Capitolo cinquantuno.

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Un leggero ed acre odore di legna arsa serpeggiava, snodandosi, tra le mura della tenuta, pungendo le mie narici doloranti per il freddo.
Osservai distrattamente il paesaggio che si stagliava aldilà della grande finestra della mia camera, alternando lo sguardo al mio riflesso indefinito; il bianco abito scintillante, con cui Snow era alle prese, scendeva morbidamente sul mio corpo, brillando quando, qualche raggio solare reduce del tramonto, filtrato tra le nubi grigiastre, colpiva casualmente uno dei miliardi di strass con cui era adornato.

Un oscuro silenzio gravava tra me e la domestica, squarciato solo dai gravi rombi dei tuoni, che minacciavano l'arrivo di una tempesta; percepii i suoi pensieri scorrere preoccupantemente veloci, come ad inseguire i miei, che cavalcavano l'onda del tempo da ore, ormai.
Un sonoro sospiro da parte della donna mi fece voltare il capo, per quanto possibile.

-C'è qualche problema con l'abito, Snow?- Domandai, tornando poi ad osservare gli alberi mossi dal vento.

-Mi è stato detto di scambiare il laccio del corsetto con un nastro rosso e, per quanto risulti adorabilmente perfetto, è dannatamente difficile tirarlo a dovere.- Si affannò la donna, nervosamente, con voce tremolante.

Stoppai i suoi movimenti, prendendo a fronteggiarla con sguardo interrogativo. Le espressioni deformanti sul viso, erano ben in grado di esprimere quanto, il suo animo, fosse tormentato; quasi colpevolmente.

-Cosa c'è Snow? Avanti parla: voglio la verità.- Alla mia domanda, lo sguardo della donna assunse sfaccettature di terrore, come se riuscissi a percepire la verità fuoriuscire attraverso gli squarci colorati delle sue iridi.

-Io...- ebbe un momento l'esitazione. -Non volevo, davvero! È stato un errore!- L'istericità nelle sue giustificazioni, colorò le sue guance di una tonalità purpurea che sottolineò l'imbarazzo di quanto stesse per dire. -Ho ascoltato la sua conversazione con il padre del signor Stan, Lucifero, milady.- I suoi occhi accarezzarono il pavimento dove, il pesante abito cadeva ombreggiandone la vista.

-Cosa!?- Urlai, rendendomi subito conto dell'errore commesso; attirare l'attenzione su di noi, in quel momento, avrebbe condotto nelle mie stanze qualcuno e, la conversazione, sarebbe potuta definirsi terminata, lasciandomi colma di interrogativi.
-Cosa hai sentito precisamente?- Sussurrai con veemenza, passando una mano sulla fronte in segno di esasperazione.

-Tutto.- Annuì prontamente.

-Tutto? TUTTO!?- Tentai di urlare sottovoce.
Una leggera risata isterica e gutturale, partì dal centro del mio petto, esplodendo attraverso le mie labbra. Come poteva una semplice donna, umana, con uno stampo caratteriale come quello di Snow, non essere terrorizzata da quanto ascoltato? Da tutto ciò che poteva aver scoperto?
L'unica risposta che seppi darmi in quel momento fu che la domestica, in realtà, sapesse tutto dal principio: chi fossero davvero i suoi datori di lavoro; dell'esistenza di paradiso ed inferno; ma, soprattutto, del perché io fossi prigioniera in quel maniero.
Inoltre, Snow aveva recepito ogni singolo punto del mio patto con Lucifero dunque, la mia parte, aveva appena infranto una delle saldature cruciali attue a mantenere in vita tali accordi: la riservatezza; nonostante tale disastro non fosse dipeso da me.

Avrei potuto intimare a Snow di tenere la bocca serrata su ciò che le sue orecchie non avrebbero dovuto ascoltare, nonostante in cuor mio sapessi che il re degli inferi, probabilmente, stesse godendo della mia paura per quella situazione, proprio in quel momento.
O forse sarebbe stato troppo impegnato ad invadere il mondo con uno dei suoi schifosissimi peccati preferiti, per accorgersi di qualcosa.

-Tu sapevi!- Quella che voleva essere una domanda, uscì come un'accusa: non potevo credere al fatto che Snow sapesse e non mi avesse aiutata.
-Ho supplicato il tuo aiuto, tempo fa! Tu sapevi e non hai fatto nulla!- Quella donna non mi doveva nulla: io non ero nessuno per lei; eppure, la sensazione di essere stata tradita, non voleva abbandonarmi.

Azazel - Lucifer's SonWhere stories live. Discover now