Capitolo 12-Un imboscata per Emma...

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Emma si sentiva molto in colpa per aver litigato con la zia,dato che lei le aveva dato sempre tutto fin da piccola. Non aveva ancora avvertito ne Oliver ne July dell'accaduto,ma lo avrebbe fatto l'indomani mattina in metro.
Si mise sotto le coperte,una bella dormita era quello che ci voleva. Si addormentò quasi subito dalla stanchezza.
<Emma,Emma...devi trovarla...trovala...> cosa zio? che devo trovare? <trova la casa Emma...trovala...>
Emma si svegliò di colpo,un altro incubo. Erano le 3.00 ed aveva la faccia più bianca di un cadavere,era molto sudata. Stette seduta a riflettere se i morti potessero comunicare tramite sogni,ma d'altronde era successo quindi pensò di sì. Solo quando furono le 4.00 Emma si addormentò di nuovo.
Erano le 6.00 in punto quando Emma si svegliò. Si preparò e scese per fare colazione.
La zia era sempre lì.
Fu Emma la prima a parlare,le sembrava doveroso.
-Buongiorno zia...-disse Emma fredda.
-Buongiorno.-disse la zia.
Era abbastanza ovvio che era offesa.
-Scusa per ieri zia,non so cosa mi sia passato per la testa.-disse Emma.
-Ma si può sapere cos'hai? Non sei più la stessa!-disse la zia.
Emma pensò se raccontargli degli incubi e del fatto che lo zio comunicasse con lei. Decise di si,forse solo in questo modo la zia l'avrebbe compresa.
-Il problema è che faccio molti incubi,sogno del fuoco,un giardino,una casa malandata e sento il mio pianto da bambina. Sono convinta che sia un ricordo della mia infanzia.-disse Emma.
-Emma sono solo incubi...-disse la zia.
-Io sono sicura di no...ecco io...-disse Emma.
-Tu?-disse la zia.
-Io ho parlato con lo zio,è venuto in sogno dicendomi di trovare una casa. Credo si riferisse alla mia casa d'infanzia.-disse Emma.
-Cosa? Emma cosa stai dicendo? Lo zio non c'è più. Adesso mi stai facendo paura.-disse la zia.
Emma sapeva bene di non essere pazza. Perché la zia non la credeva?
-Vado,sono in ritardo.-disse Emma.
La zia la guardò andarsene,era perplessa. Decise che al suo ritorno l'avrebbe portata da uno psichiatra.
Emma nel frattempo arrivò in metro vide Oliver si salutarono e gli raccontò tutto.
-Io ti credo amore. E comunque partiremo,hai aspettato tanto fai solo un altro sforzo.-disse Oliver.
Emma lo guardava,aveva l'aria triste.
Arrivarono anche Victoria e July,a cui Emma disse tutto.
Erano scioccate.
-Secondo me dovreste scappare.-disse Victoria.
-Certo,ovvio come no. E poi?-disse Emma.
-Beh non lo so,non posso pensare a tutto io. -Tu July cosa proponi?-disse Victoria.
-Aspettate. Per un anno volete perdere la Laurea?-disse July.
-No certo che no,aspetteremo.-disse Oliver.
-E se tua zia crede che tu sia pazza? E se ti rinchiude?-disse Victoria.
-Beh secondo me,lo pensa già.-disse Emma.
-Non siate tragici vi prego ragazzi.-disse July.
-Emma tua zia ti vuole bene.-disse Oliver.
-Sarà...-disse Emma.
Arrivarono all'Accademia e dopo 10 minuti cominciarono le lezioni.
Finite le lezioni,salirono in metro. Dormivano tutti ed anche Emma si addormentò sul petto di Oliver.
Una volta arrivati Emma salutò Oliver,le amiche e scese.
-Fatti sentire d'accordo?-disse Oliver.
-Si,chiama anche noi!-disse July.
-Si certo non vi preoccupate.-disse Emma.
Prese la macchina e si incamminò verso casa.
Una volta arrivata entrò e vide la zia con un signore: era medio di statura,porta gli occhiali,magro come un chiodo,barba e capelli grigi. Vestito con un completo elegante compreso di cravatta.
-Emma non far caso a noi,vai in cucina a mangiare te lo presenterò dopo.-disse la zia.
Emma fece cenno di sì con la testa e lo guardò stranita. Lui la guardava invece,con molta attenzione.
Entrò in cucina e mangiò molto in fretta,voleva sapere chi fosse quell'uomo.
Appena finito rassettò e andò in salone.
Sentiva quell'uomo parlare, così si mise ad origliare dietro la porta.
<In tal caso dovrebbe opporre resistenza,la potremmo addorm...>
-Emma! Vieni siediti accanto a me.-disse la zia.
Che cosa? Addormentarmi? Perché? Pensò Emma nella sua testa. Troppo tardi per scoprirlo ora che la zia l'aveva vista.
Emma avanzò lentamente e si sedette.
-Salve Emma,sono il professor Edward Smith. Sono qui per portarti con me nella mia struttura per persone speciali...-
-Che cosa?! Persone speciali? Che significa?-disse Emma urlando ed alzandosi di scatto.
La zia abbassò lo sguardo.
-Persone speciali vuol dire che tu hai una qualità che gli altri non hanno.-disse il professor Edward.
-Mi state prendendo per il culo? Io non vengo da nessuna parte! Me ne vado!-disse Emma. E si diresse verso il portone d'ingresso.
Il professore guardava accigliato con un mezzo sorriso,la zia guardava.
Ad un tratto davanti a lei spuntò un uomo che molto probabilmente era nascosto vicino la porta gli prese il braccio e gli iniettò una siringa,proprio dentro le vene. Emma svenne,senza capire nulla.

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