Capitolo 4: My Attendance Is Bad, But My Intentions Are Good.

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"La notte avvolge le cose con la sua atmosfera ovattata e fa sembrare splendenti anche le luci più fievoli. Ma prima o poi il mattino arriva sempre e la luce del giorno spesso mostra cose che non eravamo stati in grado di vedere.."

*****

La musica risuona per tutta la casa, la sento distintamente da fuori..

Quella pazza non è cambiata per niente, sarà pure un futuro direttore artistico di una casa discografica, ma i suoi gusti musicali sono sempre i soliti: fedele nei secoli ai Queen.

Per fortuna, mi sa che oltre alla musica, anche la sua abilità culinaria è rimasta invariata: posso sentire il profumo della torta che preparava la mattina quando facevamo colazione insieme; sorrido, perché aprire la finestra e vedere la sua spalancata, con le tende chiare che svolazzano ed il suo letto disfatto che si intravede, mi riporta indietro nel tempo e mi fa sentire sicuro. Lei è lì, è tornata e non riuscirò mai ad esprimere a parole quanto sia felice che tutto sia come prima. O almeno quasi tutto..

Scendo di sotto alla velocità della luce ed esco per andare a fare colazione a casa sua insieme ad Alicia che, ovviamente, è in ritardo; suono, ma nessuno risponde, mentre la voce di Freddy Mercury che canta "Somebody to love" risuona dall'interno.

Sorrido e scuoto la testa: meno male che ho portato le sue chiavi di casa con me, ormai la conosco come le mie tasche, non sentirà il campanello almeno finchè non finirà il cd dei Queen, il che significa che qui fuori posso tranquillamente fare la muffa e raggiungere l'età pensionabile.

Infilo la chiave nella toppa ed apro, chiamandola: "Miranda?", ma ancora una volta nessuna risposta.

"Dove si sarà cacciata?" mi domando ridacchiando ed affacciandomi in cucina dove troneggia la torta che ha preparato per colazione. Mi avvicino e con aria furtiva ne prendo un pezzettino: "Mmmhhh, buona come sempre" e con la bocca ancora piena mi avvio al piano di sopra, leccandomi le dita come un bambino.

Mi avvicino alla porta della sua stanza, socchiusa e faccio per chiamarla, ma l'immagine che mi presenta davanti mi lascia di stucco: Miranda è davanti all'armadio spalancato, coperta solo da un asciugamano, i capelli raccolti, la pelle umida e canta a squarciagola "Anybody find mee..SOOOOOMEBODY TO LOOOOOOOOOOOOOOOVE!".

Se fosse accaduto qualche anno fa sarei scoppiato a ridere, prendendola in giro per quanto è stonata, ma adesso non riesco a fare niente di tutto questo, sono semplicemente basito da quello che vedo: la mia amica, la ragazza con cui sono cresciuto è diventata una splendida donna ed una strana sensazione si fa strada nel mio stomaco.

"Ma allora è proprio un vizio!" sento dire da una voce vicina e salto per aria immediatamente.

"Alicia, non ti avevo sentito arrivare" borbotto ridendo nervosamente.

"Ci credo, altrimenti avresti fatto in modo di spiare diversamente" mi risponde con un ghigno sarcastico.

"Spiare? Chi è che stava spiando? Stavo giusto per bussare e dirle che ero in casa" borbotto.

"Per questo balbetti e sei rosso come uno rimasto al sole per 72 ore consecutive?" ridacchia.

"Ma no, davvero, non è come sembra" provo a spiegare.

"Allora che problema c'è? Possiamo entrare" risponde avvicinandosi alla porta.

"No, no aspetta cavolo! Lei non sa che sono entrato con le chiavi!" rispondo fermandola ad un passo dall'ingresso.

"Ah, ah, si scoprono gli altarini!" mi prende in giro.

"Lo sai che quando ascolta la musica la mette sempre a 3000 e non sente e dato che la conosco per prevenire ho aperto con le chiavi, ma l'ho chiamata, lo giuro!" mi giustifico.

A thin borderline || Ramos, CasillasWhere stories live. Discover now