💎Capitolo 57.💎

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Prendo il cellulare,le chiavi dell'auto,ed esco...non posso di certo godermi lo spettacolo.Insomma la ragazza che amo sta per andarsene a chilometri da qua,come potrei mai sopportare una cosa del genere.
«Dove stai andando?»mi domanda Mike,«A fare un giro...»rispondo a tono,«Non la rivedrai per chissà quanto tempo,salutala almeno.»propone,ed io faccio un passo indietro,e lo guardo«Mi stai chiedendo di salutarla...sul serio Mike,tu saluteresti Lauren,sapendo che non la rivedrai per chissà quanto tempo.Io voglio abituarmi alla sua assenza,non farmela mancare...non è una cosa buona se non riusciamo a mantenere un rapporto a distanza.Finirebbe male,e salutandola la farei cambiare idea,e non voglio...non voglio cazzo,voglio che lei faccia quello che le pare,non voglio impedirle niente.Dopo avrebbe conseguenza riversate su di me,e non voglio assumermi la responsabilità di far soffrire ancora qualcuno.»Mike mi guarda,ed io mi dirigo alla porta,sbattendola dopo essere uscito.

È da molto che non tornavo qui,le cose sembrano essere cambiate.Anche se forse l'unico che è cambiato qui,sono io.
Mi siedo al bancone,e chiedo della vodka,accanto a me c'è un uomo sulla quarantina,che beve non sembra molto lucido ma non è neanche chissà quanto ubriaco,il mio bicchiere di vodka arriva e iniziò a sorseggiarlo.
Ci sono poche persone in questo bar.Quando venivo qui probabilmente lo facevo,con l'intenzione di dimenticare tutta la faccenda di mia madre,comprese le corse con le auto,mio padre prima di conoscere Maddison era tutt'altro che un uomo d'affari,e lo vedevo sempre in questo bar.
In un certo senso per lui bere,faceva dimenticare tutto,anche se fu poco leale da parte sua,non andare neanche una volta in ospedale da mia madre.
Si sentiva bene qui dentro così ho provato,ed ora eccomi qui,su uno sgabello,seduto al bancone,a bere della vodka,cercando di dimenticare il fatto che la ragazza che amo sta per partire per Santa Monica.
«Hey amico...cosa succede?»mi chiede l'uomo accanto a me,«Scusami?»mi rivolgo in modo freddo«Come mai sei qui?»mi chiede,sorseggiando dal suo bicchiere«Cosa ne sai che sono qui per una ragione?»domando,guardandolo,ha degli occhi verdi e dei capelli brizzolati,quell'espressione mi è familiare.
«Avrai come minimo 20 anni,ci deve essere per forza un motivo,voi adolescenti siete fatti così...bevete per dimenticare.»alza il bicchiere a mo di brindisi e se lo scola tutto in un sorso,chiedendone subito un altro al barista.
«Tu non sai un cazzo di me!»mi guardo avanti per non farmi salire l'istinto"Se non la smetti di parlare,la mia mano farà amicizia con la tua faccia."
Ma vedo che l'uomo vuole farmi da psicologo quando dice:«Bello mio,sono sempre stato molto bravo a leggere negli occhi degli adolescenti.»il barista gli porta l'altro bicchiere«Ah si?sentiamo cosa vedi nei miei?»lo stuzzico«Dolore.»si limita a rispondere dopo avermi guardato per bene.

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