"a feeling deliciously destructive"

2.8K 224 56
                                    

Che cos'è l'amore?

Me lo sono sempre chiesto, fin da quando ero piccolo.

La prima volta, che mi sono interrogato sul significato della parola amore, ero uno scolaro delle elementari  e dovevo scrivere un tema sulla mia famiglia. All'epoca mio padre, con lo zaino in spalla e la valigia in mano, era uscito dalla porta di casa e non aveva più fatto ritorno. Allora, troppo piccolo per comprendere, avevo chiesto assiduamente a mia madre il motivo reale per il quale il mio papino adorato non fosse ancora tornato dal "viaggio di lavoro". Ben presto avevo intuito che qualcosa non quadrava, poiché mia madre continuava ad eludere il discorso e non voleva informarmi sulla vera realtà delle cose. Alla fine mia nonna aveva ceduto alle mie interminabili richieste di una risposta e, mentre faceva a pezzi con le dita nervose un indifeso fazzoletto di carta, aveva detto che "l'amore tra mamma e papà è finito, ma lui continuerà ad amarti sempre e comunque perché tu sei sangue del suo sangue, carne della sua carne". Io non avevo ben capito cosa volesse dirmi, così avevo inventato un sacco di frottole e nel mio tema, che la mia antipatica maestra d'Italiano, soprannominata "dodo senza ali", aveva valutato con un mediocre "buono", aveva dipinto l'amore dei miei come indissolubile ed eterno. Indubbiamente ero all'oscuro delle vere dinamiche di coppia, in aggiunta la mia acerba età non mi permetteva di poter analizzare un sentimento così complicato e, tutt'ora, indecifrabile.

Credevo veramente che l'amore fosse eterno, gratuito e tremendamente semplice. Pensavo che ogni amore funzionasse allo stesso modo: colpo di fulmine simultaneo, periodo di corteggiamento, formazione della coppia, matrimonio, figli (non necessariamente ) ed invecchiare insieme. Semplice, lineare e felice. Avevo sempre impresso in mente l'immagine della coppia innamorata come un binario ferroviario, dove le rotaie parallele rappresentavano i due innamorati, che viaggiavano sempre uno a fianco all'altro e rivolti verso la stessa direzione.

Poi avevo assistito ai primi cuori infranti dei miei coetanei e sopratutto quello di mia madre. Non è mai piacevole per un figlio notare il graduale cambiamento che avviene in un genitore "abbandonato". Allora mi resi conto che l'amore aveva anche una connotazione più negativa e poteva fare anche tanto male ed esisteva perfino l'amore a senso unico.

L'apice lo raggiunsi quando avevo incontrato un ragazzo, come se fosse segno del destino. Si era introdotto in silenzio all'interno della mia anima, come un'improvvisa brezza calda alla fine dell'inverno, segno del sopraggiungere della primavera. Così avevo provato in prima persona questo sentimento, così sconosciuto e indecifrabile. Non me ero nemmeno accorto all'inizio, ma una volta accettata questa nuova realtà, avevo lasciato che Jimin afferrasse tra le sue mani il mio cuore e lo intrappolasse per sempre. Da quel momento avevo sperimentato sulla mia stessa pelle quanto l'amore fosse veramente il motore delle mie azioni e come questo sentimento potesse essere tremendamente meraviglioso e, allo stesso tempo, squisitamente distruttivo.

Con il nostro continuo incontrarsi, perdersi e poi ritrovarsi, non ero mai stato in grado di tracciare una linea, anche solo abbozzata, a questo logorante sentimento. Il mio amore per Jimin cambiava a seconda del giorno; a volte aveva tonalità fredde, altre colori caldi. Cambiava a secondo del mio umore, a quello che mi accadeva attorno. Se c'era Jimin oppure no. Passava da essere un sentimento di pura estasi e gioia, ad essere un emozione cupa ed opprimente.

Ora, tuttavia, avevo una risposta a questa domanda. Per me l'amore non poteva essere definito razionalmente, ma aveva un nome preciso.

Jimin, mia rara perla, fuoco vivo. Mio peccato, mio desiderio. Era Jimin, semplicemente Jimin, al mattino, ritto nel suo metro e settantatré con la mia maglietta. Era Chimchim per Taehyung, solo per il suo amico. Era Park a lavoro, per i suoi colleghi e maestri. Era Park Jimin nella linea tratteggiata dei documenti. Era Jiminie per amici e familiari. Ma tra le mie braccia era sempre il mio mochi.

Shameless ~Jikook [completa].Where stories live. Discover now