Shameless ~Jikook [completa].

"you think everyone deserves to be happy?"

勿忘草 ~ "Wasurenagusa"*

* Wasurenagusa ( forget-me-not ): secondo Hanakotoba (花言葉), parola giapponese che indica il "linguaggio dei fiori", questa tipologia di fiore, in italiano noto come "nontiscordardimé", rappresenta il vero amore ed è sempre stato considerato simbolo del ricordo, dell'amore e della speranza.

Taehuyng p.o.v:
2 ottobre 2017, giovedì sera. Seul - appartamento di Taehuyng

- Tae esiste un pulsante con cui mettere il cervello in modalità aereo? - mi chiese Jimin, stringendosi nella felpa rossa di Jungkook.

Mi aveva decisamente sorpreso Jimin quando era apparso davanti alla mia porta circa una mezz'ora prima, con una pizza formato famiglia tra le mani e questa enorme felpa color cremisi, che avevo già visto da qualche parte. Io lo avevo guardato scettico e lui, in preda all'imbarazzo più toltale, mi aveva confessato di essersi appropriato impropriamente dell'indumento di Kookie e di non avere la minima intenzione di restituirlo, in quanto poteva sentire il profumo del ragazzo più piccolo su di lui. Jimin, per quanto potesse negarlo, era decisamente innamorato e, prima o poi, avrebbe ceduto al volere del suo cuore.

- Mi dispiace, ma non esiste nulla del genere - dissi, sospirando e guardando il mio amico, seduto accanto a me sul pavimento.

- Sono depresso - esclamò l'altro.

- Non dirlo a me - mi unii a lui.

Queste serate stavano diventando troppo ricorrenti. Jimin ed io avevamo preso l'abitudine di consolarci a vicenda e di lamentarci della nostre penose esistenze, accompagnandoci con cibo spazzatura e bevande ricche di bollicine e dolcificanti. Il tutto condito con film drammatici e pacchetti di fazzoletti rigorosamente della marca Tempo: la pelle del mio naso era particolarmente sensibile e si irritava troppo facilmente.

- Da quando siamo diventati così? - chiesi al mio amico, fregandogli il pacchetto di patatine dalle mani.

Se visti da un occhio esterno, sembravamo semplicemente due migliori amici che trascorrono una serata in compagnia a parlare del più e del meno. In realtà eravamo due persone altamente fragili e piene di segreti inconfessabili, entrambi con traumi familiari e con un bisogno impellente di essere amati.

Jimin grugnì in dissenso e afferrò una stecca di cioccolata, staccando un quadratino e pappandoselo in un nano secondo. Poi si riprese le patatine ed esclamò - ormai non me lo ricordo più-.

- Stavo pensando ad una cosa l'altro giorno - esclamai, appoggiando la mia testa sulla spalla di Jimin e sbadigliando senza mettermi la mano davanti alla bocca.