Capitolo quarantanove.

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Il diavolo aveva appena preso possesso della mia vita, manipolandola a suo piacimento.
Nulla di tutto ciò mi parve possibile, reale, al punto di crederci seriamente. Di primo acchito non riuscii ad avere alcuna reazione, lasciando che Lucifero si burlasse di me sorridendo mentre, tra le mani, rigirava il pugnale con maestria; lo zaffiro, come dotato di vita propria, cercava di ribellarsi a quel tocco malvagio, tentando di sprigionare della luce che non risultò essere abbastanza forte da sovrastare il nemico.

-Sai di non avere scelta, non è così?- Mi guardò, imbronciando le labbra in una smorfia di superbia.

-Doveva essere un patto, non una minaccia!- Tentai miseramente; non aveva senso continuare a girare intorno alla questione: Lucifero aveva il coltello dalla parte del manico, letteralmente.

-Non te lo hanno mai detto che sono un bugiardo?- Iniziò dapprima. -Ma, a dispetto di ciò che dicono di me, mi preme molto quello che è nell'interesse dei miei contraenti, dunque, ti ho già detto che non lascerò che qualcuno dei miei torturi o uccida il tuo umano, se tu farai ciò che ti ho chiesto. Mi sembra abbastanza equo: la tua vita in cambio della sua.- Puntellò l'indice sull'apice della lama, roteandola dolcemente.

Avrei potuto mettere alla prova la veridicità dei suoi termini d'accordo provocandolo ma, questa possibilità, avrebbe messo a rischio l'incolumità di entrambi: mia e di Sebastian. Era pur sempre il re degli inferi, la figura maligna che, per millenni, era apparsa su ogni bibbia ed ogni libro come l'essere più spregevole e crudele conosciuto fra tutti i mondi noti. Avrei potuto spingere maggiormente con le richieste se davvero il suo scopo era quello di ottenere la mia anima: allora, avrebbe fatto di tutto; mi avrebbe assecondata o, diversamente, si sarebbe preso ciò che voleva con la forza, annullando ogni patto.

-No; ho bisogno anche di qualcos'altro perché questa collaborazione possa funzionare.- Il suo sguardo si incentrò su di me, e ciò che vidi fu diverso da ciò che conoscevo: le sue pupille si dilatarono, divenendo poi verticalmente sottili, come quelle di un gatto. Balzai all'indietro, provocando una risata gutturale da parte del demone. 

-Scusami tanto figlia di Dio!  Purtroppo, la sfacciata insolenza è una qualità che solletica il mio interesse. Ci ho messo millenni per diffonderla ed ora, si svela proprio qui, dinnanzi a me! Posso dirmi soddisfatto del mio lavoro!-  Mi afferrò il mento con le sue dita ruvide, avvicinando i nostri nasi pericolosamente, per poi lasciarmi andare con uno scatto, ed i suoi occhi tornarono normali. Acquietandosi. Il sorriso malvagio che non voleva saperne di spegnersi.

Constatai fosse un gran chiacchierone; avevo compreso che il suo gioco era quello di rigirare chiunque con la sua sapiente loquacità, per condurti dalla sua parte, affascinandoti.

-Ma ora, stellina, cosa desideri così profondamente da sentirti nella posizione di chiedermi favori?- Ritornò a stravaccarsi comodamente sud divanetto cigolante, con un'espressione annoiata e, allo stesso tempo, incuriosita sul volto.

-Devi assicurarmi  che rispedirai Sebastian nel mondo dei vivi, una volta che io sarò con te.-  Una lacrima solitaria solcò la mia gota arrossata: quanto ancora avrei dovuto subire? Stringendo questo accordo, probabilmente, sarebbe stata l'eternità.

-Ahi ahi! Se i miei calcoli sono giusti, queste, in realtà, sono due richieste. Sarò ben lieto di accontentarti se avrai altro da offrirmi.- Passò il pollice sul mio viso per raccogliere la goccia proveniente dai miei occhi, per poi portarselo alle labbra ed assaporarne  il gusto salato.

-Ti ho assicurato la mia anima.- Iniziai, ma fui subito interrotta da un suo ringhio prima che potessi terminare.

-Conosco quali sono i termini. Dimmi qualcosa che già non sappia.- Sbuffò, liquidando l'argomento, già affrontato, con un gesto della mano.

Azazel - Lucifer's SonWhere stories live. Discover now