Capitolo 36: 8 months, 12 days

215 13 0
                                    

"E così è accaduto. Sembra essere tornati indietro a circa due anni fa, quando tutto ebbe inizio.
Ma se ci riflettiamo bene, niente è come allora: Miranda è di nuovo a New York, ma è certa dei sentimenti che prova per Iker e di quello che lui prova per lei, Alicia non è più in circolazione per aiutare il suo migliore amico, ma è lontana ed aspetta il suo primo figlio e Sergio, beh, lui non è più il terzo incomodo della situazione..."

*****

Casa Ramos - Ore 17,00

Lunedì pomeriggio.

Il pomeriggio libero che di solito aspetto come la manna dal cielo per potermi fare gli affaracci miei in giro ed invece... sono davanti ad un computer!

Miranda è partita da 48 ore ormai e di lei ho notizie tramite il suo profilo personale di Facebook che sbircio ogni ora circa come un ladro.

Ha ragione René: sono un deficiente!

Il suo messaggio è ancora sul mio telefonino, ormai credo di averlo riletto almeno 500 volte e quella frase, quella maledetta, incredibile, assurda e bellissima frase: "Io ti sposerò, lo giuro".

E allora che ci fai a New York, cazzo!?

Sospiro, mentre la sua immagine del profilo mi sorride con aria allegra: ricordo questa foto, gliela scattai io un pomeriggio al parco del Retiro.

Mi soffermo a guardare le sue labbra e mi viene in mente il bacio che ci siamo scambiati venerdì sera: ho perso la testa, ho fatto qualcosa che non avrei dovuto.

Sbuffo sonoramente.

Non è vero che non avrei dovuto.

O forse sì.

O no.

Sto diventando pazzo.

Mi alzo ed inizio a girare per la stanza come il diavolo della Tasmania: non sto bene, questo è sicuro.

Mi avvicino allo stereo e lo accendo: le note di "Your song" di Elton John si diffondono nell'aria. Perfetto, l'ennesima mazzata nello stomaco, tra tutte, giusto la canzone che abbiamo sentito la notte prima di partire per la California, la sera in cui le ho dato l'anello, quella in cui lei, dopo aver fatto l'amore, ha dormito incollata a me senza staccarsi per un solo secondo; ho passato l'intera notte a guardarla dormire, ad accarezzarla... non gliel'ho mai detto.

Osservo la sua foto come se da essa potesse arrivare l'ispirazione e solo allora mi rendo conto di quale sia la spaventosa verità: ho paura.

Paura dei suoi occhi che mi scavano dentro, paura della sua anima che mi ha fatto innamorare, paura del suo sorriso che ha il potere di farmi capitolare, paura della sua gioia che condiziona le mie giornate, paura del suo dolore che sembra scavarmi un solco nel cuore, paura della sua passione che mi incendia come un vulcano in eruzione, paura del suo amore che è tanto potente da stravolgermi l'esistenza.

Ho paura.

Paura dell'amore.

Paura di lei.

Casa Casillas - Stesso momento...

Silenzio.

Questo è il suono della mia giornata in questa casa grande e vuota.

Continuo a fare zapping, ma non c'è niente che riesca veramente ad attirare la mia attenzione; sospiro e guardo l'orologio: a New York a quest'ora sono le 11 e tra poco dovrebbe iniziare la sua conferenza stampa di presentazione.

Sono teso per lei, so che è un momento importante e vorrei esserle vicino per farle capire che sono lì, che se si voltasse riuscirebbe a vedermi, che le sorriderei, che le terrei la mano come quando doveva fare le analisi del sangue e la vista dell'ago le faceva venire le crisi di panico.

A thin borderline || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora