, mi ha mentito spudoratamente.

Mi sento come in un film romantico, quasi ogni minuto succede qualcosa che mi fa capire quanto sia incasinata la mia vita, ma forse è meglio così.
Dagli errori si impara, no?

Bed of lies |Neymar| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora