Capitolo 33

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"Zio!" Urlò Theo calciando il pallone.
Era diventato un calciatore provetto.
Niall con i suoi pronti riflessi riuscì a parare la pallanoata che lo stava per colpire in piena faccia.
"Ehi, moccioso, mi volevi rompere il naso?" disse il ragazzo con fare minaccioso.
Theo ridacchiò divertito "Si".
"Si?" Chiese il ragazzo, divertito, si stupiva ogni volta come sua nipote di appena 3 anni avesse la risposta sempre pronta.
"Allora è meglio se fuggi" annunciò il biondo iniziando a rincorrerlo.
Il bambino, ridendo, cercò di fuggire dalle grinfie dello zio nascondendosi dietro la gamba del padre.
"Che state combinando voi due?" Chiese Greg, prendendo suo figlio in braccio.
Theo si rifugiò tra le braccia del padre e fece la linguaccia a Niall.
"Adesso non mi fuggi più, peste" disse Niall avvicinandosi ancora di più.
"No!" Urlò Theo aggrappandosi alla maglia di Greg "Zio mi vuole fare male"
Niall lo prese in braccio mentre il bambino si dimenava "Papà, No!"
Non era per niente spaventato dallo zio, tutte quelle urla erano contornate da delle risate, sia del più grande che del più piccolo.
"Tuo figlio mi voleva rompere il naso" Spiegò Niall, tirando il biondino in aria e facendolo ridere ancora di più.
"Niall, la carne sta bruciando" lo richiamò Allyson che era appena uscita in giardino con le altre due donne.
"Diavolo" mise giù il nipote e tornò di corsa al barbecue che aveva lasciato prima di rincorrerlo.
Tutti risero divertiti.
Niall era sempre così sbadato.
"Non ho un figlio, ne ho due" disse Allyson con finta aria tragica.
"Oh tesoro, ti capisco" aggiunse Maura.
"Guardate che io sono qui e non sono sono un bambino" protestò il ragazzo offeso, prestando attenzione alla carne che stava arrostendo.
La ragazza si avvicinò a lui e gli lasciò un casto bacio sulle labbra per farsi perdonare.
E a quello Niall non potè proprio resistere e le ragalò uno dei suoi magnifici sorrisi.

Pranzarono tra una risata e l'altra.
Maura era così felice di avere lì, entrambi i suoi ragazzi, con le loro famiglie, insieme.
Il suo tempo con Niall ed Allyson era quasi finito, sarebbe ritornata in Irlanda qualche giorno dopo con Greg e Denise.
Tuttavia sarebbe tornata dal suo nuovo nipotino molto presto, subito dopo la partenza di Niall per il tour.
Alla fine Allyson aveva ceduto e aveva accettato l'aiuto di Maura.
Niall non si fidava a lasciarla a casa sola, almeno non per i primi tempi e neanche la ragazza voleva stare sola con Luke.
Sua madre era tornata ad Holmes Chapel da poco, si era ripresa del tutto dopo l'incidente ed era doveva tornare a lavoro, lasciando a malincuore la figlia a Londra.

Dopo pranzo i ragazzi si erano messi a giocare a calcio per la felicità del piccolo Theo.
Quel bambino era instancabile, ma alla fine era crollato tra le braccia di Denise.
Niall invece aveva avuto la bella idea di fare l'eroe della situazione e di giocare senza maglietta.
Ed ora si ritrova a steso sul letto lamentandosi per il dolore alla schiena.
Si era scottato.
Era luglio anche a Londra, dopotutto.
"Te l'avevo detto di non toglierti la maglia" lo rimbeccò la sua ragazza, appena uscita dal bagno con la crema in mano.
Niall borbottò qualcosa di incomprensibile, sapeva che aveva ragione ma non gliela voleva dare.
Non le dava mai retta e alla fine ci rimetteva sempre.
Nonostante avesse appena 17 anni, sembrava essere lei la più matura fra i due.
Forse l'essere mamma l'aveva fatta più saggia o forse era solamente più responsabile di Niall.
"Cosa borbotti, signorino?" Chiese la ragazza, sedendosi sul suo sedere.
Era steso a pancia in giù.
"Nulla" rispose lui affondando la testa nel cuscino.
La ragazza fece uscire un po' di crema dal tubetto che finì direttamente sulla schiena del suo ragazzo che rabbrividì al contatto con la sostanza fredda.
Iniziò a spalmarla nello stesso momento in cui Niall iniziò a lamentarsi per il dolore "Allyson, basta" si dimenò il biondo.
"Niall, sta fermo, se non metti la crema ti spellerai tutto" disse la ragazza continuando il suo lavoro, con le lamentele di Niall in sottofondo.
"Che fine ha fatto il mio uomo forte?" Chiese tra se e se.
"É qui, ma la sua donna lo sta torturndo"
"Oh no, la sua ragazza sta cercando di farlo stare meglio" ridacchiò la ragazza.
"Ma la sua ragazza potrebbe farlo stare bene in altri modi" ammiccò Niall.
"Niall!" Allyson gli diede ma botta su una delle spalle rosse.
Il ragazzo lasciò un urlo di dolore.
"Ma sei pazza?"
"Ti sta bene" rise la ragazza scendendo dal suo sedere e dandoci una manata sopra "Ho fatto, ti puoi vestire"
Niall si alzò a sedere e la fulminò con lo sguardo, ma lei non ci fece neanche caso entrando in bagno a lavarsi le mani.
Allora il ragazzo spostò tutta la sua attenzione sul figlio che era steso sul letto accanto a lui.
Lo prese in braccio, attento a non appoggiarlo sulla spalla ustionata.
Nel giro di poche settimane avrebbe dovuto lasciarlo e già stava male solo al pensiero.
Era ormai dipendente da quel bambino, tutto girava intorno a lui ed al farlo stare bene.
Niall sapeva già che in tour si sarebbe sentito ancora più solo del solito senza la sua famiglia.
C'erano i ragazzi, si, ma non era la stessa cosa.
Quando alla fine di una giornata stressante tornava a casa, voleva solo stare con Allyson e Luke e nessun'altro, magari steso sul letto a guardare un film con la sua ragazza abbracciata a lui e suo figlio sul suo petto.
E non ritrovarsi solo in una fredda stanza di un hotel a 5 stelle.
Del lusso non se ne faceva nulla.
Niall passò l'indice sulle labbra di Luke che le socchiuse guardandolo.
Voleva portarli con lui ma non poteva, Luke era troppo piccolo e aveva molte visite da fare.

L'errore più bello della mia vita |N.H.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora