Capitolo due.

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- Non ci credo! - Continuò a sussurrarmi Danielle, richiamando la mia attenzione con il gomito.

Si levò un fitto brusìo, proveniente dalla percentuale femminile che costituiva la classe.
I miei occhi puntarono la figura che, a passo deciso, varcò la soglia dell'aula con fare sicuro; non avrei mai pensato che la prensunzione potesse avere occhi del colore della salvia e capelli castani così selvaggi.
Sfilò il lungo cappotto di pelle nera che andava a completarsi con degli anfibi dello stesso colore, mettendo in mostra il suo outfit, anch'esso completamente scuro, e che lasciava trasparire il suo fisico ben scolpito.
Girò completamente il suo corpo verso la grande lavagna, prendendo il gessetto bianco ormai logoro, e iniziò a scriverci su qualcosa.

Dimithryus Stan.

- Una cosa è certa Jo, sa come non farsi dimenticare.- Sghignazzò Danielle.

-Io invece credo che finalmente abbiamo trovato qualcuno che è riuscito a zittirti per almeno cinque minuti! Impresa ardua.- Dissi, sorridendo per lo scambio di battute con la mia amica.

-Mettiamo subito in chiaro alcuni punti, moscerini.- Iniziò il professore, poggiando entrambi i palmi sulla cattedra situata al centro dell'aula.
-Durante la mia lezione non accetto nessun permesso di uscita per il bagno, a meno che non soffriate di incontinenza cronica, ma lo credo davvero difficile, se non impossibile.- Continuò sarcasticamente, sollevando il sopracciglio in segno di sfida.
-Non c'è nessuna pausa pranzo: non morirete per cinque ore senza il cibo scadente che vi offre la mensa, non crediate che io abbia voglia di stare qui chiuso con voi piuttosto che ottenere un'ora in piena libertá; ma credo che, dal momento che siete qui per il corso di stregoneria applicata, preferiate di granlunga restare con me.- Concluse.

- Oh lo può ben dire! Ora bisogna comprendere se ciò che ha appena detto è stato un invito implicito, per me, a rimanere soli.- Vaneggiò Danielle al mio fianco, completando il tutto con l'alzarsi e l'abbassarsi delle sue sopracciglia.

-Beh credo che sia ben lungi dall'invitare una vent'enne in piena fase ormonale a restare sola con lui.- Scoppiai in una fragorosa risata che fece voltare tutti nella mia direzione.

Mi lasciai scivolare un po' più giù sulla sedia, appallottolandomi nel groviglio dei miei caldi abiti, volendo sotterrarmi il più possibile, poiché consapevole del fatto che la mia risata non fosse una delle più signorili e discrete in circolazione. Ero abituata a mascherare la mia "risata a grugniti", cosí la definì Danielle, dietro a dei sorrisi malriusciti, proprio per evitare l'imbarazzante momento in cui tutti si sarebbero voltati verso di me, per ridere dei miei modi.
Sul mio banco, atterrò un foglio di carta appallottolato che aprii senza troppi indugi: "Beccata, dragă" c'era scritto su, e subito mi girai nella direzione di Sebastian che mi guardò divertito, facendomi arrossire ancora una volta.

Ignorai il commento del mio amico, prendendo a giocherellare con una ciocca dei miei capelli, fino a che la mia compagna di banco non iniziò a spintonarmi, per costringermi a guardare l'uomo che sarebbe stato il mio professore a tempo da determinare.
Aveva fascino si, ma non capii realmente perché Danielle fosse andata così in fibrillazione; forse perché era da tempo immemore che nella nostra scuola non si vedeva qualche viso che portasse novità, o forse era attratta dalla sua aria noncurante cosa che a me, al contrario, infastidiva enormemente.
La superficialità non l'avrei mai compresa, anche se il mio fu un giudizio abbastanza affrettato; a dimostrazione del vero non lo conoscevo affatto e magari, la sua, era soltanto una facciata ben costruita a dispetto di noi alunni. Erano molti i professori che utilizzavano la tattica "dittatoriale", ponendoci di fronte un personaggio che, in realtà, non era altro che una montatura, per il semplice fatto di pretendere il rispetto anzichè guadagnarselo; questo poteva essere ricollegato alla sfiducia verso se stessi o alla poca voglia di impelagarsi in rapporti interpersonali con ognuno di noi.

Azazel - Lucifer's SonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora