16. "Il cellulare"

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Sono passati 5 giorni da quella lettera misteriosa e quei messaggi, ad oggi non ho ancora capito il senso di quella lettera, o meglio, di quelle cifre.
Magari era veramente qualcuno che mi voleva fare uno scherzo di pessimo gusto ed io la sto prendendo troppo sul serio, però come ha fatto questa persona ad avere il mio numero?.

Sono tre notti che mi sveglio di soprassalto a causa di un incubo che faccio spesso: una tempesta e delle urla di una bambina. Urlo di notte e mi risveglio sudato, i sensi di colpa mi stanno mangiando vivo e sinceramente non so come fuggire da questa situazione.

"Dormito poco, Bieber?" Mi chiede un mio "collega" nelle ore scolastiche. Mi volto e faccio un mezzo sorriso mentre lui entra in aula.

"Già. Sono tre notti che vado avanti così" Lui annuisce appoggiando il suo sedere alla cattedra.

"Che ne dici di queste?" Tira fuori dalla sua ventiquattrore una boccetta marroncina col contagocce bordeaux. Lo scuote davanti al mio viso per poi posarlo sulla cattedra.

"Gocce che aiutano a stimolare il sonno, fidati, le prendo anch'io e funzionano alla grande!" Esclama sorridendo mentre aggiusta i suoi occhiali da sole sulla punta del naso.

"Ci penserò." Rispondo posando alcuni moduli per la classe nella ventiquattrore.

Scott mi alza il pollice per poi alzare il suo sedere dalla cattedra e prendere la ventiquattrore. Mi dà una pacca sulla spalla e poi esce definitivamente dall'aula.

Poso i palmi delle mani sulla cattedra e guardo quella boccetta, magari potrà aiutarmi realmente! La prendo e la poso nella ventiquattrore prima che il suono della campanella faccia capolino nelle mie orecchie. Ben presto, i miei alunni entrano in classe sedendosi al loro posto. Tutti tranne Alexa e la sua compagna di banco.

"Sapete qualcosa di Davis e McCartney?" Chiedo alla mia classe, i ragazzi fanno spallucce mentre altri invece borbottano qualcosa sottovoce.
La porta della classe si apre portando l'attenzione di tutti su essa rivelando i corpi di Davis e McCartney.

"Ci scusi professore, mia madre non ha fatto in tempo a portarci quì" Si scusa per tutte e due McCartney. Annuisco e lascio che loro due si siedano ai rispettivi banchi.

È da circa 6 giorni che non parlo con Alexa, o almeno non per farmi dire la lezione. Le chiederò qualcosa alla fine della lezione.

"Bene ragazzi, ora che ci siamo tutti voglio annunciarvi che il preside ha deciso di programmare una specie gita in giro per l'Italia!" Esclamo. Ben presto, la classe si trasforma in un vero e proprio mercato visto che sono scoppiati a urlare e ad abbracciarsi.

"Ehi ehi! Fatemi finire, per Dio!" Fermo il loro entusiasmo urlando per farmi sentire.

"Starete in Italia per circa due settimane e mi aspetto che non facciate casini" Punto il dito mentre loro ridacchiano.

"Come 'starete'? Voi non ci accompagnate, professore?" Mi chiede la signorina Stewart. Alzo gli occhi al cielo mentre alcuni parlano fra di loro.

"Purtroppo non so se potrò venire anch'io poiché non sono un vero e proprio professore" Spiego e ben presto, un coro di "andiamo professore!" si alza.

"Ma che peccato!" Esclama sarcastico Lamberti battendo il pugno ad un suo amico lì vicino. Rivolgo la mia attenzione verso di lui e mi chiedo interiormente quando Lamberti la smetterà di mettersi contro di me, tanto perderà.

"A pensarci bene, perché no? Potrei sempre chiederlo al preside!" Esclamo aprendo le braccia di poco. I ragazzi apprezzano ciò che ho appena detto, tutti tranne il biondino Lucas Lamberti e le mani a pugno sono testimoni.

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