"as if it had happened by magic"

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"Strade che agli occhi degli altri sembrano tutte uguali, ma ai miei tutte portano a te"

La seconda volta, che lo incontrai, avvenne circa una settimana dopo l'incidente della spiaggia.

All'epoca avevo da poco iniziato a frequentare un corso d'arte, tenuto da un vecchio artista eccentrico proveniente da Seul. Questo signore, alquanto calvo e con la faccia piena di rughe, era un vecchietto arzillo e sopratutto un amante del disordine.

Il suo piccolo studio, che fungeva da classe per le sue lezioni, era una cozzaglia di tele, tempere e pennelli. C'erano oggetti di tutti i tipi sparsi ovunque: come per esempio una piccola riproduzione del David di Michelangelo, a cui qualcuno aveva avuto la brillante idea di decorare con un reggiseno color rosa confetto. Era proprio uno spettacolo per gli occhi!

Il maestro, il signor Park, soleva sempre accogliere i suoi allievi offrendo caffè, tè o latte. Era una persona molto cordiale e non faceva altro che parlare del suo amato nipote, ovvero un certo Jimin. Non faceva altro che decantarne le qualità di questo fantomatico nipote, di quanto fosse amorevole e sempre gentile con chiunque. ( Da notare che allora non avevo nemmeno idea di quale fosse il nome del mio angelo!)

Quel giorno avremmo dovuto finalmente dedicarci all'esecuzione di un ritratto, per cui il signor Park ci suddivise in coppie. Il problema sorse quando noi allievi realizzammo di essere in dispari e, per forza di cose, qualcuno non avrebbe avuto un compagno. Quindi, non avendo nessuno dei miei amici che frequentava quel corso con me, mi ritrovai solo, in un angolo, con la matita in mano e lo sguardo basso. In più a contribuire la mancanza di un partner era anche il mio carattere molto timido e chiuso. Allora ero molto insicuro riguardo le mie capacità loquaci (non che ora sia un chiacchierone eh ) e per cui preferivo starmene da parte, in un angolino, ad osservare quello che facevano gli altri.

- Che succede ragazzotto? - gracchiò il signor Park, avendo notato il mio sguardo perso.

  - Non ho un compagno con cui svolgere l'attività di oggi - ammisi, abbassando lo sguardo verso le punte scolorite delle scarpe. La mia voce uscì alquanto delusa e, sopratutto, molto più sottile del solito. Cercai comunque di fare un mezzo sorriso per nascondere il mio nervosismo. Infine ero lì per coltivare una delle mie passioni preferite, ovvero il disegno, ed era anche la prima volta in assoluto che frequentavo un corso tenuto da un "professionista". Almeno era quello che il signor Park affermava di essere. Perciò ero molto entusiasta di imparare e migliorare la mia tecnica. 

Il maestro mi sorrise, poi uscì dalla stanza e lo udii urlare "Chimchim~!" a squarcia gola. Dopo qualche minuto lo vidi rientrare accompagnato da un ragazzo più o meno mio coetaneo.
Per poco la mascella non mi cadde quando riconobbi il ragazzo. Subito il mio cuore iniziò a martellare nel petto e, come per magia, non capii più nulla. Non ci potevo credere: stavo per caso sognando?! 

Lui, invece, non fece una piega e rivolse uno sguardo perplesso al nonno, il quale prontamente esclamò - Jiminie, per favore, fai da modello per il ritratto a questo ragazzo senza compagno -.  

Jimin, come risposta, si limitò a scrollare le spalle e a prendere posto di fronte alla mia tela. Come avesse fatto a capire come arrivare alla mia postazione per me era un mistero, così impacciato gli chiesi - Scusami, ma come fai a sapere che quello è il mio posto? -. 

Jimin mi guardò stralunato e sospirò rumorosamente, roteando poi gli occhi al cielo. Infine si degnò di guardarmi in viso per una frazione di secondo e rispose - Forse perché sono le uniche sedie vuote in tutta la stanza? -. Notai subito una nota canzonatoria nelle sue parole, così mi limitai a fissare il pavimento e a prendere posto di fronte a lui.

Shameless ~Jikook [completa].Where stories live. Discover now