"still, i didn't want him to go"

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Adoravo il sabato mattina. Non avevo lezioni e, solitamente, ero spesso a casa da solo, dato che il mio coinquilino aveva l'abitudine di tornare nella sua città natia ogni weekend. Per questo avevo la possibilità di prendermela comoda e girovagare per l'appartamento senza dovermi preoccupare di disturbare Yugyeom in qualche modo.

Quella mattina mi svegliai di buon umore. Aprii lentamente gli occhi e subito il mio naso percepì il profumo di caffè, per me presagio di una buona giornata. Così sbadigliai ancora mezzo addormentato, mentre mi stiracchiavo tra le coperte color indaco. Il posto accanto a me era ancora tiepido, segno che Jimin non si era svegliato da molto. Lentamente mi voltai verso il comodino, recuperai il telefono e mandai un messaggio a mia mamma, facendole un breve resoconto della mia settimana. Dopo di che decisi di alzarmi definitivamente da letto e, con un piccolo balzo, atterrai a piedi nudi sul parquet ghiacciato. L'improvviso passaggio dal calore delle coperte al freddo del pavimento mi provocò  dei brividi lungo tutto il corpo, così mi vestii in fretta indossando le prime cose che trovai nell'armadio.

Dopo essere andato in bagno, raggiunsi a passi strascicati la cucina, dove trovai Jimin impegnato a guardare il suo telefono e a sorseggiare una tazza bollente di caffè. Mi presi qualche minuto per osservare il mochi, così rilassato e a suo agio nel mio appartamento. Indossava ancora la mia maglietta a maniche corte bianca, nella quale praticamente ci navigava. Era seduto  storto, con le gambe aperte e la testa mollemente appoggiata al palmo della mano.

Mi avvicinai lentamente a lui e gli stampai un bacio fugace sulla bocca, ma lui mise le mani attorno al collo e mi costrinse ad allungare il contatto delle nostre labbra. Sapeva di caffè e menta, sapore inebriante ed invitante. Riluttante Jimin pose fine alle nostre effusioni e mi disse - buongiorno coniglietto -.

- Buongiorno mochi - risposi, dandogli un bacio sulla fronte. Poi presi apposto accanto a lui e mi versai anch'io un po' di quella bevanda scura dall'aroma irresistibile. Successivamente afferrai coltello, marmellata e fette biscottate e mi preparai una veloce colazione.

- Cosa vuoi fare oggi? - mi chiese Jimin, alzandosi e mettendo la sua tazza sporca dentro al lavello.

- Non ho nessun programma, a parte fare la spesa - dissi tra un boccone e l'altro.

- Allora appena finisci di fare colazione, andiamo a fare un po' di spesa. Posso fregarti qualcosa da mettermi? - sentenziò Jimin, fermandosi sulla soglia della porta che conduceva in camera mia.

- Va bene, sia per uscire e sia per i miei vestiti. Ah Jiminie aspetta - dissi, allungando la mano come se volessi afferrarlo immaginariamente. Quando notai che si era fermato per ascoltarmi, proseguii - Ti va di uscire per un appuntamento? -.

- Quando? - chiese Jimin, arrossendo leggermente e appoggiandosi allo stipite della porta. Il suo volto era un po' teso, ma il suo sorriso mostrava una nota di curiosità. Poi si passò la mano tra i capelli e mi fissò impaziente. Un giorno mi sarebbe piaciuto tenere il conto di quante volte faceva scorrere le sue dita tra la sua chioma. Di sicuro almeno un centinaio di volte.

- Oggi - risposi semplicemente. Ero talmente concentrato a spalmare accuratamente la marmellata ai mirtilli sulla fetta biscottata che diedi una breve occhiata al mochi.

- Uhm.. okay - disse, non molto convinto ed indugiando per un po' sulla porta. Notando poi che io non lo stavo guardando più di tanto, si voltò e scompari dentro la mia stanza.

Mi sarebbe piaciuto abituarmi a vederlo ogni mattina, appena svegliato. Fare colazione con lui e chiacchierare del più e del meno. Potevo facilmente immaginare noi che invecchiavamo insieme e condividevamo la quotidianità, fatta di bei e brutti momenti.

Shameless ~Jikook [completa].Où les histoires vivent. Découvrez maintenant