Capitolo undici.

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-Bene signorina, ora che si è riunita a noi possiamo continuare. Parlavamo dei vari colori e delle varie sfaccettature che la magia può assumere.- Mentre espose ciò, il professor Stan alzò le maniche della sua maglia, mettendo in mostra una piccola parte di inchiostro nero che macchiava la sua pelle cerea, sul braccio destro.
Prese un gessetto e continuò a parlare, tracciando uno schema alla lavagna.
-La magia, miei cari moscerini, si stostiene sia la madre di tutte le religioni ma, ovviamente, cristiani ed ebrei non la pensano allo stesso modo.-
-Perchè?- domandò Danielle che, di fianco a me, non sprecò neanche una parola per salutarmi.
-Perchè sono così....credenti.- Affermò Dimithryus, quasi disgustato. -Credono invece, da assurdi narcisisti, che la magia sia un atto di potere che la sacralità può piegare al proprio volere; in realtá la magia ha la pretesa di "imporsi" a Dio stesso, per utilizzarlo ai propri scopi magici. Dunque, credono a entità superiori all'uomo e sono certi che queste possano aiutarli ad inginocchiare la magia a proprio piacimento. Che egoisti.- Terminò ghignando, facendo ridere l'intera classe.
Le ore passarono fin troppo velocemente per me, considerando che ritenni quella lezione abbastanza interessante.
Era il momento di affrontare le successive due ore pomeridiane di recupero, con Stan.
Rimanemmo solo io e lui in classe, nessun altro mio compagno avrebbe dovuto sostenere il corso, cosa che procurò un'allerta immediata ad ogni mio senso.
-Bene Vladă, iniziamo. Qualche domanda?
-Mmh, in realtá sì: cosa intendeva dire con "i colori della magia"? - Domandai ripensando ancora a ciò che disse precedentemente, sistemandomi ad uno dei primi banchi.
Mi fissò, si carezzò il mento con il palmo della mano ed iniziò a parlare:
-Credevo fosse stata attenta, dulceață.- Affermò alzando il sopracciglio, ed un angolo della sua bocca rosea.
-Lo ero, infatti. Essendomi persa la parte iniziale della sua spiegazione, però, non ho ben capito tutto l'argomento.- Presi carta e penna, pronta per appuntarmi tutto.
- Allora questi corsi non sono del tutto inutili; ogni giorno uno di voi, puntualmente, è qui a "recepire" gli argomenti a cui è stato assente fisicamente o... mentalmente.- Ghignò. -Ma non li sostengo io stesso.-
-Dunque, perchè è qui ora?- Azzardai.
-Perchè volevo vederti, da soli.- Passò la mano tra i suoi capelli.
-Se è per quella storia, credo sia inutile Dimithryus. Non sono la persona che tu credi io sia. Hai preso un abbaglio bello grosso.- Mi stizzii.
-Lascia perdere quello, è solo che credo di essere l'unico in grado di imprimerti bene nella mente determinati argomenti; non credi anche tu?- Disse avvicinando le sue dita e sfiorandomi una tempia.
Quel gesto, che avrebbe dovuto essere inaspettato, non mi sorprese affatto; forse perchè il mio inconscio lo aveva ben predetto o forse perchè, teoria molto più probabile, ne ebbi il timore.
-Se questo è il suo metodo, allora credo proprio di no.- Lo guardai torva, allontanandomi di scatto dal suo tocco gentile.
Non so cosa mi spingesse a rifiutare quelle sue attenzioni, ma era un continuo tira e molla dentro di me; non riuscii a dare un nome a quella sensazione, forse autoconservazione o meglio ancora protezione verso me stessa. Sapevo che avrei dovuto lasciarmi andare ma i suoi occhi, i suoi occhi torvi, mi suggerivano tutto l'opposto e ciò non faceva altro che confondermi, perchè il suo corpo era proteso verso di me ma il suo sguardo no. Era freddo, oscuro come la notte.
-Dunque, le dicevo...- proseguì, voltandomi le spalle e prendendo a passeggiare lentamente, con le braccia incrociate al petto. -La magia viene identificata in base a pochi colori, che sono in grado di classificarla per quella che è. Abbiamo la magia Bianca di polaritá positiva e statica, la magia Nera di polaritá negativa e anch'essa statica, ed infine la magia Rossa di polaritá mista ed è dinamica.- Concluse riavvicinandosi al mio banco.
- Cosa intende dire con polaritá mista-dinamica?- chiesi.
-Prima di porre domande, dovrebbe ascoltare, poichè il mio discorso non era ancora giunto al termine Jolie.-
- Mi scusi...- Sussurrai imbarazzata, abbassando il mio sguardo sugli appunti.
- La Magia non ha pertanto nessun colore, in realtá, la differenza sta unicamente nell'uso che il praticante ne fa. La magia rossa è considerata "neutra", ma ciò è errato perchè bisogna guardarla come una cosa ben distinta sia dalla magia nera che da quella bianca, perchè la magia rossa può essere applicata sia per il bene che per il male, la scelta sta solo a colui che la utilizza.
Consideriamo che questa è l'unica forma di magia senza limitazioni, ma con un'alta percentuale di causa-effetto, dunque chi la utilizza deve stare ben attento a l'impiego che ne fa.- Spiegò semplicemente.
-Dunque non prende parte a nessuna categoria perchè in realtá le racchiude già tutte in se?- Domandai, mordicchiando la matita.
-Esatto.- Si limitò a dire, annuendo impercettibilmente.
-Sará lei a spiegarci come apprendere questo tipo di magia?-
-Assolutamente sì, ma non credo di volerlo fare, per ragioni che lei non può comprendere. Ora se può evitare di chiedermelo, le ho giá risposto.- Sorrise fintamente.
-Posso invece chiederle per chi mi ha scambiata? Chi cercava in realtà?- Azzardai.
-Non credo che mettere il suo brutto muso da impicciona negli affari altrui possa essere considerato un hobby.- Mi prese in contropiede spiazzandomi e facendomi immobilizzare li, sulla mia piccola sedia.
-Mi spiace ricordarle che qui, quello che ha errato è lei, professore!- Sputai aspramente e continuai: - Lei ha scambiato me per un'altra persona, lei mi ha toccata, lei è voluto restare solo con me, anche oggi. Non è nella posizione per dirmi chi ha sbagliato.- Mi alzai dalla sedia sbattendo i palmi aperti sul piccolo banco logoro.
-Due carezze sono bastate ad illuderla signorina Vladă? No, non è assolutamente lei la persona che cercavo, ho sbagliato enormemente, le bambine non sono la mia predilezione. Le mie attenzioni avrebbero dovuto stare lontano da lei, fin dall'inizio. Errore mio.- disse facendo un piccolo inchino in avanti. - Ed ora spero lei abbia capito l'antifona e lasci questa classe immediatamente.- finì.
Rimasi li immobile, con le lacrime agli occhi, ma a cui non permisi di uscire, perchè sì, mi aveva ferita e perchè sì, mi ero illusa di qualcosa che avevo percepito ma che in realtá non c'era mai stato. Lo guardai incattivita, aggrottando la fronte e dirignando i denti.
-Fuori!- urlò, sbattendo i pugni sul mio banco, con il viso a pochi centimetri dal mio, facendomi sobbalzare vistosamente.
Raccolsi le mie cose e corsi fuori dall'aula con il suo sguardo che mi bruciava la schiena.

Azazel - Lucifer's SonWhere stories live. Discover now