1. "Beh Bieber, sei diventato un uomo"

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Justin Pov

"Signor Bieber, questi sono i contratti da firmare con altre aziende" Dice Vicky dandomi un malloppo di fogli da firmare.

"Grazie." Rispondo nella più totale freddezza.

Vicky appoggia i fogli sulla mia scrivania, dopodiché si abbassa per prendere una penna caduta mostrandomi la vista del suo lato B.

"Le serve qualcos'altro?" Mi chiede con un velo di malizia negli occhi.

"Si, al dire il vero sì." Mi lascio cadere all'indietro contro la mia poltrona.

"Cosa?" Dice leccandosi le labbra e spostando il peso da una gamba all'altra

"Un caffè, molto meglio se è senza zucchero." Dico facendo un gesto di non chalace con la mano e ritorno a lavorare al computer.

Vicky mi guarda e sospira sussurrando qualcosa tra sé e sé.

L'attimo dopo sorride.

"Va bene, signor Bieber." Dice a denti stretti.

Esce dal mio ufficio, beh, "mio" è per dire.

Mio padre mi ha proposto di lavorare per lui, poiché l'Università, per quanto mi riguarda, l'ho finita.

Ho studiato all'Università di Toronto e, contrariamente a ciò che molti pensano, ho sempre pagato di tasca mia i miei studi. Certo, all'inizio era difficile, ma credetemi, era molto più difficile far credere a mio padre che io lavorassi in quale grande azienda (sotto suo nome) di Toronto. Quando a dire il vero arrotondavo un po' insegnando ai bambini e ai ragazzi come si cantava e come si suona la batteria e la chitarra. A volte cantavo alle feste, altre volte vendevo degli oggetti di valore che mi regalava mio padre quando prendevo la solita "A" a scuola o quando c'era una cerimonia importante del quale ero il festeggiato. Sono sempre state cose che a me non importavano, perciò per me è stato tutto tranne che un dolore venderli e ricavarci qualcosa in denaro.

Il rumore della porta del mio ufficio mi distoglie dai miei pensieri.
Come al solito, entra Vicky con una tazzina bianca in mano.

"Ecco a lei, signor Bieber" La sua solita vicina da gatta morta mi da un fastidio che nemmeno immaginate.

Cavolo, ma una con una voce migliore e che soprattutto non ci provi, no eh papà?

"Grazie Vicky." Prendo la mia tazza di caffè e quando sto per portare le labbra alla tazzina, noto che Vicky è ancora lì che mi guarda con le mani intrecciate fra loro all'altezza del grembo.

"Vicky? Ora puoi andare." Le faccio segno di uscire dalla porta e lei sospira e fa per andarsene quando si gira e alza il dito indice.

"Ah signore, dopo vi porto le cartelle del mese di Maggio per vedere i nuovi progetti!" Dice sorridendo. Alzo il pollice e continuo a sorseggiare il mio caffè nella pace divina.

Vicky è davvero assillante. Ha quei capelli scuri e quegli occhi neri che... non lo so, non fanno al caso mio.

Come se qualcuna faccia davvero al caso mio

Ed è vero, io con le donne ci gioco solo, ma non cerco una relazione, almeno non ora.

Poso la tazzina di caffè sulla scrivania e mi concentro sulle scartoffie da compilare e firmare.

Justin Drew Bieber

Justin Drew Bieber

Justin Drew Bieber

Justin Drew Bieber

Non faccio che scrivere questo su quasi tutte le carte, ovviamente dopo averle lette.

Alzo la cornetta del telefono e schiaccio il tasto "2" per mettermi in contatto con la mia segretaria, Vicky.

"Vicky, portami le cartelle di cui parlavi prima" Le dico.

"Va benissimo!" Ma come fa ad essere così odiosa anche al telefono?!

Metto giù la cornetta e sbuffo.

"Eccomi!" Entra.

Si, peccato che io voglio le cartelle, non te!

"Già. Grazie." Le dico prendendo le cartelle in mano.

"Quelle rosse sono quelle che ci lega ad una delle aziende più importanti dell'Australia, quelle blu invece all'Italia" Mi spiega indicando le cartelle e mordendosi il labbro.

Annuisco e le faccio cenno col capo di andarsene.

Sarò anche freddo e stronzo, ma lei non ha il diritto di provarci sul luogo di lavoro, e poi non mi interessa nemmeno!

Apro la cartella rossa e mentre prendo i fogli da compilare, sbuca fuori un piccolo foglietto rosa.

Lo prendo e leggo ciò che c'è scritto:

Ci sentiamo presto, signor Bieber.
V. xxx

Alzo  gli occhi al cielo e arrotolo il foglietto per poi buttarlo nel cestino sotto la scrivania.

Dovrò essere più esplicito la prossima volta.

Non so sinceramente cosa aspettarmi la prossima volta, speriamo non degli odiosi dolcetti a forma di cuore. Dio Santo, fa che non accada!.

Mi concentro nuovamente su quelle maledette cartelline colorate.

Canticchio il verso di una canzone a caso e ne batto il tempo con la penna.

"Vedo con piacere che non hai smesso" Fa capolino la testa di mio padre dalla porta.

"Di fare cosa?" Gli chiedo facendo segno di farsi avanti

"Beh, di cantare. Da piccolo eri bravo" Dice prendendo una cartellina fra le mani.

"Canto solo in rare occasioni."

Ed è vero, cantare è uno sfogo per me, ma non amo cantare davanti a tutti, a tutte le ore e in tutti i luoghi.

"Capisco." Dice solo chiudendo il capitolo "canto".

"Se vuoi ti aiuto" Mi dice sedendosi su una delle sedie davanti a me.

"Se hai tempo eh" Gli dico e lui annuisce.

Gli faccio un lieve sorriso e mi concentro di nuovo sui fogli.

"Beh Bieber, sei diventato un uomo" Se ne esce fuori all'improvviso con queste parole.

Alzo lo sguardo verso di lui e lo fisso.

"Che c'è? Non ho mica detto che stai per morire!" Allarga le braccia e ride.

Scuoto la testa ridacchiando.

"Già." Dico scrivendo su un altro foglio "Justin Drew Bieber".

Angolo Autrice

Ma io boh, noto sempre che scrivo i capitoli di notte. Comunque, è la mia prima fanfiction e non so esattamente se possa piacervi, ma ci metterò tutta me stessa, come del resto ho fatto con le altre storie.

Già mi sono innamorata di questo Justin, non come amo il vero, però c'è vicino.

Alla prossima!

08/06/17 (Canzone che mi ha ispirata I'll show you -Justin Bieber)

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