19. "Italia"

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Justin Pov

"Bene ragazzi, mettete i moduli firmati sulla cattedra." Mi siedo sulla mia sedia da professore sentendo gli schiamazzi dei ragazzi.

Si alzano tutti insieme creando così un affollamento davanti alla cattedra, durante l'affollamento però, noto che anche Davis ha consegnato il modulo. La guardo e lei mi sorride, prendo il suo modulo e controllo se mi sta prendendo in giro o meno. Vado in fondo al modulo e noto che effettivamente si, c'è la firma di sua madre. Sorrido instintivamente e poso i moduli nella ventiquattrore, cosi che dopo li consegni al preside.

"Professore, ma allora ci accompagnate voi?" Porto il mio sguardo su Scott Diamond e gli sorrido lievemente.

"Si, verremo io e la professoressa Travis." La classe scoppia in un urlo generale ed io non posso fare a meno di ridacchiare.

Sono contento che io stia simpatico ai miei alunni. Faccio segno ai ragazzi di stare zitti per poi annunciare loro le diverse regole che dovranno rispettare.

Tre giorni dopo

"Professore, vi sedete vicino a me?" Mi chiede la signorina Stewart picchettando sul posto vicino al suo sull'aereo.

"Grazie Stewart, è gentile da parte tua, ma l'aereo non è ancora pieno e di sicuro qualche tua amica vorrà sedersi accanto a te. Io mi siederò più avanti" Indico il posto dove mi siederò. Lei annuisce sbuffando, ma in questo momento è veramente l'ultimo dei miei problemi. Mi siedo al mio posto e controllo i diversi messaggi sul cellulare e sorrido alla vista del messaggio di mia madre che mi augura un buon viaggio e che le mancherò, le rispondo velocemente con un "grazie mamma, anche tu mi mancherai" e spengo il cellulare.

"È libero qui?" Mi volto verso il posto accanto a me e trovo Alexa che indica il posto accanto al mio.

"Si, certo!" Le sorrido e lei ricambia per poi sedersi vicino al mio posto e posare la sua borsa sulla ginocchia.

"Ti ringrazio ancora per il cellulare, non so cosa avrei fatto senza di te!" Esclama girandosi verso il mio viso.

"Oh, tranquilla!" Mi sorride ed iniziamo a parlare del più e del meno.

"Mi dici come hai fatto a convincere tua madre a firmare l'autorizzazione?" Le chiedo serio. Lei ridacchia per poi fare spallucce.

"Mio padre è andato a Tokyo per un viaggio di lavoro e così mia madre mi ha chiamato dicendomi che per tutto il tempo che mio padre è a Tokyo potrò rimanere e una volta arrivato dal suo viaggio ci parlerà lei" Dice giocando col suo anello sulla mano destra. Si volta verso di me e mi sorride a trentadue denti.

"Oh, cavolo! Ma è fantastico! Sono felice per te, davvero" Lei abbassa lo sguardo mentre le sue gote si dipingono di un rosa scuro.

Mi alzo in piedi e prendo il foglio con l'appello dei ragazzi ed una penna.

"Bene ragazzi, al vostro nome alzate la mano così segno chi c'è e chi no" Inizio.

"Adams" Alzata di mano.

"Bailey" Altra alzata

"Bennett" Ancora una e così via per tutto l'elenco.

Dopo un po', una voce metallica ci augura di passare un buon viaggio sulla loro compagnia ed in tutta risposta, Benson urla un "grazie!" facendo ridere tutta la classe.

A metà viaggio, Alexa si addormenta sulla mia spalla ed io non posso far altro che ammirarla mentre dorme, purtroppo.

Da quando l'ho incontrata sento il bisogno di esserle sempre vicino, e magari sbaglio visto che per lei non sono nessuno se non un amico e il suo "professore".

Clandestine Looks Where stories live. Discover now