Capitolo 6 : Running Up That Hill

351 12 0
                                    

                 

"Buongiorno Upper East Side. Questa sembra una domenica come le altre per la città di Madrid, ma noi sappiamo bene che non lo è. Finalmente le porte della verità si spalancheranno, lasciando fuoriuscire parole non dette, fatti e chissà quali segreti. Non so voi, ma io sono quasi emozionata per l'evento e se lo sono io, figurarsi Iker e Miranda.."

Casa Cooper - Ore 10,30

Sbadiglio, aggirandomi per casa come un fantasma.

Non ho chiuso occhio pensando ad Iker e al nostro incontro: sospiro, passandomi le mani sul viso e meravigliandomi di come parlare con lui, cosa che per me normale quanto respirare, fosse diventato all'improvviso tanto difficile.

Il campanello suona, distraendomi dai miei pensieri: guardo il videocitofono e scorgo il viso, coperto da due grossi occhiali da sole, di Sergio. Apro subito e spalanco la porta, sorpresa:

"Ehi che ci fai qui?"

"Sorpresa. Ti ho portato le brioche al cioccolato che ti piacciono tanto: ho pensato che avessi bisogno di una carica dolce, prima del grande incontro" sorride.

Prendo le brioche e le appoggio sul tavolo sorridendo: "Vieni qui" gli dico spalancando le braccia e lasciandomi stringere con dolcezza "Sei un tesoro!" sussurro.

"Hai fatto bingo con me, bellezza" ridacchia, prima di affondare la testa nei miei capelli e iniziando a darmi tanti piccoli e delicati baci sul collo.

"Sei sempre il solito megalomane" sorrido, staccandomi piano.

"Cosa c'è? Nervosa?" domanda diventando serio.

"Sì, sono nervosa" ammetto andando a versare il caffè.

"Nervosa per lui o nervosa per me?" chiede avvicinandosi.

"Perché dovrei essere nervosa per te, Sergio?" domando portandomi la tazzina alla labbra.

"Dimmelo tu, sono qui e ti sposti non appena mi avvicino. Qual è il problema?" si altera.

"Sergio, sono nervosa per questa discussione con Iker, sai quanto è importante per me!" spiego cercando di mantenere la calma.

"Sì, lo so e credimi non vedo l'ora di farla finita con questa storia, così voglio proprio vedere quali scuse ti inventerai!" esplode.

"Non ho bisogno di scuse, lo sai" inizio ad innervosirmi.

"Allora dimmi perché mi respingi! Siamo qui, a casa tua, da soli, possiamo finalmente stare insieme e tu ti allontani. Cazzo, è frustrante per me, non lo capisci?" dice aggirandosi per la cucina come una tigre in gabbia.

"Lo capisco, ma capisco anche che tu non sei esattamente affidabile" replico posando nervosamente la tazzina nel lavandino.

Si blocca di colpo: "Cosa significa?"

"Significa che ho visto cosa hai fatto mentre non c'ero, il blog di Gossip Girl è pieno di foto di te con una diversa ogni sera e ora che sono tornata tu hai mollato tutte per me o aspetti solo di avermi per te, in modo da aggiungere un'altra conquista alla tua bacheca personale?" esplodo.

"Non ho bisogno di questo, ti ho già avuta o sbaglio?" dice scoccandomi un'occhiata seria.

Rimango in silenzio, ricordando quella sera durante le scorse vacanze di Natale in cui mi sono lasciata andare alla passione con lui. Mi volto ed inizio a salire le scale: "Quello che ho fatto, l'ho fatto solo per te, per dimenticarti. Non sapevo nemmeno se saresti tornata, Miranda, non sapevo nemmeno se ti avrei più rivista. Avevo solo un'alternativa: venirti a cercare e portarti via con me con la forza oppure cercare di andare avanti. Sono stato con tante donne, ma nessuna di loro ha quello che hai tu, perché loro non sono te e non lo saranno mai".

A thin borderline || Ramos, CasillasWhere stories live. Discover now