"accurate diagnosis"

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"L'amore capita.
All'improvviso ti ritrovi questo ospite invadente che ti scombussola la vita.."

Un disastro. Uno schifo assoluto.

Questa era la mia vita in quel momento.

Era passato circa un mese dall'ultima volta che avevo passato un po' di tempo da solo con Jimin. Un mese da quando era venuto a casa mia e stavamo per "approfondire" ulteriormente la nostra conoscenza.  Un mese da quando Jimin aveva iniziato ad evitarmi come la peste, a non rivolgermi più di qualche monosillabo e qualche occhiata severa.

Io mi sentivo uno schifo. Dormivo male, mangiavo poco ed ero perfino dimagrito. Mi sentivo sempre oppresso da una strana pesantezza alla bocca dello stomaco e provavo un vuoto al cuore, come se qualcuno avesse strappato una parte della mia anima.

Seokjin era molto preoccupato per me e non passava giorno in cui non mi chiedesse come stavo realmente; ma io non sapevo veramente come rispondere perchè io stesso, per primo, non riuscivo a dare una spiegazione al mio comportamento. L'unica cosa che sapevo era che era tutto causato da un singolo soggetto: Jimin.

Avrei voluto fare ammenda, scusarmi per come erano andate le cose e, sopratutto, tentare di avere una conversazione decente con lui prima che partisse per Seul. Ma, d'altra parte, non avevo rimorsi per come effettivamente si erano svolte le cose: non era colpa mia se mia madre era tornata a casa e Jimin, a dirla tutta, non aveva nessun diritto di prendersela così sul personale. Era infantile il suo comportamento, eppure non era mai tornato sui suoi passi per tentare un dialogo con me, nonostante avessi provato molte volte ad avvicinarmi per scusarmi e chiedere il motivo di tale insensato ed inspiegabile atteggiamento.

Ero disperato e non mi rimaneva altra cosa da fare se non chiedere consiglio a qualcuno con più esperienza di me. Qualcuno che magari ne sapeva di più su relazioni turbolente e atteggiamenti lunatici. Dio mio, a volte Jimin era peggio di una donna in fase premestruale, e avevo detto tutto!

[...]

- Jin-hyung! Yoongi-hyung, ciao! - salutai i miei amici, correndo loro incontro e abbracciandoli con trasporto.

Ci incontrammo alla solita gelateria, ordinammo le stesse cose di sempre e ci sedemmo nei tavolini di plastica. Quel giorno faceva molto caldo, il sole picchiava forte e l'afa toglieva il respiro. Non c'era anima viva in giro, a parte noi tre.    

- Allora, Kookie, cosa ti passa per la testa in questo periodo? Sei sempre assente, perso nei tuoi pensieri e sono un po' stanco di dovertelo chiedere ogni santo giorno - disse Seokjin, sbuffando e lanciandomi uno sguardo apprensivo. Era evidentemente preoccupato per me, potevo sentirlo e subito mi sentii in colpa per il mio comportamento.

- Jin ha ragione, Jungkookie. Non sei più un bambino, a cui bisogna togliere le parole di bocca per capire cosa lo fa stare male. In più lo sai quanto teniamo a te e, sopratutto, sai che non ti giudicheremo mai per le tue decisioni, per quanto infantili e insensate possano essere - rincarò la dose Yoongi, incrociando le mani al petto e guardandomi severamente. Il suo sguardo sembrava penetrarmi nel profondo, scavarmi l'anima e denudarmi di tutti quei piccoli muri che avevo eretto solo per difendermi.

Io sospirai, stressato ed esausto. Non sapevo come cominciare, come esprimere quelle sensazioni cupe che provavo. Avevo paura di sbagliare parole e rendermi solamente ridicolo e apparire ancora più confuso di quanto già lo fossi. Avevo sempre avuto problemi ad esternare le mie emozioni, a mostrare quello che si celava realmente dentro la mia testa ed il mio cuore. I miei amici erano a conoscenza di questo lato del mio carattere, infatti stavano aspettando pazientemente che io decidessi di mia spontanea volontà ad aprirmi. Ma non ci riuscii, così abbassai lo sguardo e mi fissai le mani, che tenevo in grembo.

Shameless ~Jikook [completa].Where stories live. Discover now