11. "Perchè mi piace il tuo sorriso"

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Justin Pov

"Professore, ma allora lei guadagna molto! Chissà quante ragazze si sarà fatto!" Il caro Lucas Lamberti, con questa battuta, fa ridere quasi tutta la classe.

Dà il cinque ad un'altra mia alunna: Sophie Peterson.

"Buona questa!" Ride la ragazza bionda.

"E sentiamo, come mai dice ciò?" Incrocio le mie braccia all'altezza dello stomaco. Lui sposta il suo sguardo verso di me e fa spallucce.

"Beh, lei facendo questo lavoro avrà tanti soldi, si porterà a letto così tante puttane!" Ride ancora di più.

Justin, calmati. È solo un ragazzo che ha gli ormoni a mille e il cervello spento.

Mi appoggio col sedere sulla cattedra ed arrotolo le maniche della camicia, mostrando i miei numerosi tatuaggi.

"Lamberti, lei è italiano, o sbaglio?" Cerco di mantenere la calma e vedo le altre alunne che si mordono le labbra. Sarà l'effetto delle maniche arrotolate?

"Si. Da parte di padre" Risponde il biondino.

"E mi dica, ha mai sentito gli stereotipi sugli italiani?" Gli chiedo conoscendo già la sua risposta.

"Alcuni." Risponde facendo nuovamente spallucce.

"Beh, ha mai sentito quel famoso stereotipo che dice che gli italiani non sanno parlare inglese?" Lui fa di no con la testa e sul mio viso compare un sorriso di gloria.

"Eppure, da ciò che so dagli altri professori, suo padre parla perfettamente l'inglese" Dico e lui stringe la sua penna.

Nell'aria non vola una mosca, si possono sentire soltanto alcuni bisbigli.

"Si." Risponde semplicemente, senza aggiungere più nulla.

"Ecco. Allora quando parla, colleghi il cervello alla bocca. Chi ha tanti soldi non significa che va a letto con le poco di buono. Bene, ora torniamo alla lezione!" Esclamo alzandomi dalla cattedra.

"Ti ha fregato, fratello!" Sento dire.

"Tu sta zitto!" Uh uh, Lamberti è di cattivo umore!.

Passo davanti al banco di Davis e la vedo mentre scarabocchia qualcosa sul foglio. Chissà cosa starà scrivendo.

Ritorno alla mia lezione e una volta terminata, fermo Davis.

"Davis, mi è sembrata assente durante la mia lezione. Cosa c'è? Non le interessa più?" Chiedo cortesemente.

Siamo soltanto noi due nell'aula.
Lei mi guarda e si siede nuovamente al suo posto sbuffando e massaggiandosi le tempie.

"Non è questo... In questo periodo sono molto stressata: le lezioni di canto, mio padre, lo studio..." Si mette le mani sul viso ed inizia a sbuffare.

"A volte vorrei tanto non essere nata" Sussurra, come se io non la sentissi.

"Solo per questo?" Dico sedendomi al posto vicino al suo, come ho fatto stamattina.

Lei fa di no col capo per poi iniziare a parlare.

"Questa vita non era quello che avevo sognato quando..." Inizia per poi lasciare a metà la frase.

"Quando?" La invito a continuare.

"Quando mi hanno adottata" Sussurra.

Sgrano gli occhi e la guardo.

"Io non lo sapevo, scusami..." Mi scuso e lei fa spallucce.

"Fa niente, tanto non sei l'unico. Nessuno sa che sono stata adottata, per tutti sono "la figlia dei Davis". Quelli ricchi, quelli esigenti. Ma io non sono così! Io non voglio vivere così!" Scoppia a piangere.

Clandestine Looks Where stories live. Discover now